Il centro studi di Confindustria ha pubblicato questa mattina la sua analisi mensile, riportando i dati dello scenario economico mondiale che, rispetto al mese precedente, presentano un sensibile miglioramento.
Per quanto riguarda l’Italia, lo studio segnala la crescita della produzione industriale con un +0,8% nel primo trimestre, mentre per il Pil si stima un +0,3% congiunturale. Segnali positivi anche per l’export italiano (con +2,9%) e per l’import (+1,2%), segnale di una domanda interna in crescita, che evidenziano anche l’avanzo dei consumi e il miglioramento delle condizioni di investimento per gli imprenditori che indica anche un’occupazione in rialzo. La crescita dell’occupazione dipendente in Italia, infatti, segna una crescita dello 0,1%., portando così anche la disoccupazione in discesa. Il dato si rispecchia anche nell’area dell’Eurozona, che vede sì un aumento delle vendite al dettaglio, ma con le decisioni dei consumatori condizionate anche dalle incertezze politiche legate al referendum sulla UE in Gran Bretagna, dalla crisi migratoria e dall’allarme terrorismo. Questioni che, oltretutto, offuscano anche l’orizzonte decisionale dell’Unione Europea. In aprile la crescita nell’area euro è proseguita su ritmi moderati, pressoché analoghi a quelli di marzo.
Negli Stati Uniti, d’altra parte, si registrano segnali di ripartenza del settore manifatturiero, e il progressivo miglioramento del mercato del lavoro atteso per i prossimi mesi fa ben sperare anche nel rialzo dei consumi, registrato in calo nella domanda interna. L’offerta statunitense del petrolio è in calo, comportando così il rialzo del prezzo del greggio che è in stallo anche per il mancato accordo sul congelamento di livelli produttivi nel vertice Doha.
Nonostante i dati relativamente rassicuranti, le stime della crescita globale sono state ulteriormente ribassate dall’FMI, con ritmi che andrebbero consolidati da un’azione internazionale coordinata anche dall’Unione Europea. A generare turbolenze anche il fronte politico: in Brasile, ad esempio, l’attesa per un cambio di governo complica il già difficile quadro economico. Bene invece in Russia, dove si registra il 3° aumento mensile di fila per la produzione e l’inflazione è ai minimi da metà 2014.