“Con le linee guide presentate dal ministro Clini al Cipe riguardanti il riassetto idrogeologico, si comincia a delineare un quadro più completo rispetto alle risposte ed alle azioni da mettere in campo sulla non più rinviabile messa in sicurezza del territorio di fronte ai mutamenti climatici”. Lo dichiara in una nota il segretario confederale della Cisl, Fulvio Giacomassi. “Infatti- continua – il divieto di costruire in zone ad alto rischio di frane ed alluvioni insieme ad una diversa collocazione delle risorse economiche degli enti locali utili alla infrastrutturazione del territorio nei capitoli di investimenti in conto capitale e perciò non soggetti al patto di stabilità, rappresentano senza dubbio un percorso che può incoraggiare i necessari piani di azione concreti da attivare al più presto. In tale contesto, è necessario però che tali interventi rientrino sempre più in una dimensione europea al pari degli investimenti in grandi infrastrutture”. “Allo stesso tempo- conclude – ripensare la necessaria politica di prevenzione del territorio richiede un piano nazionale di azioni a partire dalle emergenze oggi mappate nei vari territori riguardanti gli edifici che sono costruiti in zone ad alto rischio idrogeologico”. (LF)
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