Di Alessandra Damiani e Andrea Donegà, Segretaria Nazionale Fim Cisl e Segretario Generale Fim Cisl Lombardia.
Da tempo la Fim Cisl ha portato dentro ai propri schemi il valore della sostenibilità, nel solco dell’economia civile all’interno del quale anche la promozione della legalità assume valore economico e sociale, identificando il lavoro come argine alla criminalità e strada attraverso la quale ognuno possa realizzarsi. Una visione che presuppone l’impegno di mettere insieme il mosaico variopinto della passione civica per valorizzare la persona nel lavoro e nella società. È in questo percorso che prende forma la pratica del voto col portafoglio, ovvero la possibilità per tutti i cittadini di premiare, attraverso i consumi, le imprese e le filiere che praticano, nel lavoro, la sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Uno strumento nuovo per realizzare un modello alternativo di economia e sviluppo, via per costruire un welfare inclusivo e generativo fondato, appunto, sul lavoro e sui legami. Un impegno quotidiano perché attraverso i consumi possiamo votare tutti i giorni, vincolando le imprese a fare i conti con la responsabilità sociale. È la nostra possibilità di riprenderci il mercato, condizionarlo e indirizzarlo verso un mondo migliore.
È con questo spirito che la Fim Cisl ha voluto inserire nel proprio Statuto il Cash Mob e il Voto col Portafoglio come nuove forme di lotta sindacale, strumenti necessari a diffondere una maggiore informazione, generare consapevolezza e favorire la partecipazione delle persone, riprendendo in mano il mercato e orientare i comportamenti delle imprese, dentro e fuori il perimetro aziendale, verso produzioni e comportamenti sostenibili dal punto di vista ambientale e sociale, condizionando anche le scelte della Politica.
In pratica, una nuova cultura di gestione aziendale che tenga a riferimento la sostenibilità e non solo il profitto: i dati e l’esperienza ci dicono che le imprese sostenibili sono anche quelle più solide dal punto di vista economico.
Il 27 aprile a Milano andrà in scena la terza edizione del Cash Mob Etico, il prologo del 1 Maggio organizzato da Fim Cisl e Next, che mette insieme imprese, lavoratori e cittadini per premiare le buone pratiche e le relazioni sindacali che hanno puntato sulla sostenibilità economica, sociale e ambientale. Nel 2016 festeggiammo ad Aversa, in provincia di Caserta, nella Fattoria Sociale Fuori di Zucca e nel 2017 a Muccia, in provincia di Macerata, per premiare imprese metalmeccaniche che, nonostante le difficoltà legate alla presenza della criminalità organizzata, nel primo caso, e delle devastazioni del terremoto, nel secondo, non hanno mai cercato scorciatoie, continuando a operare nel rispetto dei lavoratori.
Anche quest’anno premieremo tre imprese metalmeccaniche, scelte in una platea più ampia, che hanno saputo, attraverso buone relazioni sindacali, intraprendere un percorso di sostenibilità puntando sulla partecipazione, sul coinvolgimento dei lavoratori e sulla valorizzazione della persona e del territorio.
La sostenibilità sociale, economica e ambientale passa anche dal tema, quanto mai attuale, della conciliazione dei tempi di vita e lavoro. Oggi possiamo contare sulla tecnologia che può aiutarci ad aprire spazi importanti sullo smartworking che, dove contrattato, è in grado di tenere insieme esigenze di conciliazione e aumento della produttività aziendale oltre a produrre migliorie sulla sostenibilità di tutta l’impresa, anche dal punto di vista industriale, con ricadute positive sull’ambiente. Stessa attenzione va data anche al tema della sicurezza, sul quale Cgil Cisl Uil hanno caratterizzato la festa del 1 Maggio a cui la Fim parteciperà numerosa nelle varie manifestazioni territoriali: le imprese che investono in sicurezza, oltre a mettere al centro la persona e il lavoratore e guardare al futuro, sono quelle più competitive e sostenibili socialmente.
La portata della sfida è tale che pensiamo occorra aprirsi anche al mondo dell’associazionismo e del terzo settore, per costruire nuovi modelli di economia e di società e per rafforzare lavoro, democrazia e partecipazione civile. Le fabbriche ci stanno cambiando sotto i piedi e la nuova rivoluzione del lavoro che avanza, la cosiddetta Industria 4.0, funzionerà se si costruirà attorno un contesto favorevole che interessi società, welfare e servizi.
È su questo cammino che abbiamo incrociato i passi dei ragazzi della Nuova Cooperazione Organizzata con i quali abbiamo condiviso il lavoro nei campi confiscati alla criminalità e l’impegno a restituirli alla collettività: la loro iniziativa “facciamo un pacco alla camorra”, per diffondere e far conoscere i prodotti di quell’impegno, è diventata ormai pratica quotidiana della Fim. Con don Virginio Colmegna, Presidente della Casa della Carità, stiamo condividendo percorsi sull’integrazione e ragionamenti sulle modalità per collegare il welfare contrattuale al territorio e alla comunità, in un’ottica universalistica e complementare al sistema pubblico. Riflessioni che stiamo sviluppando anche grazie al contributo di Angelo Righetti, grande psichiatra e ideatore del budget di salute, uno strumento attraverso il quale è possibile dirottare le risorse pubbliche destinate all’assistenzialismo passivo presso istituti privati di persone svantaggiate verso la produzione di lavoro e la promozione di percorsi di cittadinanza attiva per quelle stesse persone, con effetto moltiplicativo. Sullo sfondo, ci sono gli spunti preziosi del professor Alessandro Rosina sui temi e le sfide della demografia che ci impongono di intervenire tempestivamente per costruire nuove soluzioni in un contesto di calo delle nascite e, dunque, di tenuta dello stato sociale.
Il voto col portafoglio può essere, quindi, uno snodo fondamentale, uno strumento educativo e una pratica generativa di opportunità e di realizzazione, nel lavoro, per tutte le persone.