Nel 2021 “il confine dei 400mila nati è destinato ad essere ulteriormente superato al ribasso”.Lo ha detto il presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo, in occasione degli Stati generali della natalità.
“Le previsioni demografiche – ha aggiunto – definiscono delle strade, dei percorsi” e “se vediamo i primi dati che emergono il percorso su cui ci stiamo incamminando è quello più pessimistico: questo vuol dire immaginare di arrivare a metà secolo a 350mila nati in un Paese di 60 milioni di abitanti”.
Secondo il presidente dell’Istat senza adeguati interventi capaci di contrastarne le cause “il costante calo della natalità è destinato a persistere anche quando si saranno esauriti gli effetti negativi prodotti da Covid 19”.
“Dal 2014 al 2019 l’Italia – ha ricordato Blangiardo – ha perso 705mila residenti, prima dell’effetto Covid. Se andiamo a vedere l’effetto Covid scopriamo che nel 2020 la diminuzione della popolazione è stata di quasi 400mila unità, l’equivalente della città di Firenze”.
Secondo il presidente dell’Istat “meno popolazione vuol dire meno consumi, meno Pil, vuol dire spopolamento”.
TN