“Il governo non è in condizione di fare le assunzioni dei docenti precari per l’inizio dell’anno scolastico e ha posto criteri assai discutibili che li dividono. Questa è una riforma che lede il diritto costituzionale della libertà di insegnamento, che affida a un singolo, il dirigente scolastico come si chiama oggi il preside, la totale discrezionalità su chi debba insegnare o meno. Non è quello che prevede la nostra Carta Costituzionale”. Alla vigilia dello sciopero della scuola, con queste parole il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ha risposto alle domande di Repubblica in una intervista che apre il quotidiano di oggi.
“Questa è una riforma che lede il diritto costituzionale della libertà di insegnamento -ha proseguito Camusso sempre a proposito della riforma del sistema scolastico-, che affida a un singolo, il dirigente scolastico come si chiama oggi il preside, la totale discrezionalità su chi debba insegnare o meno. Non è quello che prevede la nostra Carta Costituzionale”.
Interrogata sul perché gli incentivi alle assunzioni veicolati dai decreti attuativi del Jobs act non abbiano raggiunto i risultati atteso, il leader Cgil ha poi dichiarato: “Non basta dire a un imprenditore: ti ho tolto l’articolo 18, ti ho fatto gli sconti, ora pensaci tu. Non funziona così. Gli incentivi senza vincoli si traducono nella sola sostituzione di contratti. Serve una politica industriale che indirizzi e sostenga la crescita e l’occupazione”.
Rispetto invece alla legge elettorale su cui la Camera esprimerà la fiducia, Camusso ha affermato: “Non mi convince essendo tutta piegata al principio della governabilità. È una legge che surrettiziamente porta al premierato senza che siano stati previsti i necessari contrappesi. Dissi al congresso della Cgil che eravamo di fronte ad una torsione del sistema democratico. Non ho cambiato idea”.
Alla domanda conclusiva dell’intervista “Ci vorrebbe un altro partito di sinistra?”, il leader Cgil ha risposto: “Ci vorrebbe un partito di sinistra”.