“Sono molto preoccupato per la sostenibilità sociale”. A pagare il conto della crisi sono soprattutto “giovani, donne e famiglie a minor reddito”. A lanciare l’allarme è il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, in occasione del Sustainable Economy Forum, evento promosso da San Patrignano e Confindustria.
“La nostra Italia vive da 25 anni – ha spiegato – prigioniera di una visione che non riesce a cambiare e che ha concorso, ad ogni crisi esogena, a farci perdere più Pil dei nostri partner, a impiegare più anni di loro a recuperarlo, a una produttività stagnante, ad un reddito medio procapite che, depurato dalla componente nominale, è tornato indietro a quello di 26 anni fa”.
Secondo Bonomi “il conto di tutto ciò è riversato sui soggetti deboli della nostra società: i giovani, le donne, le famiglie a minor reddito”. E “si sono aggravate tutte le fratture orizzontali, quella tra aree del Paese più o meno sviluppate, quelle tra imprese esposte alla concorrenza, più internazionalizzate” e “quelle che, invece, lavorano per il mercato domestico”.
“La mia preoccupazione deriva dal fatto che le fratture sociali italiane, in continua crescita, richiedono una revisione generale dell’intervento dello Stato”, ha aggiunto Bonomi sottolineando la necessità di una “modifica dell’offerta formativa”, di “una revisione generale della sanità”, di una “reimpostazione della previdenza perchè la nostra spesa pubblica sociale è paurosamente sbilanciata a favore delle pensioni”.
TN