Alla luce delle informazioni disponibili “il quadro macroeconomico del governo per il prossimo anno, che prevede una crescita del prodotto dello 0,6 per cento, si conferma condivisibile e in linea con le nostre valutazioni più recenti”. Per il 2021 “l`obiettivo di crescita (1%) è un po` superiore alla stima recentemente diffusa dalla Commissione europea (0,7); non è fuori portata, ma per raggiungerlo appare necessario che si mantengano condizioni finanziarie distese e che non si indebolisca ulteriormente il quadro internazionale”. Lo ha detto il vicedirettore generale della Banca d`Italia, Luigi Federico Signorini, in audizione sulla manovra economica, nelle commissioni Bilancio di Camera e Senato.
La manovra economica riduce le clausole di salvaguardia, nel 2021 e nel 2022, ma non le cancella e “l’ammontare residuo incluso nello scenario programmatico resta significativo: un punto percentuale del Pil nel 2021, 1,3 punti nel 2022. Se fossero abolite senza compensazioni nel 2021 e nel 2022, “l`effetto meccanico di tale abolizione sarebbe un aumento del disavanzo al 2,8 nel 2021, e al 2,7 nel 2022”..
Inoltre, “l’avanzo primario si ridurrebbe dall`1,1 per cento del prodotto del 2020 fino quasi ad annullarsi alla fine dell`orizzonte di previsione (0,2 per cento del Pil). Il peggioramento strutturale dei conti sarebbe considerevole: circa un punto percentuale del Pil. Si riproporrà quindi l`esigenza di reperire coperture alternative”. Mentre, negli ultimi anni “le clausole di salvaguardia sono state sistematicamente abolite alla vigilia della loro applicazione”.
Secondo Signorini, sarebbe dunque opportuno, “se si escludono interventi sull`Iva, non rimandare all`ultimo momento la riflessione sulle coperture alternative a cui pensare. Da un lato, un avvio tempestivo della riflessione può contribuire a una discussione non concitata delle alternative disponibili per conseguire gli obiettivi desiderati, con un`analisi tecnica ad ampio raggio e una consultazione di tutti gli interessati diretti e indiretti; può consentire un`adeguata considerazione delle modalità concrete di attuazione, dei potenziali effetti indesiderati, degli accorgimenti necessari per minimizzarli”.
Quanto al quadro economico nazionale, “le informazioni resesi disponibili nelle ultime settimane, pur fornendo alcuni segnali meno sfavorevoli, confermano che l`economia italiana rimane debole e continua a risentire del rallentamento globale ed europeo”, ha spiegato Signorini. Nelle “nostre indagini più recenti le imprese hanno espresso giudizi meno sfavorevoli sulle prospettive di domanda e indicato un moderato rafforzamento dei piani di investimento rispetto all`inizio dell`anno”.
La propensione all`utilizzo della carta da parte del cliente “è sensibile a incentivi monetari simili a quelli prefigurati dalla manovra (cash-back, premi, sconti, punti). Sulla base delle elasticità generalmente stimate, ci si può attendere, come effetto congiunto dei provvedimenti di incentivo previsti dal Governo, un aumento delle transazioni elettroniche dell`ordine del 10%”.
La Banca d`Italia “guarda con favore a iniziative che incentivano l`uso di strumenti innovativi, che riducono i costi delle transazioni e possono contribuire a recuperare il ritardo nella digitalizzazione dell`economia italiana”.
Il limite massimo per i trasferimenti di contante scenderà da 3.000 a 2.000 euro a metà del prossimo anno; all`inizio del 2022 tornerà ai 1.000 euro stabiliti originariamente nel 2011.
È previsto un rimborso in denaro se si acquistano beni e servizi attraverso strumenti di pagamento elettronici”. A tal fine “viene istituito un fondo di entità piuttosto elevata (3 miliardi sia nel 2021 sia nel 2022). I dettagli sono rinviati a un successivo decreto ministeriale; ancora una volta, l`incentivo funzionerà bene se si riuscirà ad attuarlo in modo semplice e chiaro, evitando qualsiasi appesantimento burocratico per le parti coinvolte”, ha aggiunto.
Prudenzialmente, il governo “non ipotizza che questo incentivo determini alcuna emersione di base imponibile negli anni di programmazione. È però plausibile che nel medio periodo esso possa contribuire a ridurre la propensione a evadere. Alcuni recenti studi empirici mettono in luce l`esistenza di una relazione negativa tra l`evasione e la quota delle transazioni effettuate con moneta elettronica”, ha spiegato.
Favorire il ricorso ai mezzi di pagamento più moderni, secondo il vicedirettore della Banca d’Italia “è utile anche per altri motivi. L`uso del contante comporta costi non trascurabili per la produzione, distribuzione, custodia delle banconote e aumenta i rischi per la sicurezza e quelli connessi con la contraffazione.
In Italia la diffusione dei pagamenti elettronici resta piuttosto bassa. Il valore complessivo delle transazioni oggi regolate con carta di pagamento al punto vendita fisico è pari a poco più del 30 per cento – come in Spagna – a fronte di oltre il 70 in Francia e di circa il 45 per cento in Germania. La quota di pagamenti in contante effettuati presso i punti vendita varia a seconda delle categorie merceologiche ed è negativamente correlata all`ammontare delle commissioni e all`importo medio della transazione”.
TN