La Banca D’Italia ha diffuso le Proiezioni macroeconomiche semestrali per l’economia italiana.
Secondo le Proiezioni l’inflazione italiana nel 2016 sarà pari a zero, dallo 0,1% del 2015, “per poi risalire solo gradualmente”: allo 0,9% nel 2017 e all’1,5% nel 2018, “riflettendo sia il contributo della componente importata sia quello dei prezzi interni, trainati soprattutto dalla ripresa ciclica dei margini di profitto”.
“Al netto della componente energetica – aggiunge Palazzo Koch – i prezzi al consumo aumenteranno dello 0,6% nel 2016, dell’1% nel 2017 e dell’1,5% nel 2018.”
Si registrano miglioramenti sul fronte del mercato del lavoro, con i disoccupati in riduzione anche nei prossimi anni.
Secondo la Banca D’Italia, infatti, il tasso di disoccupazione “scenderà gradualmente”, portandosi quest’anno all’11,4% dall’11,9% del 2015. L’anno prossimo diminuirà all’11,1% e nel 2018 al 10,8%, “oltre un punto percentuale in meno rispetto al 2015.”
Prosegue “il rafforzamento dell’occupazione, spinta dal progressivo consolidamento dell’attività economica e dagli interventi di sostegno alla domanda di lavoro. Si stima che l’occupazione totale aumenti di circa il 2% nell’arco del 2016-2018”, di quasi il 2,5% nel settore privato. Il miglioramento delle prospettive occupazionali “stimolerebbe anche l’offerta di lavoro, che crescerebbe di oltre mezzo punto percentuale nel triennio.”
La Banca d’Italia rivede al ribasso le stime sul Pil italiano. Secondo le Proiezioni, quest’anno ci sarà una crescita dell’1,1%, mentre la crescita sarà dell’1,2% nel 2017 e nel 2018. A gennaio invece, nel bollettino economico, si prevedeva un +1,5% per il 2016 e un +1,4% per il 2017. Il peggioramento delle stime “riflette soprattutto un più debole andamento dell’economia mondiale”. Nel Def il governo ha indicato un +1,2% per quest’anno e un +1,4% per il prossimo.
“La crescita dell’Italia – afferma Bankitalia – sarebbe sospinta soprattutto dalla domanda interna.”
Nel primo trimestre di quest’anno, il Pil è aumentato dello 0,3%, con un lieve rafforzamento rispetto alla fine del 2015; le più recenti informazioni congiunturali indicano una crescita analoga per il trimestre in corso.”
“Nel triennio 2016-2018 – spiega Palazzo Koch – la domanda interna sarebbe sostenuta dall’accelerazione dei consumi, favorita dal progressivo miglioramento delle condizioni sul mercato del lavoro, e dalla ripresa degli investimenti, che beneficerebbe di condizioni finanziarie favorevoli e, per l’anno in corso, degli incentivi alla spesa in beni strumentali introdotti nell’ultima legge di stabilità.”
“I principali fattori di incertezza – aggiunge Bankitalia- che gravano su questo scenario sono di natura globale: una prosecuzione della fase di debolezza delle economie emergenti e una ripresa meno intensa di quelle avanzate potrebbero frenare gli scambi internazionali più a lungo di quanto qui prefigurato; un aggravamento delle tensioni geopolitiche potrebbe tradursi in un aumento della volatilità dei mercati finanziari e dei premi per il rischio.”
“Per contro – conclude Bankitalia – una maggiore crescita delle componenti interne potrebbe essere associata agli interventi delineati nel quadro programmatico presentato nel Def 2016, ma una valutazione dei loro effetti sarà possibile successivamente alla definizione dei dettagli dei singoli provvedimenti.”