Nel corso di un’audizione sulla manovra in Senato, il vicedirettore generale della Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini, ha affermato che sulle riforme pensionistiche introdotte in passato “è importante non fare passi indietro”. In particolare, Signorini ha sottolineato che “nel lungo periodo la sostenibilità delle finanze pubbliche poggia in larga misura sulle riforme pensionistiche introdotte in passato, che assicurano una dinamica della spesa gestibile nonostante l’invecchiamento della popolazione”.
Signorini ha proseguito dichiarando che l’economia italiana sta migliorando” e “il quadro macroeconomico del governo per il prossimo anno si conferma condivisibile”. Pertanto, “occorre trarre vantaggio dal buon andamento dell’economia per rafforzare la finanza pubblica, ponendo il debito su un percorso credibile di riduzione significativa”.
“Date le misure contenute nella manovra, anche nel 2019 appare possibile conseguire una crescita non lontana da quella programmata, sempre che non muti il quadro economico e finanziario internazionale”, ha aggiunto Signorini.
Sul versante del lavoro, il vicedirettore di Bankitalia sostiene che la priorità rimane l’occupazione giovanile, “date le risorse limitate, date le difficoltà, evidenti nei dati sull’occupazione, del passaggio dalla scuola a un lavoro stabile”.
“Pare nel complesso condivisibile – ha aggiunto – anche l’approccio seguito negli ultimi anni per il sostegno dell’occupazione stabile. Si sono accompagnate le riforme del mercato del lavoro con generosi, ma temporanei, incentivi alla stabilizzazione”.
“Secondo le nostre stime – ha riferito – questi interventi hanno contribuito sensibilmente a sostenere l’occupazione negli anni passati. Poi, col migliorare delle condizioni cicliche, si è proceduto a un décalage degli interventi; da ultimo, dati i vincoli di bilancio, si è definita una riduzione modesta, ma strutturale e mirata, del costo del lavoro”.
Per quanto riguarda la pubblica amministrazione, Signorini ha dichiarato che la nuova manovra “stanzia risorse considerevoli” per riavviare la contrattazione nel pubblico impiego. “È un passaggio senz`altro ragionevole – ha aggiunto -, dato il lungo blocco del passato, del resto dovuto, alla luce della sentenza in materia della Corte costituzionale”.
Ma la contrattazione “dovrebbe essere anche l’occasione per introdurre forme di incentivazione e di progressione in carriera che siano utili per rilanciare l’efficacia e l’efficienza delle pubbliche amministrazioni, adoperando le leve che la recente riforma mette a disposizione, indirizzando opportunamente i comportamenti dei singoli e delle amministrazioni”.
E.M.