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Bes, Istat: Neet, lavoro e rischio povertà: l’Italia è tra i peggiori in Europa

redazione
Aprile20/ 2023

Alta percentuale di Neet, basso tasso di occupazione e forte rischio povertà collocano l’Italia al di sotto della media europea. È un quadro a fosche tinte quello che emerge dal rapporto sul Benessere equo e sostenibile curato dall’Istat, per cui la maggior parte degli indicatori disponibili per il confronto con la media dei paesi europei (Ue27) mostra una situazione peggiore per l`Italia.

Si tratta in particolare di alcuni indicatori dei domini Istruzione e formazione e Lavoro e conciliazione dei tempi di vita. Tra questi la quota di giovani di 15-29 anni che si trovano al di fuori del contesto di istruzione e non sono occupati (Neet), che in Italia raggiunge il 19% rispetto all`11,7% della media Ue27, e la quota di persone di 30-34 anni che hanno completato un’istruzione terziaria, il 27,4% in Italia e il 42,8% in media Ue27. Per il lavoro, il tasso di occupazione italiano nel 2022 è di circa 10 punti percentuali più basso rispetto a quello medio europeo (74,7%), con una distanza particolarmente accentuata tra le donne (55% in Italia rispetto a 69,4% per la media Ue27).

Lo svantaggio dell’Italia nel contesto dell`Ue27 si rileva, inoltre, in alcuni indicatori di Benessere economico aggiornati al 2021, tra cui il rischio di povertà e la grande difficoltà ad arrivare a fine mese, o al 2020, come la disuguaglianza del reddito netto. Uno degli indicatori per cui l`Italia, invece, si colloca su livelli migliori in termini di benessere, rispetto alla media dei paesi dell`Ue27, è il tasso di omicidi, pari a 0,5 per 100mila abitanti nel 2020, ben al di sotto della media dei paesi Ue27 (0,9). Inoltre, l`Italia si conferma ai vertici della graduatoria dei paesi per quanto riguarda la sopravvivenza, con valori della speranza di vita alla nascita pari a 82,5 anni (80,1 la media Ue27 nel 2021).

Sul versante economico, la pandemia modifica in misura significativa il modo in cui le famiglie percepiscono la propria condizione economica, tanto da invertire il trend positivo che si era registrato negli anni precedenti per alcuni indicatori: la quota di coloro che dichiarano di aver visto peggiorare la propria situazione economica rispetto all`anno precedente, pari al 25,8% nel 2019, cresce nei due anni di pandemia e continua ad aumentare nel 2022, fino ad arrivare al 35,1%, livello mai raggiunto in precedenza. Andamento analogo si osserva per la quota di persone che dichiarano di arrivare a fine mese con grande difficoltà, in aumento dall`8,2% nel 2019 al 9,1% nel 2021.

Nel 2022, il reddito lordo disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato rispetto all’anno precedente. Il forte aumento della spesa per consumi finali ha rafforzato il trend di discesa della propensione al risparmio, che è scesa a livelli inferiori rispetto al periodo pre-pandemico. L’indice di disuguaglianza del reddito netto aumenta lievemente nel 2020 rispetto all’anno precedente (5,8 contro 5,7 del 2019). Il valore registrato è stato l’effetto delle misure di sostegno introdotte con l’avviarsi della pandemia (trasferimenti emergenziali e reddito di cittadinanza); senza il sostegno introdotto la stima dell’indice di disuguaglianza sarebbe stata pari a 6,9.

Nonostante nel primo anno della pandemia il reddito delle famiglie sia tornato a ridursi rispetto all’anno precedente sia in termini nominali (-0,9%) sia in termini reali (-0,8%), il rischio di povertà, pari al 20,1%, rimane sostanzialmente stabile rispetto al 2019. Nel 2020, resta stabile anche l’indicatore di sovraccarico del costo dell’abitazione che rappresenta un peso difficilmente sostenibile per il 7,2% della popolazione.

Negli anni precedenti la crisi pandemica, risultava in diminuzione la quota di individui che vivono in famiglie a bassa intensità di lavoro (ovvero con componenti tra i 18 e i 59 anni che hanno lavorato meno di un quinto del tempo), che ha portato l’indicatore a contrarsi fino al 10,0% nel 2019. Nel 2020 l’andamento positivo si arresta e la percentuale di individui che vivono in tale condizione sale all`11,0% e continua a salire nel 2021 (11,7%).

e.m.

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