La Cina presenterà una profonda riforma del mondo rurale, che dovrebbe permettere ai contadini di vendere i terreni. L’ha affermato oggi Fu Ying, la portavoce del Congresso nazionale del popolo, il “parlamento” cinese che si riunisce per la sua sessione annuale di lavori a partire da domani.
In base all’attuale legge cinese, tutti i terreni del paese sono in ultima istanza proprietà dello stato o delle comuni rurali, mentre i coltivatori ne detengono i diritti di utilizzo. Il governo ha il potere di requisire i terreni, con compensi limitati o inesistenti, e può venderli a società immobiliari con grandi profitti, ma anche suscitando un profondo risentimento nei contadini.
Fu ha spiegato che 33 aree locali, tra le quali anche la pregiata zona di Daxing dove sorgerà il futuristico nuovo aeroporto di Pechino progettato da Zaha Hadid, sospenderanno alcune delle regolamentazioni che bloccano la vendita di terreni non coltivati.
Il programma permetterà la vendita di “terreni rurali per scopi di business”, il che vuol dire che potranno essere ceduti a società immobiliari, industriali e commerciali. Soprattutto, questo vuol dire che gli agricoltori non saranno costretti a cedere i terreni esclusivamente al governo.
“Quesa riforma è per sostenere lo sviluppo della modernizzazione agricola e dell’urbanizzazione e intende rafforzare la protezione dei diritti e degli interessi degli agricoltori durante il processo delle riforme” ha detto Fu ai giornalisti durante una conferenza stampa.
Nel Terzo Plenum del Partito comunista cinese (Pcc), i decision-maker di Pechino stabilirono che ai contadini fossero assicurati gli stessi diritti dei residenti nelle città, creando una cornice legale per il trasferimento e la vendita dei loro “diritti di utilizzo dei terreni”.
La riforma è ritenuta anche necessaria per aumentare le entrate dei contadini, facendo così diminuire le frequenti rivolte che attraversano la Cina rurale.