“C’è un clima intollerabile e insopportabile in questo paese. E’ un paese che non merita piu’ la definizione di paese civile”. Parole dure, quelle di Susanna Camusso, ma giustificare dall’elenco di casi che la leader della Cgil porta a sostegno della sua tesi: l’Italia, ha osservato, “e’ un paese in cui si spara a pallini a dei lavoratori di colore nelle strade e non si ha nulla da dire. Un paese in cui devono intervenire le massime istituzioni del Paese perché non si determini una situazione per cui una italiana non può sbarcare in Italia perché c’è un ostacolo italiano Rischiando ogni due minuti lo scontro istituzionale. È un paese che non merita la definizione di paese civile”.
Camusso ha parlato nel corso della presentazione di una ricerca sulle agromafie e il caporalato, occasione per affrontare la questione migranti: “Bisogna cambiare la legge Bossi Fini sull’immigrazione perché c’è la necessità di concordare flussi di manodopera – ha scandito Camusso- Con buona pace di chi urla ogni due per tre all’invasione il vero tema che rende complicata per tutti la situazione è che a un certo punto questo paese ha rinunciato a determinare quali sono i flussi migratori, non ha più fatto la definizione dei flussi, non ha più qualificato questo arrivo, continua a urlare all’invasione ma in realtà ha evidenti problemi di necessità di concordare flussi di manodopera e di rendere la condizione di chi arriva a lavorare nel nostro paese una condizione civile”.
“Non è vero – ha sottolineato – che il nostro paese non ha bisogno dei migranti. Sarà la cosa più impopolare del modo ma non possiamo derubricare dalla nostra agenda politica il cambio della Bossi Fini. Dobbiamo Sconfiggere la paura”.
Infine, un altola’ sui voucher, che il governo Salvini-Di Maio vuole reintrodurre. In questo caso, avverte la segretaria della Cgil, la Cgil è pronta a raccogliere le firme per il referendum abrogativo: “Noi – ha ricordato – abbiamo raccolto le firme e qualcuno ha impedito che si andasse al voto. Se al voto ci fossimo andati probabilmente non saremmo in questa situazione. Ciò premesso per tutti quelli che ora fanno le Cassandre su cosa farà la Cgil”.
“Dopodiché – ha aggiunto – noi siamo per fare la battaglia affinché non vengano reintrodotti perché ancora non sono stati reintrodotti. Certamente se verranno reintrodotti ricominceremo la battaglia per la loro abrogazione”.