“La nostra unica fede laica è l’interesse nazionale. E oggi si declina per noi in un’unica parola d’ordine. Che viene prima di qualunque altra. Evitiamo un nuovo 2011″. Lo ha detto il presidente di Assolombarda, Carlo Bonomi, in un incontro a Milano a cui ha partecipato anche il vicepremier e ministro per lo sviluppo economico Luigi Di Maio”.
“Mostriamo di aver imparato la lezione, che allora ci è valsa perdere in due anni il 25% della produzione industriale, il 30% degli investimenti fissi lordi, e il ritorno a un reddito procapite che ancora oggi è solo pari a quello di 20 anni fa – ha proseguito Bonomi – E la nostra Italia è l’unico Paese avanzato che si ritrovi i queste condizioni. L’unico”.
“La domanda – ha proseguito – certamente difficile, è come fare a evitarlo. Ebbene, caro Luigi, ti chiedo la pazienza di starci ad ascoltare. Perché una strada c’è, a nostro giudizio e in base all’esperienza che abbiamo accumulato in questi anni”.
Assolombarda propone al governo di sospendere “integralmente Quota 100, che aggrava il debito previdenziale e ne addossa iniquamente i costi ai più giovani, oltre ad abbassare il tasso di occupazione: perché l’obiettivo di una meccanica sostituzione dei pensionandi con lavoratori più giovani non formati, vieppiù in una fase di recessione, è una pura illusione”.
“Il reddito di cittadinanza – ha proseguito – lasciamolo invece solo nella sua componente di potenziamento della lotta alla povertà del REI: nessuno sui questo può sognarsi di mettere in discussione la necessità di un sostegno diretto a chi per troppi anni è stato trascurato dal welfare italiano. Col risultato di oltre 5 milioni di poveri assoluti. Ma abbandoniamo l’idea di includere nel reddito di cittadinanza anche le politiche del lavoro”.
Oltre a questi due interventi, “aggiungiamo a questi due stop – ha detto Bonomi – anche quello del bonus 80 euro, che non è destinato a poveri e incapienti e non ha significativamente innalzato la propensione al consumo. Oltre ad aver registrato 2,1 milioni di italiani che hanno dovuto restituirlo”.
“Traduciamo a questo punto i 20-25 miliardi ricavabili senza aggravi di finanza pubblica in due sole tranche di misure: un drastico, universale e permanente abbattimento del cuneo fiscale: e la nostra proposta è di traslarlo non a noi imprese, ma integralmente ai lavoratori fino a 35 mila euro di reddito lordo. E una ripresa integrale delle agevolazioni Industria 4.0 soppresse e ristrette, e del credito d’imposta destinato a ricerca e sviluppo”.
TN