INTERROGAZIONI
Giovedì 28 novembre 2019. — Presidenza del presidente Davide TRIPIEDI. – Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Stanislao Di Piazza.
La seduta comincia alle 14.
Davide TRIPIEDI, presidente, ricorda che, ai sensi dell’articolo 132 del Regolamento, lo svolgimento delle interrogazioni si articola nella risposta del rappresentante del Governo e nella replica dell’interrogante, per non più di cinque minuti, per dichiarare se sia stato o no soddisfatto.
5-02032 Viscomi: Attuazione dell’articolo 1, comma 247, della legge n. 145 del 2018, recante misure per favorire le assunzioni a tempo indeterminato nelle regioni Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna.
Il Sottosegretario Stanislao DI PIAZZA risponde all’interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato.
Antonio VISCOMI (PD), replicando, si dichiara soddisfatto della risposta del rappresentante del Governo, rilevando come il tempo trascorso dalla data di presentazione della sua interrogazione abbia visto un’evoluzione del quadro normativo di riferimento coerente con le sue aspettative. Peraltro, dopo aver ricordato che la problematica sottesa all’atto di sindacato ispettivo è sorta a seguito dell’adozione da parte dell’ANPAL di un provvedimento non del tutto coerente con la norma primaria, auspica, per il futuro, un migliore e più stretto coordinamento tra il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e gli altri enti coinvolti nelle politiche relative al mercato del lavoro, al fine di evitare situazione di difficoltà per i cittadini e le imprese, analoghe a quelle richiamate nella sua interrogazione.
5-01392 Rizzetto: Salvaguardia dei livelli occupazionali presso lo stabilimento della società Treofan a Battipaglia (SA).
Il Sottosegretario Stanislao DI PIAZZA risponde all’interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato.
Walter RIZZETTO (FdI), replicando, ringrazia il rappresentante del Governo per la puntuale risposta. Auspica, tuttavia, che il Governo segua con attenzione la vicenda della società Treofan, che già nel recente passato ha dovuto fare i conti con i problemi derivanti dalla scarsa incisività del Governo nel tutelare, in sede europea, il marchio «Made in Italy» per i prodotti degli stabilimenti facenti capo a tale società. Pur riconoscendo la correttezza di quanto affermato dal Sottosegretario Di Piazza a proposito della non opposizione dei lavoratori al licenziamento, rileva come anche questa affermazione evidenzi la difficoltà delle strutture ministeriali a intervenire, in modo puntuale e incisivo, nelle situazioni di crisi aziendale. Auspica, infine, che le vicende come quella richiamata nell’atto di sindacato non si risolvano sempre con il ricorso agli aiuti e ai finanziamenti pubblici, anche per evitare il moltiplicarsi di casi di aziende che delocalizzano la propria attività dopo aver beneficiato di aiuti, fenomeno che, come ha recentemente riconosciuto la stessa ministra Catalfo, non è stato affatto debellato dalle norme del cosiddetto decreto-legge «Dignità», del tutto inefficaci quando la delocalizzazione dell’attività produttiva avviene verso un Paese dell’Unione europea.
Davide TRIPIEDI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all’ordine del giorno.
La seduta termina alle 14.15.
UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
L’ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.20 alle 14.30.
COMITATO DEI NOVE
Mercoledì 27 novembre 2019.
DL 126/2019: Misure di straordinaria necessità e urgenza in materia di reclutamento del personale scolastico e degli enti di ricerca e di abilitazione dei docenti.
Emendamenti C. 2222-A Governo.
Il Comitato si è riunito dalle 9.40 alle 10.05 e dalle 15.45 alle 16.
SEDE REFERENTE
Mercoledì 27 novembre 2019. — Presidenza del presidente Andrea GIACCONE. – Intervengono la sottosegretaria di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Francesca Puglisi, e la sottosegretaria di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale, Marina Sereni.
La seduta comincia alle 14.35.
Modifiche all’articolo 46 del codice delle pari opportunità tra uomo e donna, di cui al decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198, in materia di rapporto sulla situazione del personale.
C. 615 Gribaudo, C. 1345 Benedetti e C. 1925 CNEL.
(Esame e rinvio).
La Commissione inizia l’esame delle proposte di legge in titolo.
Andrea GIACCONE, presidente, comunica che la Commissione avvia l’esame in sede referente delle abbinate proposte di legge in titolo, che modificano l’articolo 46 del codice delle pari opportunità tra uomo e donna, di cui al decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198, in materia di rapporto sulla situazione del personale.
Invita quindi la relatrice, onorevole Gribaudo, a illustrare il contenuto delle proposte di legge.
Chiara GRIBAUDO (PD), relatrice, con riferimento alla proposta di legge C. 615, a sua prima firma, rileva che si tratta di un’iniziativa ampiamente condivisa all’interno della maggioranza, che, con tale proposta di legge, intende intervenire su un fenomeno, ampiamente certificato dai dati censiti da EUROSTAT e ISTAT, oltre che da studi di diverse organizzazioni internazionali, che vede il lavoro delle donne sistematicamente retribuito meno di quello degli uomini, a parità di mansioni e di ore lavorate.
La sostanziale parità che si registra in Italia (il gap salariale è, infatti, pari al 5,5 per cento) è, purtroppo, solo apparente, in quanto nel settore privato il nostro Paese risulta allineato alla maggior parte degli Stati membri dell’Unione europea, con un divario pari a circa il 19 per cento.
La proposta di legge in esame, pertanto, si affiancherebbe alle altre misure che nel tempo sono state adottate per valorizzare l’impegno lavorativo delle donne, senza che, per questo, sia sacrificato il tempo dedicato alla famiglia. Si riferisce, ad esempio, al divieto delle cosiddette «dimissioni in bianco», all’estensione del congedo parentale e all’istituzione del congedo obbligatorio di paternità.
In particolare, la proposta di legge, che consta di due articoli, è volta a modificare l’articolo 46 del codice delle pari opportunità, di cui al decreto legislativo n. 198 del 2006, che dispone l’obbligo per le aziende con più di cento dipendenti di redigere un rapporto biennale sui vari aspetti inerenti le pari opportunità sul luogo di lavoro, inclusa la retribuzione. Il rispetto di tale previsione, tuttavia, non è verificabile né sono verificabili i contenuti dei rapporti delle aziende. Pertanto, l’articolo 1, comma 1, dopo aver previsto, alla lettera a), la possibilità anche per le aziende con meno di cento dipendenti di redigere il rapporto, alla lettera b), dispone la pubblicazione, sul sito internet del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, dell’elenco delle aziende che hanno trasmesso il rapporto e dell’elenco di quelle che non lo hanno trasmesso.
La lettera c) rinvia a un successivo decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali per la definizione dei criteri per la redazione del rapporto, delle modalità di accesso al rapporto da parte dei dipendenti dell’azienda interessata, dei parametri minimi di rispetto delle pari opportunità, con particolare riferimento alla retribuzione corrisposta e alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Rileva che il decreto ministeriale prevede anche il rilascio di una «certificazione di pari opportunità di lavoro», da attribuire alle aziende che rispettano tali parametri minimi.
Le successive lettere del comma 1, infine, modificano la disciplina sanzionatoria in caso di inosservanza degli obblighi e attribuiscono all’Ispettorato nazionale del lavoro, nell’ambito delle sue attività, il compito di verificare la veridicità dei rapporti.
Segnala, quindi, che l’articolo 2 attribuisce alla consigliera o al consigliere nazionale di parità l’obbligo, ora in capo al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di presentazione al Parlamento, con cadenza biennale, di una relazione contenente i risultati del monitoraggio sull’applicazione della legislazione in materia di parità e pari opportunità nel lavoro e sulla valutazione degli effetti delle disposizioni del codice delle pari opportunità.
Rileva, quindi, che anche la proposta di legge C. 1345 Benedetti intende incentivare le aziende a ridurre la differenza salariale tra uomini e donne estendendo, con l’unico articolo di cui si compone, alle aziende che occupano almeno venticinque dipendenti l’obbligo redigere un rapporto biennale sui vari aspetti inerenti le pari opportunità sul luogo di lavoro, inclusa la retribuzione, già previsto dall’articolo 46 del codice delle pari opportunità.
Infine, la proposta di legge C. 1925, di iniziativa del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (CNEL), modificando il medesimo articolo 46 del codice delle pari opportunità, estende, alla lettera a) del comma 1 dell’articolo 1, l’obbligo di redazione, con cadenza biennale, del rapporto alle aziende con più di cinquanta dipendenti. La lettera b), dopo aver introdotto la previsione di un modello standardizzato di rapporto, attribuisce alla consigliera o al consigliere regionale di parità il compito di elaborare i dati contenuti nei rapporti trasmessi dalle aziende e di trasmettere i risultati alle sedi territoriali dell’Ispettorato nazionale del lavoro, alla consigliera o al consigliere nazionale di parità, al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, al Dipartimento delle pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri e al Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (CNEL). Dopo aver segnalato che la lettera c) introduce sanzioni nei casi di inottemperanza dell’obbligo di redazione del rapporto, rileva che la lettera d) prevede la trasmissione, con cadenza biennale, da parte del CNEL, di una relazione al Parlamento nella quale sono contenute considerazioni e proposte, anche legislative, volte a garantire effettive condizioni di pari opportunità di genere nel mercato del lavoro.
In termini generali, desidera richiamare l’attenzione dei colleghi sul fatto che il marcato peggioramento della differenza retributiva a scapito delle lavoratrici, certificato dal Gender Gap Report 2017 di JobPricing, rende ineludibile la necessità di un intervento del Parlamento su tale tema. Ringrazia, quindi, le colleghe che hanno voluto sottoscrivere la proposta di legge C. 615, a sua prima firma, dimostrando che la sensibilità su tale problematica è trasversale a quasi tutti i gruppi politici. Ringraziando altresì la Presidenza della Commissione per aver acconsentito a prevedere l’inizio dell’esame dei provvedimenti in una fase di lavoro parlamentare che non lascia molto spazio per ulteriori argomenti, invita anche le colleghe dei gruppi di opposizione a partecipare allo sforzo per una rapida approvazione degli stessi, eventualmente presentando proposte specifiche, che potrebbero confluire in un unico testo condiviso.
Elena MURELLI (LEGA), accogliendo l’invito della relatrice, condivide il proposito che la Commissione giunga all’elaborazione di un testo unitario, condiviso da tutti i gruppi.
Tiziana CIPRINI (M5S), sottolineando l’importanza del tema, propone che sia abbinata alle proposte di legge in discussione anche la proposta di legge C. 522, a sua prima firma, che, pur affrontando la più generale problematica delle differenze di genere nel mondo del lavoro con un ventaglio di proposte estremamente articolato, presenta, all’articolo 2, un contenuto omogeneo a quello delle proposte di legge in esame.
Andrea GIACCONE, presidente, fa presente che la sottolineata maggiore articolazione della proposta di legge C. 522 Ciprini ne sconsiglia l’abbinamento d’ufficio alle proposte di legge in titolo, circoscritte alla modifica dell’articolo 46 del codice delle pari opportunità tra uomo e donna, di cui al decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198, in materia di rapporto sulla situazione del personale. Rinvia, quindi, alla prossima riunione dell’Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ed eventualmente alla prossima seduta della Commissione, l’approfondimento della proposta di abbinamento avanzata dalla collega Ciprini.
Renata POLVERINI (FI), in qualità di cofirmataria della proposta di legge C. 615 Gribaudo, ringrazia la relatrice per l’impegno profuso nel cercare un approccio il più possibile unitario alla problematica della differenza salariale, trovando una soluzione condivisa, che permetta una rapida approvazione da parte del Parlamento. Proprio per questo, teme che l’allargamento dell’esame a temi ulteriori, sia pure di grande importanza, possa portare a divisioni e a ritardi, laddove, al contrario, sarebbe importante che la Commissione dimostrasse la propria capacità di procedere in maniera costruttiva e spedita, al di là delle differenze di gruppo, così come spesso è accaduto nella scorsa legislatura.
Andrea GIACCONE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell’esame ad altra seduta.
Modifiche al titolo VI del decreto del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1967, n. 18, in materia di personale assunto a contratto dalle rappresentanze diplomatiche, dagli uffici consolari e dagli istituti italiani di cultura.
C. 1027-A.
(Esame e conclusione).
La Commissione inizia l’esame della proposta di legge in titolo.
Andrea GIACCONE, presidente, ricorda che l’Assemblea, su proposta della relatrice, onorevole Ciprini, ha deliberato, nella seduta dello scorso 12 novembre, il rinvio in Commissione della proposta di legge in esame, allo scopo di permettere i necessari approfondimenti sulla condizione apposta al parere espresso dalla Commissione bilancio, che, ai fini del rispetto dell’articolo 81 della Costituzione, propone la soppressione del comma 4 del capoverso Art. 157, di cui alla lettera e) del comma 1 dell’articolo 1 del nuovo testo della proposta di legge.
Avverte che la relatrice ha presentato l’emendamento 1.1, volto unicamente a recepire la predetta condizione, testualmente formulata, della Commissione bilancio (vedi allegato). Tale emendamento sarà pertanto posto in votazione, non essendovi obiezioni, senza fissare il termine per la presentazione di subemendamenti.
Invita, quindi, la relatrice a illustrare il suo emendamento.
Tiziana CIPRINI (M5S), relatrice, prima di illustrare il suo emendamento 1.1, rileva che il nuovo testo del quarto comma dell’articolo 157 del decreto del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1967, n. 18, approvato nel corso dell’esame in Commissione, risulta, a suo giudizio, pienamente coerente con la normativa vigente, che consente il pagamento delle retribuzioni del personale impiegato all’estero nel caso in cui tale procedura risulti più conveniente, escludendo il rischio di cambio. In particolare, la formulazione approvata dalla Commissione evita l’insorgenza di oneri a carico della finanza pubblica nel caso di deprezzamento dell’euro. In caso contrario, invece, gli eventuali effetti negativi troverebbero comunque copertura nell’aumento delle risorse dello specifico fondo dello stato di previsione del Ministero degli esteri e della cooperazione internazionale, previsto da un emendamento che il Governo intende presentare al disegno di legge di bilancio 2020, in discussione al Senato. Tuttavia, per evitare ritardi ulteriori che mettano a rischio la soluzione di un problema estremamente sentito dai lavoratori interessati, propone, con il suo emendamento 1.1, il recepimento della condizione apposta al parere espresso dalla Commissione bilancio, che ha inteso conformarsi al parere della Ragioneria generale dello Stato, volto a garantire l’invarianza di spesa. Ne raccomanda, pertanto, l’approvazione.
La sottosegretaria Marina SERENI esprime parere favorevole sull’emendamento 1.1 della relatrice.
Ettore Guglielmo EPIFANI (LEU), esprimendo il suo stupore per il parere espresso dalla Ragioneria generale dello Stato, che, a suo parere, non ha tenuto conto dei possibili effetti positivi per la finanza pubblica derivanti dal testo approvato dalla Commissione e messi in luce dalla relatrice, preannuncia il voto favorevole all’emendamento 1.1 della relatrice, proprio per non compromettere l’approvazione di un provvedimento atteso da tempo dai lavoratori.
Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva l’emendamento 1.1 della relatrice (vedi allegato).
Andrea GIACCONE, presidente, avverte che, dal momento che, sul testo risultante dagli emendamenti approvati in sede referente, erano già stati acquisiti i pareri favorevoli delle Commissioni I (Affari Costituzionali), II (Giustizia), III (Affari esteri) e VII (Cultura), ed essendo l’emendamento 1.1 della relatrice, testé approvato, volto esclusivamente a recepire l’unica condizione apposta al parere reso dalla Commissione bilancio direttamente all’Assemblea, la Commissione procederà al conferimento alla relatrice del mandato a riferire favorevolmente in Assemblea sul provvedimento, come risultante dall’approvazione del suo emendamento.
La Commissione delibera di conferire alla deputata Ciprini il mandato a riferire favorevolmente in Assemblea sul provvedimento in esame.
Delibera, altresì, di chiedere l’autorizzazione a riferire oralmente.
Andrea GIACCONE, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove per l’esame in Assemblea sulla base delle indicazioni dei gruppi.
La seduta termina alle 15.
INDAGINE CONOSCITIVA
Mercoledì 27 novembre 2019. — Presidenza del presidente della XIII Commissione, Filippo GALLINELLA.
La seduta comincia alle 14.10.
Indagine conoscitiva sul fenomeno del cosiddetto «caporalato» in agricoltura.
Audizione della Ministra delle politiche agricole alimentari e forestali.
(Seguito svolgimento e conclusione).
Filippo GALLINELLA, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
Introduce, quindi, il seguito dell’audizione, rinviata nella seduta del 30 ottobre 2019.
La ministra Teresa BELLANOVA risponde ai quesiti formulati dai deputati nella seduta del 30 ottobre 2019.
Filippo GALLINELLA, presidente, ringrazia la ministra Bellanova per il suo intervento e dichiara conclusa l’audizione.
La seduta termina alle 14.25.
N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.
UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
L’ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.25 alle 14.30.
RISOLUZIONI
Martedì 26 novembre 2019. — Presidenza del presidente della I Commissione Giuseppe BRESCIA. – Interviene il sottosegretario di Stato per l’Interno Carlo Sibilia.
La seduta comincia alle 14.50.
7-00321 Prisco: Allineamento retributivo e pensionistico del Corpo nazionale dei vigili del fuoco con le forze dell’ordine.
7-00371 Macina: Allineamento retributivo e pensionistico del Corpo nazionale dei vigili del fuoco con le forze dell’ordine ed ulteriori misure in favore degli appartenenti al Corpo medesimo.
7-00373 Sisto: Allineamento retributivo e pensionistico del Corpo nazionale dei vigili del fuoco con le forze dell’ordine ed ulteriori misure in favore degli appartenenti al Corpo medesimo.
7-00377 Murelli: Allineamento retributivo e pensionistico del Corpo nazionale dei vigili del fuoco con le forze dell’ordine ed ulteriori misure in favore degli appartenenti al Corpo medesimo.
(Seguito della discussione congiunta e conclusione – Approvazione di un testo unificato).
Le Commissioni proseguono la discussione congiunta delle risoluzioni, rinviata, da ultimo, nella seduta del 19 novembre scorso.
Giuseppe BRESCIA, presidente, avverte che è stato formulato un testo unificato delle risoluzioni in discussione.
Emanuele PRISCO (FdI) dichiara di aver elaborato un testo unificato delle risoluzioni in discussione (vedi allegato), che reca la sua prima firma, nonché la sottoscrizione dei primi firmatari delle altre tre risoluzioni in discussione – i deputati Macina, Sisto e Murelli – d’intesa con i quali tale testo è stato formulato. Dopo aver rilevato che hanno testé aggiunto la loro sottoscrizione anche altri deputati, a testimonianza di un’ampia condivisione tra i gruppi, fa presente che il testo unificato in questione, che mira a riassumere tutte le questioni poste dagli atti di indirizzo in titolo, persegue l’obiettivo principale di garantire un allineamento retributivo e pensionistico del Corpo nazionale dei vigili del fuoco con le forze dell’ordine, prevedendo inoltre ulteriori misure in favore degli appartenenti al medesimo Corpo.
Emanuele FIANO (PD) dichiara il voto favorevole del gruppo del Partito democratico sul testo unificato delle risoluzioni in titolo.
Francesco Paolo SISTO (FI) dichiara il voto favorevole del gruppo di Forza Italia sul testo unificato delle risoluzioni in titolo, rilevando come essa recepisca puntualmente le posizioni di ciascun gruppo.
Elena MURELLI (LEGA), nel ringraziare il deputato Prisco per l’ottimo lavoro di sintesi svolto, preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sul testo unificato delle risoluzioni in discussione, pur precisando che avrebbe preferito che in tale testo si fosse utilizzato il termine «equiparazione» – piuttosto che il termine «allineamento» – del trattamento retributivo e pensionistico spettante al personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Osserva altresì che si sarebbe aspettata un richiamo specifico all’operato del Governo precedente, laddove nel testo unificato si fa riferimento alle misure di recente introdotte in favore del personale del Corpo.
Marco DI MAIO (IV) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sul testo unificato delle risoluzioni in discussione, condividendone gli obiettivi perseguiti, che auspica siano concretamente raggiunti.
Il sottosegretario Carlo SIBILIA ringrazia tutti i componenti delle Commissioni per lo sforzo di condivisione che ha consentito l’adozione di un testo unificato su un tema tanto importante quale la valorizzazione dei Vigili del fuoco.
Apprezza, in particolare, il fatto che nella parte dispositiva dell’atto di indirizzo si faccia riferimento alle dichiarazioni sulle linee programmatiche rese dalla Ministra dell’interno, Lamorgese, e si rimetta al Governo l’individuazione degli strumenti tecnici volti a fornire al Corpo nazionale dei vigili del fuoco dotazioni e mezzi adeguati.
Ribadisce quindi l’attenzione del Governo al Corpo nazionale dei vigili del fuoco, testimoniata peraltro dalle risorse finanziarie stanziate con la legge di bilancio, ed esprime parere favorevole sul testo unificato delle risoluzioni in titolo.
Giuseppe BRESCIA, presidente, ringrazia tutti i componenti delle Commissioni per l’impegno profuso sull’argomento in esame e per l’ottimo risultato raggiunto. Nel far notare che si giunge oggi alla conclusione dell’iter di discussione degli atti di indirizzo nei tempi inizialmente concordati, ovvero prima della conclusione dell’esame della legge di bilancio presso l’altro ramo del Parlamento, auspica che gli impegni indicati nel testo unificato delle risoluzioni si traducano in misure concrete da assumere proprio nell’ambito dell’esame di quel provvedimento.
Segnala inoltre come con l’approvazione di tale atto di indirizzo le Commissioni lancino un segnale importante in vista della risoluzione di una problematica molto avvertita dal personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
Le Commissioni approvano il testo unificato delle risoluzioni, che assume il numero 8-00052.
La seduta termina alle 14.55.
ATTI DEL GOVERNO
Martedì 26 novembre 2019. — Presidenza del vicepresidente della II Commissione, Franco VAZIO. – Intervengono il sottosegretario di Stato per l’interno, Achille Variati, e il sottosegretario di Stato per la giustizia, Andrea Giorgis.
La seduta comincia alle 13.45.
chema di decreto ministeriale recante regolamento in materia di assunzione dei testimoni di giustizia.
Atto n. 120.
(Seguito dell’esame, ai sensi dell’articolo 143, comma 4, del regolamento, e conclusione – Parere favorevole con osservazioni).
Le Commissioni proseguono l’esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 13 novembre scorso.
Franco VAZIO, presidente, ricorda che il Governo aveva comunicato per le vie brevi la propria disponibilità ad attendere il parere da parte delle Commissioni oltre il termine, già prorogato, del 23 novembre scorso, e comunque entro la giornata odierna.
Piera AIELLO (M5S), relatrice per la II Commissione, anche a nome del collega Viscomi, relatore per la XI Commissione, illustra una proposta di parere favorevole, con due osservazioni.
Franco VAZIO, presidente, richiama l’attenzione dei colleghi anche sul contenuto della premessa della proposta di parere che, fondandosi su un’interpretazione sistematica degli articoli 6 e 7 della legge n. 6 del 2018, pone l’attenzione sul principio dell’equità di trattamento dei testimoni di giustizia sia prima che dopo l’entrata in vigore della legge n. 6 del 2018.
Enrico COSTA (FI), evidenziando che la proposta di parere sembra stabilire, in contrasto con la normativa vigente, il principio che debbano avere accesso al programma di assunzione nella pubblica amministrazione anche i testimoni di giustizia che hanno già goduto di una forma di ristoro economico, ritiene che non si possa parlare di un’interpretazione sistematica della legge n. 6 del 2018 come invece dichiarato dal presidente. Nel rilevare infatti che la proposta di parere propone un’interpretazione contraria al vigente dettato normativo, sottolinea che, qualora si volesse consentire l’accesso al programma di assunzione anche per i testimoni che hanno optato per la capitalizzazione, tale obiettivo dovrebbe essere raggiunto con la modifica della legge n. 6 del 2018. Nel preannunciare pertanto il voto contrario del gruppo di Forza Italia sulla proposta di parere formulata dai relatori, chiede che si proceda alla votazione nominale.
Franco VAZIO, presidente, nel precisare che non vi è alcuna preclusione a che le Commissioni si esprimano sul parere in discussione mediante votazione nominale, trattandosi di una deliberazione definitiva, desidera tuttavia ribadire che l’interpretazione che i relatori hanno voluto attribuire alla legge n. 6 del 2018 è senza alcun dubbio sistematica e non certo una forzatura della legge stessa. In proposito evidenzia che l’articolo 6 della citata legge prevede un principio di equivalenza in virtù del quale l’alternatività non dovrebbe operare, in assenza di condizioni economiche equivalenti alle preesistenti, sia per i soggetti che abbiano assunto la posizione di testimoni di giustizia prima dell’entrata in vigore della legge sia per coloro che l’abbiano assunta successivamente. Osserva infatti che, secondo l’interpretazione che è alla base della proposta di parere dei relatori, il principio di equivalenza è un principio di ordine generale.
Giusi BARTOLOZZI (FI) condivide le osservazioni del collega Costa e ritiene che la proposta di parere formulata dai relatori necessiti di una approfondita valutazione da parte delle Commissioni. Nel contestare le osservazioni del presidente Vazio, chiede ai relatori di esplicitare meglio i contenuti della proposta stessa. In particolare, osserva che, mentre la legge n. 6 del 2018 prevede l’accesso per il testimone di giustizia ad un programma di assunzioni presso le pubbliche amministrazioni in alternativa alla capitalizzazione del costo dell’assegno periodico, la proposta di parere dei relatori estende la possibilità di tale accesso anche a chi ha già goduto della capitalizzazione. Evidenziando che tale facoltà oltre che ai testimoni di giustizia si attribuisce anche ai suoi familiari, sottolinea che la previsione determinerebbe un ingente onere a carico dello Stato e pertanto si domanda come la stessa sia compatibile con le disposizioni di cui all’articolo 12 dello schema di decreto in esame che prevede la clausola di neutralità finanziaria. Nel rammentare come già in altre occasioni la Commissione bilancio abbia sollevato rilievi su provvedimenti approvati dalla Commissione giustizia che ne hanno rallentato il prosieguo dell’esame, invita le Commissioni a valutare attentamente tali aspetti. Invita, pertanto, i relatori a meglio precisare il contenuto della proposta di parere in discussione, ribadendo che, qualora le Commissioni ritenessero che i benefici previsti dalla legge n. 6 del 2018 debbano essere considerati cumulativi e non alternativi, si renderebbe opportuno anche rivedere la clausola di neutralità finanziaria.
Ingrid BISA (LEGA) condivide le osservazioni della collega Bartolozzi e si dissocia dalle valutazioni del presidente Vazio. A suo avviso la proposta di parere dei relatori contrasta con il contenuto della legge n. 6 del 2018 e si domanda se sia corretto che una norma di rango inferiore, qual è il regolamento di cui allo schema di decreto in esame, detti l’interpretazione della norma di rango primario, quale è la legge n. 6 del 2018, da cui il decreto origina.
Piera AIELLO (M5S), relatrice, sottolinea che le osservazioni contenute nella proposta di parere sono state necessarie per consentire di non determinare alcuna discriminazione rispetto ai testimoni di giustizia che, prima della data di entrata in vigore della legge n. 6 del 2018, abbiano goduto della capitalizzazione, laddove questa non abbia comportato il ripristino della condizione reddituale equivalente alla situazione precedente l’assunzione dello status di testimone di giustizia.
Anna Rita TATEO (LEGA) ritiene che con l’osservazione contenuta nella proposta di parere i relatori e la maggioranza vogliano di fatto modificare la legge n. 6 del 2018, sopprimendo il principio di alternatività in essa previsto. Ritenendo, inoltre, che tale previsione incida fortemente sulle casse dello Stato, chiede di rinviare a domani l’esame della proposta di parere dei relatori, al fine di consentire ai relatori di un supplemento di valutazione.
Giulia SARTI (M5S) desidera chiarire meglio il tenore delle osservazioni contenute nella proposta di parere dei relatori che, a suo avviso, vanno nella medesima direzione della legge n. 6 del 2018. Nel rammentare che già prima dell’approvazione di tale legge, la normativa preesistente prevedeva la possibilità per tutti i testimoni di giustizia di accedere sia al beneficio economico sia ad un programma di assunzione presso le pubbliche amministrazioni, osserva che con la legge n. 6 del 2018 si è voluto prevedere che per il futuro non fosse più la possibilità di accedere ad entrambi i benefici. Fa notare tuttavia che da subito si è posto un problema interpretativo considerato che lo spirito della legge è quello di consentire, a chi accede ad un programma di protezione, di mantenere la condizione economica preesistente allo status di testimone di giustizia. Nel sottolineare come coloro che sono sottoposti ad un programma di protezione perché hanno fatto la scelta coraggiosa di testimoniare siano spesso costretti anche a dover cambiare totalmente la propria vita, rinunciando persino al proprio nome e alla propria terra, evidenzia come la proposta di parere dei relatori non sia volta a consentire l’accesso ad entrambi i benefici per coloro che assumono lo status di testimone di giustizia dopo l’entrata in vigore della legge, bensì a chiarire, stante il principio di equivalenza sotteso all’articolo 6, che entrambi i benefici sono tesi a ripristinare la situazione economica preesistente. Pertanto il testimone di giustizia che ha avuto accesso, prima della data di entrata in vigore della legge n. 6 del 2018, alla capitalizzazione, ma non ha ottenuto il ripristino della situazione economica preesistente, potrà attraverso l’accesso al programma di assunzione addivenire a tale ripristino. Sottolinea, inoltre, che nella proposta di parere si prevede che l’accesso a tale beneficio sia comunque sempre sottoposto alla valutazione della Commissione centrale, e comunque nei limiti di tale principio di equivalenza. Rammenta, in fine, che presso la Commissione giustizia è già stato avviato l’esame della proposta di legge Aiello C. 1740, vertente su analoga materia.
Il sottosegretario Achille VARIATI, premesso che lo schema di decreto deve necessariamente essere coerente con la norma primaria e, in particolare, con l’articolo 7 della legge n. 6 del 2018, sottolinea che, su questo aspetto, né la Commissione centrale per la definizione e applicazione delle speciali misure di protezione, la cui consultazione è prevista dall’articolo 26 della medesima legge n. 6 del 2018, né il Consiglio di Stato hanno formulato osservazioni. Prendendo comunque atto del contenuto della proposta di parere dei relatori, assicura che il Governo approfondirà l’opportunità di valutare l’adozione del criterio di equivalenza per i testimoni di giustizia che, per cause a loro non imputabili, non siano in possesso dei requisiti prescritti dalla lettera h) del comma 1 dell’articolo 7 della legge n. 6 del 2018, ferma restando, in ogni caso, la necessità di assicurare la piena conformità del regolamento in discussione alla norma primaria.
Franco VAZIO, presidente, ringrazia il sottosegretario per il suo intervento molto chiaro e preciso.
Giusi BARTOLOZZI (FI) condivide pienamente le osservazioni del rappresentante del Governo e della collega Bisa, ritenendo che non si possa estendere tramite un parere la portata di una legge. Nel ritenere che sarebbe una forzatura procedere alla votazione della proposta di parere dei relatori nella sua attuale formulazione, invita tutti i commissari a collaborare al fine di modificarne la portata.
Franco VAZIO, presidente, precisando che il suo compito non è quello di interpretare il pensiero del Governo, ritiene che il sottosegretario Variati abbia inteso esprimere la grande attenzione che l’Esecutivo rivolge al parere espresso dalle Commissioni e che si sia riservato di approfondire la questione, preannunciando che l’esame del parere sarà ovviamente vincolato al rispetto della legge.
Walter VERINI (PD) crede che il confronto che si è svolto fino a questo momento sia sufficiente a consentire alle Commissioni di esprimersi. Sottolinea che la proposta di parere che le Commissioni si accingono a votare non è volta a modificare la legge n. 6 del 2018 bensì a sottoporre all’attenzione del Governo l’opportunità di modificarla attraverso i corretti strumenti normativi. Ciò premesso desidera associarsi alle parole della collega Sarti in merito ai testimoni di giustizia che, a suo avviso, non possono che essere condivise da tutti, sottolineando come tutto il Paese debba essere loro riconoscente.
Enrico COSTA (FI), nel ringraziare preliminarmente il sottosegretario per aver ricostruito il contesto in maniera oggettiva, esplicitando l’approccio del Governo verso la norma in questione, pur riconoscendo che il Parlamento è libero di esprimersi come ritiene opportuno e l’Esecutivo è d’altro canto libero di non accogliere le osservazioni recate dal parere, invita tuttavia i colleghi a tenere un comportamento serio. Ricorda in particolare che il sottosegretario Variati, nell’evidenziare che il Governo è tenuto a rispettare il dettato normativo, ha sollecitato il Parlamento ad intervenire sulle disposizioni della legge n. 6 del 2018. Ritiene che sarebbe un segnale preoccupante se la maggioranza dovesse esprimersi in maniera non coerente con la posizione esplicitata dal Governo per mezzo del proprio rappresentante. Sollecita pertanto i relatori ad un supplemento di riflessione, allo scopo di modificare il testo della proposta di parere, che già ad una prima e rapida occhiata è apparso in netto contrasto con la normativa vigente, ribadendo comunque la propria richiesta di procedere alla votazione nominale.
Franco VAZIO, presidente, nel comunicare che la Commissione Lavoro ha impegni concomitanti, evidenzia che la votazione nominale richiederà tempo ulteriore.
Ingrid BISA (LEGA), nel compiacersi per il fatto che il rappresentante del Governo le abbia dato sostanzialmente ragione, ribadisce che il contenuto della proposta di parere è difforme rispetto alla norma primaria. Evidenziando pertanto la volontà della maggioranza di legiferare attraverso il parere su un atto del Governo, si chiede come si possa assumere un’iniziativa così inopportuna e giuridicamente errata. Nel manifestare il proprio rispetto per la presidenza, ritiene tuttavia che le parole del sottosegretario di Stato non richiedessero un successivo intervento interpretativo da parte del presidente Vazio.
Manfredi POTENTI (LEGA) aggiunge alle considerazioni dei colleghi un ulteriore elemento di valutazione, facendo notare che in questa sede il Governo è rappresentato dalla medesima persona che è chiamata a presiedere la Commissione centrale, della quale fanno parte anche cinque funzionari. Nel ritenere pertanto che la composizione della Commissione sia sbilanciata a favore del Governo, ventila il rischio che la proposta di parere in esame costituisca una sorta di anticipazione della linea politica che la Commissione centrale adotterà nell’assumere le decisioni sui testimoni di giustizia. Esprime al contrario la convinzione che debba essere garantita l’imparzialità della Commissione, anche considerato la fase in cui essa è chiamata ad intervenire con riguardo ai processi in corso.
Franco VAZIO, presidente, ricorda ai colleghi che si sta parlando di testimoni di giustizia, che sono stati costretti a modificare radicalmente la propria vita in conseguenza della scelta fatta, e non certamente di criminali.
Jacopo MORRONE (LEGA), nel ribadire che con la proposta di parere in esame si modifica nella sostanza una norma di legge, sottolinea che anche il sottosegretario Variati, esponente del Partito democratico, ha dato ragione ai gruppi di opposizione. Evidenzia inoltre che, come riportato dall’ANSA, il Presidente del Consiglio Conte ha appena dichiarato che la modifica della disciplina della prescrizione entrerà in vigore il 1o gennaio 2020. Ritiene grave tale dichiarazione, che rappresenta l’ennesima mancanza di rispetto del Governo nei confronti del Parlamento.
Franco VAZIO, presidente, fa presente all’onorevole Morrone che il suo intervento non è attinente all’oggetto in esame.
Jacopo MORRONE (LEGA), nel chiedere se gli possa essere tolta la parola per il solo fatto della mancata attinenza del suo intervento al tema in esame, fa presente che l’entrata in vigore delle modifiche alla prescrizione avrebbe dovuto essere subordinata alla realizzazione delle riforme del processo civile e penale, le cui relative proposte non sono ancora state presentate. Chiede ai sottosegretari presenti una valutazione della dichiarazione del Presidente Conte.
Franco VAZIO, presidente, nel sottolineare che il richiamo ai concomitanti impegni della Commissione Lavoro è stato vano, fa presente che, nonostante si sia in sede di dichiarazione di voto sulla proposta di parere, ha consentito di intervenire a più componenti di un medesimo gruppo. Nel ricordare che, come richiesto dall’onorevole Costa, si procederà alla votazione nominale, invita i colleghi a contenere gli interventi e a non debordare dall’oggetto in esame, che non riguarda né le dichiarazioni del Presidente Conte né l’entrata in vigore della prescrizione.
Andrea GIACCONE, presidente della XI Commissione, chiede che venga posta in votazione la proposta di parere o, in alternativa, venga rinviato ad altra seduta il seguito della discussione. Ritiene opportuno precisare che tale richiesta non è motivata dalla volontà di comprimere il dibattito ma, piuttosto, dai concomitanti impegni della XI Commissione.
Jacopo MORRONE (LEGA) chiede che la votazione della proposta di parere venga rinviata ad altra seduta, considerato che Governo e maggioranza non sono d’accordo.
Franco VAZIO, presidente, fa presente che sulla richiesta di rinvio testé formulata possono intervenire un deputato a favore e uno contro.
Enrico COSTA (FI), nel sottolineare che il presidente della Commissione Lavoro ha posto una questione di ordine del giorno, dal momento che la Commissione da lui presieduta è convocata a breve con la Commissione Affari costituzionali, evidenza che le forze di opposizione hanno contribuito alla discussione con argomenti concreti. Sollecita pertanto Governo e maggioranza a un supplemento di riflessione, allo scopo di modificare la proposta di parere in linea con il dettato normativo vigente. Nell’esprimersi pertanto in senso favorevole al rinvio ad altra seduta, nel caso che tale richiesta non venga accolta, chiede che si proceda alla votazione della proposta di parere per parti separate.
Mario PERANTONI (M5S) si esprime in senso contrario al rinvio ad altra seduta, ritenendo che le posizioni siano state espresse in maniera chiara e che il Governo abbia fornito la propria interpretazione. Pertanto, ricordando che si tratta di osservazioni su un atto del Governo, ritiene che non vi siano motivi per non procedere alla votazione della proposta di parere.
Le Commissioni respingono la proposta di rinviare ad altra seduta la votazione della proposta di parere sul provvedimento in esame.
Pierantonio ZANETTIN (FI), auspicando che si torni ad un clima di maggiore serenità, nel fare presente che una norma di rango secondario non può essere in contrasto con una norma di rango primario, invita i relatori ad un supplemento di riflessione con riguardo al contenuto della proposta di parere. Invita in particolare la relatrice Aiello a fare un passo indietro, evitando di mettere in imbarazzo il Governo con una forzatura inspiegabile e ottusa, di cui non si ravvisa alcuna necessità. Ribadisce il voto contrario del gruppo di Forza Italia.
Roberto TURRI (LEGA) evidenzia la caduta di stile del presidente Vazio, quando ha ricordato alle Commissioni riunite che si sta parlando di testimoni di giustizia e non di criminali. Nel manifestare il proprio dispiacere per tale affermazioni, ritiene che il presidente sia il primo responsabile dell’innalzamento dei toni degli interventi, considerato che accusa i colleghi di non aver alcun interesse per i testimoni di giustizia. Nel precisare al contrario che è stata posta una questione di merito, evidenziata dallo stesso sottosegretario Variati, ritiene più corretto che si proceda a modificare la legge n. 6 del 2018 invece di predisporre una proposta di parere poco seria, che non servirà a risolvere la situazione. Tiene a precisare che nessuno ha mai detto di non riconoscere l’utilità dei testimoni di giustizia, alla cui protezione tutti tengono, come verrà dimostrato anche dalle proposte emendative che saranno presentate allo scopo di migliorare il testo della proposta di legge della collega Aiello C. 1740 ?, recante modifiche e integrazioni della disciplina concernente i testimoni di giustizia. Nel ritenere che la relatrice Aiello abbia formulato nella proposta di parere osservazioni che il Governo non potrà accogliere, preannuncia il voto contrario dei componenti del gruppo della Lega, soprattutto con particolare riguardo alle considerazioni relative all’articolo 7 della legge n. 6 del 2018.
Franco VAZIO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, accogliendo la richiesta di votazione della proposta di parere per parti separate avanzata dal collega Costa, avverte che verrà posta in votazione, in primo luogo, la parte premissiva della proposta di parere unitamente all’osservazione recata dalla lettera b) e, in secondo luogo, la sola osservazione recata dalla lettera a).
Le Commissioni, con votazione nominale, approvano la proposta di parere dei relatori, limitatamente alla parte premissiva e all’osservazione recata dalla lettera b).
Hanno votato a favore: Piera Aiello, Annibali, Ascari, Bazoli, Bordo, Cataldi, Conte, Di Sarno, Dori, D’Orso, Giuliano, Perantoni, Saitta, Salafia, Sarti, Scutellà, Verini, Davide Aiello, Barzotti, Cantone, Ciprini, Cominardi, Costanzo, D’Alessandro, De Lorenzo, Lepri, Mura, Pallini, Segneri, Serracchiani, Siragusa, Tucci, Villani, Viscomi.
Hanno votato contro: Bartolozzi, Bisa, Costa, Marchetti, Morrone, Potenti, Siracusano, Tateo, Turri, Zanettin; Cannatelli, Caparvi, Legnaioli, Lorenzoni, Murelli, Musella, Zangrillo.
Si sono astenuti: Vazio, Bucalo, Giaccone, Giannone, Rizzetto.
Le Commissioni, con votazione nominale, approvano la proposta di parere dei relatori, limitatamente all’osservazione recata dalla lettera a).
Hanno votato a favore: Piera Aiello, Annibali, Ascari, Bazoli, Bordo, Cataldi, Conte, Di Sarno, Dori, D’Orso, Giuliano, Perantoni, Saitta, Salafia, Sarti, Scutellà, Verini, Davide Aiello, Amitrano, Barzotti, Cantone, Ciprini, Cominardi, Costanzo, D’Alessandro, De Lorenzo, Lepri, Mura, Pallini, Segneri, Serracchiani, Siragusa, Tucci, Villani, Viscomi.
Hanno votato contro: Bartolozzi, Bisa, Costa, Di Muro, Marchetti, Morrone, Potenti, Siracusano, Tateo, Turri, Zanettin, Cannatelli, Caparvi, Legnaioli, Lorenzoni, Murelli, Musella, Zangrillo.
Si sono astenuti: Vazio, Giaccone, Giannone.
La seduta termina alle 14.50.