Uno studio condotto dal Censis evidenzia che per favorire la crescita del Paese serve un mercato del lavoro più inclusivo. L’analisi è fondata sulla differenza dei dati del Pil tra nord e sud Italia. In particolare, il Censis fa notare che il Pil per abitante del Mezzogiorno è ancora molto lontano da quello del Centro-Nord: 17.600 euro contro 31.200 euro. Dopo l’inizio della crisi, tra il 2009 e il 2014 il Pil pro-capite al Sud è diminuito del 7,6%.
Il Pil per occupato, invece, nel medio periodo ha dimostrato una maggiore capacità di tenuta: -0,3% tra il 1995 e il 2014 per le regioni meridionali e -3,3% per le regioni centro-settentrionali.
È il segno che la distanza tra Nord e Sud non sta nella produttività, ma nel diverso tasso di occupazione.
“Nei paesi in cui è aumentata la produttività – rileva il Censis – l’economia è cresciuta e la crescita ha compensato l’effetto di composizione generato dall’assorbimento di lavoratori a più bassa produttività (immigrati, giovani, lavoratori in uscita dai processi di ristrutturazione industriale). Nei Paesi in cui invece si è avuta una riduzione delle attività economiche (come in Italia) si registra anche uno stallo della produttività (prodotto per addetto), perché sono state inglobate quote di lavoratori marginali pressati dalle condizioni sociali senza poter aumentare l’occupazione complessiva. La crescita della produzione (e quindi della domanda) – conclude il Censis – favorisce dunque la crescita della produttività.”