SEDE CONSULTIVA
Martedì 6 dicembre 2022. — Presidenza del presidente Walter RIZZETTO. – Interviene il Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali Claudio Durigon.
La seduta comincia alle 13.45.
Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025.
C. 643-bis Governo.
(Parere alla V Commissione).
(Seguito dell’esame e conclusione – Relazione favorevole).
La Commissione prosegue l’esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta pomeridiana di ieri.
Walter RIZZETTO, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori relativa al provvedimento in oggetto sarà assicurata mediante l’attivazione dell’impianto audiovisivo a circuito chiuso.
Avverte altresì che non sono stati presentati emendamenti.
Fa presente che il relatore Coppo ha presentato una proposta di relazione riferita alle parti di competenza del disegno di legge di bilancio, che è in distribuzione.
Segnala altresì che il gruppo PD-IDP ha presentato una proposta di relazione di minoranza.
Mauro Antonio Donato LAUS (PD-IDP), fatto notare che la natura identitaria del centrodestra è ben impressa nell’impostazione del provvedimento in esame e che nessuno intende disconoscerla, essendo stata peraltro legittimata dal risultato delle ultime elezioni, osserva che ora il Governo, in ogni caso, è chiamato agire per l’interesse di tutti i cittadini e non di una sola parte. Rivendica, quindi, con forza l’evidente differenza politica che da una simile impostazione caratterizza la posizione del suo gruppo, che non può che prendere le distanze da certe misure contenute nella manovra in oggetto, ad esempio quelle in materia di congedo parentale, che testimoniano una impronta patriarcale inaccettabile. Esprime forti perplessità poi sulle norme in tema di indicizzazione delle pensioni, nonché su quelle di revisione del reddito di cittadinanza, che dimostrano l’intenzione del centrodestra di sottrarre risorse ai più fragili per darle ai meno bisognosi. Ritiene grave, in particolare, che, in un periodo di crisi, si decida di abolire del tutto uno strumento di sostegno, piuttosto che cercare di migliorarlo nel suo funzionamento, ad esempio attuando migliori politiche attive del lavoro. Ritiene infine necessario avviare un serio confronto in materia di salario minimo, chiedendo di entrare nel merito delle questioni, indagando sui dettagli tecnici e giuridici, al fine di individuare soluzioni adeguate sia per i lavoratori che per le imprese.
Valentina BARZOTTI (M5S) esprime una posizione profondamente critica rispetto al provvedimento in esame, che ritiene sia privo di visione organica e gravemente lacunoso, soprattutto in alcuni ambiti materiali strategici, come ad esempio sul tema della sicurezza sul lavoro, rispetto al quale non vi è traccia di stanziamenti di risorse. Auspica che su tale questione possa continuare a concentrarsi l’attività della Commissione, sulla scia del lavoro già svolto nella scorsa legislatura, facendo notare di aver presentato una proposta di legge riguardante l’introduzione dell’insegnamento della cultura della sicurezza nelle scuole secondarie, di cui auspica la sollecita calendarizzazione. Giudica poi inaudito l’accanimento verso i ceti più poveri, testimoniato dalla riforma del reddito di cittadinanza, che rischia di gettare nella disperazione milioni di poveri. Ritiene poi necessario recuperare la figura dei navigator, facendo notare che un loro impiego appare utile in vista di un rafforzamento di quelle politiche attive del lavoro che in Italia, a suo avviso, non hanno mai funzionato con efficacia.
Preannunciando il suo voto contrario sulla proposta di relazione del relatore, si augura che il Governo possa chiarire il contenuto di alcune delle disposizioni recate dalla manovra, che appaiono tuttora contraddittorie.
Walter RIZZETTO, presidente, con riferimento alle considerazioni della deputata Barzotti, fa presente di aver presentato anch’egli una proposta di legge su un tema analogo, in materia di introduzione dell’insegnamento, nelle scuole secondarie di secondo grado, del diritto del lavoro e della sicurezza nei luoghi di lavoro, osservando che sarà sua cura porre tale questione all’attenzione dell’ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, al fine di calendarizzare tali provvedimenti quanto prima.
Dario CAROTENUTO (M5S) ritiene che lo strumento del reddito di cittadinanza, gravemente ridimensionato dal provvedimento in esame, sia necessario dal momento che non esistono per i lavoratori alternative, a fronte di un mercato del lavoro che non li tutela. Osserva, dunque, che, se non si decide seriamente di intervenire sul campo dei diritti dei lavoratori, l’unica strada percorribile è quella del sostegno al reddito, che non può dunque essere eliminato.
Walter RIZZETTO, presidente, invita i gruppi ad attenersi il più possibile al merito della proposta in discussione, evitando di sconfinare su altre tematiche.
Riccardo TUCCI (M5S), soffermandosi sull’articolo 59 del provvedimento in esame, riguardante il reddito di cittadinanza, fa notare che tale articolo reca in sé disposizioni contraddittorie e ultronee. Ritiene infatti contraddittorio, da un lato, prevedere che il percettore sia obbligato a seguire un corso di formazione e/o riqualificazione professionale per sei mesi – sempre che gli enti territoriali competenti siano in grado di organizzare tali corsi in tempo – dall’altro, ridurre a soli otto mesi la durata del trattamento. Inoltre, fa notare che la norma prevista dal comma 4, lettera b), sul tema dell’impiego dei percettori da parte dei comuni nell’ambito dei progetti utili alla collettività appare ultronea, ricalcando fedelmente quanto già stabilito dalla normativa previgente. Ritiene inoltre che l’abolizione del reddito di cittadinanza dal 2024, prevista al comma 5 dell’articolo 59, sia grave, dal momento che rischia di lasciare i potenziali beneficiari privi di sostegno per diversi mesi, considerato che le presunte iniziative in tema di contrasto alla povertà, sbandierate dai gruppi di centrodestra, appaiono allo stato vaghe e incerte. Ricordato, peraltro, che il reddito di cittadinanza svolge anche un ruolo di integrazione del reddito per quei lavoratori che non ricevono uno stipendio adeguato, ritiene grave che i gruppi di centrodestra, tra cui lo stesso gruppo della Lega che in passato votò a favore dell’introduzione di tale strumento, ne prevedano l’abolizione, dimostrandosi peraltro indisponibili ad interloquire anche sul tema del salario minimo, con il rischio di alimentare il disagio sociale.
Davide AIELLO (M5S) esprime la sua contrarietà su un provvedimento – contestato con forza dalla Banca d’Italia, dalla Corte dei conti, dalle organizzazioni sindacali, da Confindustria – che, a suo avviso, non risolve i problemi del Paese e rischia di danneggiarne il tessuto produttivo e sociale. Fa notare che la maggioranza, da un alto, non intende confrontarsi sul tema del salario minimo, dall’altro priva i lavoratori di strumenti di sostegno, abolendo il reddito di cittadinanza, che appare necessario anche al fine di integrare remunerazioni che in Italia risultano tra le più basse. Richiamata la necessità di intervenire a rafforzare i centri per l’impiego, esprime quindi perplessità sulle norme relative ai voucher, che rischiano di estendere il precariato, nonché su quelle che incidono negativamente sul trattamento pensionistico anticipato denominato «opzione donna», giudicando inaccettabile che si discriminino le donne che non hanno figli. Fa presente, in conclusione, che il suo gruppo condurrà una battaglia politica al fine di modificare un provvedimento ritenuto fortemente sbagliato.
Marcello COPPO (FDI), relatore, in risposta ad alcune considerazioni svolte nel dibattito, fa notare che con la manovra di bilancio in esame si è realizzato il massimo sforzo, a fronte delle risorse disponibili e del poco tempo a disposizione. Contesta l’affermazione che non vi siano in essa interventi a favore dei redditi più bassi, osservando come vi sia stata un’efficace operazione di redistribuzione, come dimostra la volontà di intervenire sulla questione energetica, capace di salvare aziende e posti di lavoro. Rivendica altresì l’efficacia delle norme in tema di voucher, che ritiene siano fondamentali per far fronte ai picchi di lavoro di certi settori imprenditoriali, come ad esempio nel campo della vendemmia, salvaguardando il lavoro e agevolandone l’emersione. Quanto alla riforma del reddito di cittadinanza, ritenuto che tale strumento non abbia svolto alcuna funzione di incentivo al lavoro – dovendosi piuttosto ricondurre nella categoria degli strumenti di sostegno sociale, rientranti dunque nella competenza dei comuni – osserva che sarebbe stato più efficace prevedere, in luogo di tale strumento, un credito all’assunzione in favore delle aziende.
Arturo SCOTTO (PD-IDP) dichiara il proprio smarrimento di fronte ad un provvedimento che favorisce palesemente i redditi più alti e penalizza i più poveri, come testimoniato dalle norme in materia di flat tax, peraltro contribuendo ad alimentare l’evasione fiscale con misure come quelle sul tetto al contante e sui limiti per i pagamenti tramite POS, severamente criticate anche da organismi come Banca d’Italia, Corte dei conti e Ufficio parlamentare di bilancio. Esprime quindi la sua netta contrarietà al ridimensionamento di «opzione donna» nonché all’ampliamento dell’utilizzo dei voucher, strumento che ritiene precarizzi il mercato del lavoro, diminuendo la qualità del lavoro e la capacità contributiva dei lavoratori, come affermato a più riprese da tutte le organizzazioni sindacali. Soffermandosi sulla modifica del reddito di cittadinanza, ritiene sia stato sbagliato scegliere di abolirlo, privando i lavoratori di un fondamentale strumento di sostegno in un periodo di grave crisi, rilevando che sarebbe stato assai preferibile limitarsi a correggerne alcuni aspetti.
Francesco MARI (AVS), soffermandosi sulla riforma del reddito di cittadinanza recata dal provvedimento in esame, fa notare che l’obiettivo del Governo e della maggioranza sembra essere quello di trasferire gli interventi in materia di sostegno sociale, occupazione, formazione professionale dal centro al livello locale, in tal modo rendendo più discrezionale l’erogazione di certe prestazioni, finora garantita in tutto il territorio nazionale secondo la previsione di requisiti oggettivi e chiari. Ritiene che una simile tendenza rischi di pregiudicare le tutela dei lavoratori e sia da contrastare.
Walter RIZZETTO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, pone in votazione la proposta di relazione formulata dal relatore, avvertendo che, in caso di sua approvazione, la relazione di minoranza presentata si intenderà preclusa e non sarà posta in votazione.
La Commissione approva la proposta di relazione favorevole del relatore. Delibera altresì di nominare, ai sensi dell’articolo 120, comma 3, del Regolamento, il deputato Coppo quale relatore presso la V Commissione.
Walter RIZZETTO, presidente, avvertendo che risulta pertanto preclusa la proposta di relazione di minoranza presentata dal gruppo PD-IDP, comunica che l’onorevole Gribaudo è stata indicata quale relatrice di minoranza dal gruppo PD-IDP.
Avverte quindi che la relazione approvata dalla Commissione, unitamente alla relazione di minoranza, sarà trasmessa, ai sensi dell’articolo 120 del Regolamento, alla V Commissione (Bilancio).
La seduta termina alle 14.50.
UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
L’ufficio di presidenza si è riunito dalle alle 14.50 alle 15.
SEDE CONSULTIVA
Lunedì 5 dicembre 2022. — Presidenza del presidente Walter RIZZETTO.
La seduta comincia alle 11.30.
Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025.
C. 643-bis Governo.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).
La Commissione inizia l’esame del provvedimento in titolo.
Walter RIZZETTO, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori relativa al provvedimento in oggetto sarà assicurata mediante l’attivazione dell’impianto audiovisivo a circuito chiuso.
Ricorda che il disegno di legge di bilancio è composto di due sezioni: nella prima sono riportate le disposizioni in materia di entrata e di spesa aventi a oggetto misure quantitative funzionali a realizzare gli obiettivi di finanza pubblica, mentre nella seconda sono indicate le previsioni di entrata e di spesa, espresse in termini di competenza e di cassa, tenendo conto delle variazioni derivanti dalle disposizioni della citata prima sezione.
Nello specifico saranno quindi esaminate da questa Commissione, oltre alle disposizioni di propria competenza contenute nella prima sezione, anche le parti di competenza delle Tabelle relative agli stati di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze e del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, contenute nella seconda sezione.
L’esame si concluderà con l’approvazione di una relazione sulle parti di competenza del disegno di legge di bilancio e con la nomina di un relatore. Potranno essere presentate relazioni di minoranza. La relazione approvata dalla Commissione e le eventuali relazioni di minoranza saranno trasmesse alla Commissione bilancio.
La Commissione potrà inoltre esaminare eventuali proposte emendative riferite alle parti di sua competenza. Riguardo al regime di presentazione di dette proposte ricordo che gli emendamenti che riguardano parti di competenza della Commissione potranno essere presentati sia in quest’ultima, sia direttamente presso la Commissione bilancio, nel termine da essa fissato, anche al solo scopo di consentire a quest’ultima di respingerli ai fini della loro ripresentazione in Assemblea. La stessa regola è peraltro applicata, in via di prassi, anche agli emendamenti compensativi all’interno di parti di competenza di questa Commissione.
Eventuali emendamenti approvati saranno inclusi nella relazione della Commissione.
La valutazione circa l’ammissibilità degli emendamenti presentati presso questa Commissione sarà effettuata da questa Presidenza prima del loro esame, secondo le previsioni del Regolamento della Camera e della legislazione vigente in materia, fermo restando che, come da prassi, gli emendamenti che fossero approvati saranno comunque sottoposti, analogamente a quelli presentati direttamente in V Commissione, a una puntuale valutazione di ammissibilità, ai fini dell’esame in sede referente, da parte della presidenza della medesima V Commissione.
Ricorda che sono previste specifiche regole per l’emendabilità della prima e della seconda sezione nonché per gli emendamenti volti a modificare, con finalità di compensazione, contemporaneamente la prima e la seconda sezione del disegno di legge di bilancio, ferme restando le regole ordinarie sulla compensatività, a seconda che si tratti di oneri di parte corrente o in conto capitale. Riguardo a tali specifiche regole, rinvio integralmente alle linee guida di carattere procedurale contenute nella lettera della Presidenza della Camera, inviata ai Presidenti delle Commissioni permanenti in data 25 ottobre 2016, adottate in occasione della prima applicazione della riforma della legge di contabilità e finanza pubblica introdotta dalla legge n. 163 del 2016.
Nel ricordare che il termine per la presentazione delle proposte emendative e degli ordini del giorno riferiti alle parti di competenza del disegno di legge è fissato alle ore 17 della giornata odierna, cede la parola al relatore per il suo intervento introduttivo.
Marcello COPPO (FDI), relatore, segnala preliminarmente che il disegno di legge si articola nella sezione I, recante le disposizioni in materia di entrata e di spesa, con effetti finanziari aventi decorrenza nel triennio 2023-2025, e nella sezione II, recante le disposizioni di approvazione degli stati di previsione dei Ministeri.
Preannuncia, quindi, che nella sua relazione si soffermerà in particolar modo sulle disposizioni riconducibili alle competenze dalla XI Commissione, comprese nella sezione I. Tali disposizioni sono contenute principalmente nel Titolo IV del disegno di legge di bilancio, denominato «Lavoro, famiglia e politiche sociali» e in particolare nel capo I, dagli articoli 52 a 64, relativo al lavoro e alle politiche sociali.
Fa presente che gli obiettivi della manovra finanziaria in oggetto sono la tutela del sistema produttivo nazionale, la sua crescita e parallelamente la volontà di porre argine alle conseguenze dell’aumento dell’inflazione per le imprese e le fasce di popolazione, specialmente quelle con bassi redditi. La via seguita per raggiungere questi obiettivi è la valorizzazione del lavoro e dell’occupazione. Il provvedimento si inserisce in un quadro dove altre norme già emanate hanno provveduto ad aiutare famiglie e imprese in balia delle difficoltà nate da caro energia e inflazione. Solo considerando anche questo aspetto più generale si può comprendere pienamente quanto oggi l’azione del Governo è mossa dalla convinzione che l’unica via di uscita dalla crisi economica attuale è mettere in sicurezza il sistema «impresa» nazionale ed investire in occupazione e lavoro, dove il «più assumi e meno paghi» è uno dei principi che emerge come filo conduttore.
Anche le norme che prevedono la possibilità di pensionamento anticipato sono un chiaro segnale del rispetto che si deve al lavoro svolto da molte persone che, grazie a questo loro impegno di una vita, potranno accedere anticipatamente alla pensione. Di pari passo c’è la facoltà di poter decidere di continuare a lavorare, ma giustamente senza dover continuare a versare contributi: un giusto riconoscimento a chi, anche potendo smettere di lavorare, si sente o ha voglia di continuare a creare ricchezza per la sua Nazione.
Fa presente che successivamente si soffermerà più nel dettaglio, ma gli articoli che descriverà con più accuratezza sono in gran parte volti ad aiutare le fasce deboli e quindi, diminuendo il cuneo fiscale, aumentando le pensioni con una indicizzazione decrescente con l’aumentare del loro ammontare, prevedere sgravi per nuove assunzioni, anticipare l’età pensionabile (specialmente per le donne e i lavoratori delle imprese in crisi), riconoscere una tassazione di favore per le premialità retributive o per le somme che le imprese volessero corrispondere in più ai propri dipendenti. Una visione dove impresa e lavoro camminano mano nella mano e non certo in un’ottica conflittuale.
Nello stesso modo ci sono norme, che saranno oggetto di una relazione in altra Commissione – per sua competenza specifica – contenute in articoli che riportano lo Stato al fianco del contribuente, il quale, nella stragrande maggioranza dei casi trovatosi in difficoltà economiche, avrà la possibilità di pagare il dovuto all’Erario, senza sanzioni e orpelli che rendono impossibile mettersi in regola. Anche queste misure permettono a molte persone e imprese di ripartire e uscire dal limbo in cui erano confinate per una «vis» eccessivamente punitiva esercitata senza un diritto alla difesa adeguatamente proporzionato.
Dopo questa premessa, passa ad esaminare più nello specifico il contenuto del provvedimento in esame.
L’articolo 52 prevede, per il 2023, un esonero sulla quota dei contributi previdenziali dovuti dai lavoratori dipendenti, pari al 2 per cento per le retribuzioni fino a 2.692 euro e del 3 per cento per le retribuzioni fino a 1.538 euro al mese.
L’articolo 53 introduce un’ulteriore fattispecie di pensionamento anticipato (Quota 103) alla quale si può accedere maturando, entro il 31 dicembre 2023, un’età anagrafica di almeno 62 anni e un’anzianità contributiva di almeno 41 anni, a condizione che il valore lordo mensile del trattamento di pensione anticipata non sia superiore a cinque volte il trattamento minimo. Il comma 3 abroga le disposizioni della legge n. 234 del 2021 istitutive di un fondo destinato a favorire l’uscita anticipata dal lavoro, su base convenzionale, dei lavoratori aventi almeno 62 anni di età e dipendenti da piccole e medie imprese in crisi.
L’articolo 54 prevede, per i lavoratori dipendenti che, pur avendo maturato i requisiti pensionistici della predetta «quota 103», rimangono in servizio, il venire meno dell’obbligo di versamento dei contributi all’ente previdenziale; il medesimo importo viene quindi corrisposto interamente al lavoratore.
L’articolo 55 proroga anche per il 2023 l’istituto di pensionamento anticipato denominato «Ape sociale».
L’articolo 56 ammette al trattamento pensionistico anticipato denominato «Opzione donna» le lavoratrici che entro il 31 dicembre 2022 abbiano almeno 35 anni di anzianità contributiva e 60 anni di età (ridotti di un anno per ogni figlio nel limite massimo di due anni) e che offrano assistenza a un familiare, abbiano una riduzione della capacità lavorativa di almeno il 74 per cento o siano lavoratrici licenziate o dipendenti da imprese in crisi (in tale ultimo caso il requisito anagrafico è pari a 58 anni).
L’articolo 57 introduce, ai commi 1, 2 e 3, un esonero contributivo totale a favore dei datori di lavoro, per dodici mesi, fino a 6.000 euro, in relazione alle assunzioni a tempo indeterminato di percettori del reddito di cittadinanza, effettuate nel 2023, alternativo a quello già previsto dalla normativa vigente. Estende, ai successivi commi 4 e 5, alle assunzioni effettuate nel 2023 gli esoneri contributivi al 100 per cento, fino a 6.000 euro, già previsti per le assunzioni di donne svantaggiate e di giovani al di sotto di 36 anni. Proroga, infine, al comma 6, al 31 dicembre 2023 il termine entro cui i soggetti di età fino a 40 anni che si iscrivono alla previdenza agricola fruiscono della decontribuzione al 100 per cento per due anni.
L’articolo 58, introduce, per gli anni 2023 e 2024, una disciplina speciale per l’indicizzazione dei trattamenti pensionistici che riduce la percentuale applicabile agli importi superiori a quattro volte il trattamento minimo. Al comma 2 prevede, invece, per le pensioni di importo pari o inferiore al trattamento pensionistico minimo, in aggiunta alla rivalutazione automatica, un incremento dell’1,5 per cento per le mensilità del 2023 e del 2,7 per cento per quelle del 2024.
L’articolo 59 modifica la disciplina del reddito di cittadinanza applicabile nel corso del 2023, nelle more di una organica riforma delle misure di sostegno alla povertà e di inclusione attiva. In particolare, si prevede che, nel 2023, il reddito di cittadinanza sia riconosciuto per un massimo di 8 mensilità, salvo il caso in cui siano presenti nel nucleo familiare persone con disabilità, minorenni o persone con almeno sessant’anni di età. Si dispone l’obbligo, per i beneficiari cosiddetti «occupabili», di frequentare un corso di formazione o riqualificazione per 6 mesi; si prevede la decadenza dal beneficio qualora non sia accettata la prima offerta di lavoro congrua, anche se perviene nei primi diciotto mesi di fruizione del Reddito di cittadinanza. Si prevede inoltre il coinvolgimento da parte dei comuni di tutti i beneficiari occupabili nell’ambito dei progetti utili alla collettività e che il maggior reddito da lavoro, fino a 3 mila euro lordi, percepito in forza di contratti di lavoro stagionale o intermittente non concorra alla determinazione del beneficio economico.
L’articolo 61 prevede il rifinanziamento, per 250 milioni di euro annui a decorrere dal 2023, del Fondo sociale per l’occupazione e per la formazione, per l’erogazione dei trattamenti di sostegno al reddito previsti dalle disposizioni vigenti a favore dei lavoratori delle imprese operanti in aree di crisi industriale complessa, dei dipendenti dei call center, dei lavoratori del gruppo Ilva, dei dipendenti delle imprese che cessano l’attività produttiva e dei lavoratori del settore ittico in caso di fermo pesca.
L’articolo 62 stanzia 1 miliardo di euro, per il solo 2023, per l’erogazione di un emolumento accessorio una tantum, pari all’1,5 per cento dello stipendio, da corrispondersi per tredici mensilità, a favore dei dipendenti delle amministrazioni statali; per il personale dipendente da altre amministrazioni, gli oneri da destinare alla medesima finalità sono posti a carico dei rispettivi bilanci.
L’articolo 64 estende la facoltà di ricorrere a prestazioni di lavoro occasionale elevando da cinque a dieci mila euro l’anno il limite massimo dei compensi che possono essere corrisposti da ciascun utilizzatore. Ne ammette il ricorso agli utilizzatori con un numero di dipendenti con contratto a tempo indeterminato fino a dieci, anziché a cinque. Consente, infine, l’erogazione di tali prestazioni nel settore agricolo anche da parte di soggetti diversi da quelli rientranti nelle categorie specificate all’articolo 54, comma 8 (ossia pensionati, studenti fino a 25 anni, disoccupati e percettori di forme di sostegno al reddito).
Nel medesimo titolo IV, al capo II, dedicato a famiglia e disabilità, l’articolo 66 incrementa dal 30 per cento all’80 per cento della retribuzione l’indennità per congedo parentale riconosciuto alle lavoratrici dipendenti per un mese entro il sesto anno di vita del figlio.
Per i profili di competenza della Commissione, segnala anche quanto previsto: all’articolo 107, comma 1, laddove dispone l’incremento delle risorse del Fondo unico a sostegno del movimento sportivo italiano, destinando 1 milione di euro l’anno a decorrere dal 2023 al sostegno della maternità delle atlete non professioniste; all’articolo 134, comma 21, nella misura in cui consente la riapertura dei termini per la stabilizzazione del personale degli enti locali impegnato nelle operazioni di ricostruzione a seguito dei sismi del 2002, del 2009, del 2012 e del 2016; all’articolo 153, comma 12, che riduce l’autorizzazione di spesa per il pensionamento anticipato dei lavoratori precoci di 80 milioni di euro per il 2023, 90 milioni di euro per il 2024 e 120 milioni di euro l’anno dal 2025; all’articolo 153, commi da 15 a 17, che istituiscono un Fondo per le assunzioni di personale da parte delle amministrazioni centrali dello Stato che hanno conseguito determinati obiettivi di spesa, con una dotazione pari ad euro 20 milioni per il 2023, 25 milioni per il 2024 e 30 milioni a decorrere dal 2025, al fine del potenziamento delle competenze delle medesime amministrazioni in materia di analisi, valutazione delle politiche pubbliche e revisione della spesa.
Per completezza, per i profili di interesse della Commissione, segnala, infine, che: l’articolo 12 eleva a 85 mila euro la soglia massima dei compensi annui al di sotto della quale si può applicare un’imposta forfettaria del 15 per cento sostitutiva; l’articolo 13 introduce, a determinate condizioni e solo per il 2023, per i titolari di reddito d’impresa o lavoro autonomo che non applicano il regime forfettario, una tassa piatta al 15 per cento sugli aumenti di reddito conseguiti rispetto ai tre anni precedenti; l’articolo 14 qualifica come redditi da lavoro dipendente le somme destinate dai clienti a titolo di liberalità (cosiddette mance) nei settori della ristorazione e dell’attività ricettive, sottoponendole a un’imposta sostituiva dell’Irpef e delle relative addizionali territoriali con aliquota del 5 per cento; l’articolo 15 dispone la riduzione dal 10 al 5 per cento dell’aliquota dell’imposta sostitutiva sulle somme erogate sotto forma di premi di risultato o di partecipazione agli utili d’impresa ai lavoratori dipendenti del settore privato; l’articolo 19 estende il regime della ritenuta a titolo di imposta sostitutiva del 5 per cento, sulle somme corrisposte in Italia da parte della assicurazione invalidità, vecchiaia e superstiti Svizzera (AVS) e della gestione della previdenza professionale per la vecchiaia, i superstiti e l’invalidità svizzera (LPP), anche al contribuente che riceva all’estero il loro accredito; l’articolo 50 riconosce all’Agenzia delle entrate la possibilità di indire procedure concorsuali pubbliche volte al reclutamento di nuovo personale, in aggiunta alle assunzioni già autorizzate o consentite, anche in deroga alle norme vigenti sul reclutamento delle figure professionali e sulla mobilità nelle amministrazioni pubbliche; l’articolo 60 reca disposizioni dirette ad incoraggiare, fino a renderla ordinaria, la presentazione della DSU in modalità precompilata; l’articolo 63 dispone l’incremento di 10 milioni di euro l’anno, dal 2023, le risorse del fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità, al fine di potenziare le azioni previste dal Piano strategico nazionale contro la violenza sulle donne e stanzia ulteriori risorse per l’attuazione del Piano nazionale d’azione contro la tratta e il grave sfruttamento degli esseri umani; l’articolo 65 modifica la disciplina dell’assegno unico e universale per i figli a carico. In particolare, il comma 1 aumenta del 50 per cento l’importo riconosciuto per ciascun figlio di età fino a un anno o, per le famiglie con almeno tre figli e un ISEE fino a 40 mila euro, fino a tre anni. Il comma 2 rende strutturali gli incrementi previsti nel 2022 per i figli maggiorenni con disabilità; l’articolo 145 autorizza a iscrivere all’Albo dei segretari comunali e provinciali anche i borsisti non vincitori ma risultati idonei al termine del corso-concorso del 2021 e dispone circa l’impiego delle risorse del fondo del Ministero dell’interno istituito per l’assunzione a tempo determinato di personale tecnico a supporto per l’attuazione del PNRR.
Infine segnala che la Sezione II reca gli stati di previsione dei singoli Ministeri. In particolare, l’articolo 158 riguarda lo stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali (Tabella n. 4). In ogni caso, per questa parte, faccio rinvio alla documentazione predisposta dal Servizio Studi, che è a disposizione di tutti i colleghi.
Arturo SCOTTO (PD-IDP) esprime la contrarietà del suo gruppo sul provvedimento in esame, dal momento che esso appare debole dal punto di vista degli interventi sociali, recando disposizioni punitive nei confronti dei soggetti più fragili e deboli. Ritiene inoltre che il provvedimento in esame sia privo di interventi a favore delle lavoratrici, come dimostra quanto previsto in materia di trattamento pensionistico anticipato denominato «Opzione donna». Fa notare, quindi, che alcune delle disposizioni recate dal testo in oggetto, in tema di voucher, sembrano caratterizzate da una impronta che definisce «schiavistica», lesiva delle prerogative di alcune categorie di lavoratori, preannunciando, in conclusione, la presentazione di emendamenti volti a modificare il provvedimento in esame.
Mauro Antonio Donato LAUS (PD-IDP) fa notare che dal contenuto del provvedimento in esame e dalle finalità annunciate si desume una evidente carenza di iniziativa che contraddice palesemente gli intenti preannunciati in sede di campagna elettorale. Ritiene che un simile quadro di inadeguatezza delle misure predisposte non sia giustificabile, tenuto conto che i gruppi dell’attuale maggioranza dovrebbero essere ben consapevoli della situazione dei conti pubblici, avendo anche svolto un ruolo convinto di opposizione nella passata legislatura, che sembrava far presagire una maggiore chiarezza di progettualità. Ritiene inoltre necessario, in vista di un confronto serio e ponderato tra i gruppi, che la maggioranza chiarisca i contenuti del provvedimento in esame, atteso che, secondo quanto si apprende dagli organi di stampa, non vi è ancora certezze sulla portata di certe misure, che appare controversa e suscettibile di modifiche. Preannuncia, in conclusione, la presentazione di proposte emendative volte a modificare l’impostazione del provvedimento in esame.
Francesco MARI (AVS) esprime contrarietà sul provvedimento in esame, che ritiene privo di interventi strutturali, prevedendo piuttosto mere prestazioni «una tantum». Evidenzia inoltre che le misure da esso recate rischiano di precarizzare ulteriormente il mondo del lavoro, osservando che risultano ampiamente disattese le promesse sbandierate in sede di campagna elettorale. Preannuncia, in conclusione, la presentazione di proposte emendative a testimonianza della posizione di netta contrarietà del suo gruppo.
Walter RIZZETTO, presidente, facendo riferimento ad alcune considerazioni svolte nell’odierno dibattito, osserva che una valutazione più compiuta sugli effetti di talune misure assunte dal Governo potrà essere svolta nei prossimi mesi, una volta che sarà delineato il quadro di interventi di riforma che l’Esecutivo ha intenzione di realizzare. Fa presente, infine, che i gruppi potranno esprimere le proprie posizioni, eventualmente anche attraverso la presentazione di proposte di modifica, nel prosieguo dell’esame, anche in Commissione bilancio e in Assemblea, auspicando un ampio e costruttivo confronto.
Rinvia quindi il seguito dell’esame alla seduta pomeridiana già prevista all’ordine del giorno.
La seduta termina alle 12.
SEDE CONSULTIVA
Lunedì 5 dicembre 2022.
La seduta comincia alle 14.50.
DL 169/2022: Disposizioni urgenti di proroga della partecipazione di personale militare al potenziamento di iniziative della NATO, delle misure per il servizio sanitario della regione Calabria, nonché di Commissioni presso l’AIFA. Differimento dei termini per l’esercizio delle deleghe in materia di associazioni professionali a carattere sindacale tra militari.
C. 664 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alle Commissioni IV e XII).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).
La Commissione avvia l’esame del provvedimento in titolo.
Walter RIZZETTO, presidente, avverte che nella seduta odierna la Commissione esprimerà il parere di propria competenza.
Dà quindi la parola alla relatrice Nisini affinché svolga il suo intervento introduttivo e formuli la sua proposta di parere.
Tiziana NISINI (LEGA), relatrice, osserva che il provvedimento, che consta di 7 articoli, all’articolo 1 prevede la proroga di 3 mesi – fino al 31 dicembre 2022 – dell’invio del contingente militare italiano impegnato nell’ambito dall’unità di alta prontezza della NATO denominata Very high readiness joint task force (VJTF) – da ultimo prorogata, fino al 30 settembre 2022, dall’articolo 1, comma 1, del decreto-legge n. 14 del 2022 – al fine di rispondere all’emergenza determinata dal perdurare delle condizioni di gravità della situazione in Ucraina. Si fa notare, al riguardo, che il comma 3 di tale articolo 1, nella riformulazione operata in sede referente al Senato, stabilisce che dall’attuazione dell’articolo 1 non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. A tal proposito, la relazione tecnica fa presente che la proroga non comporta nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, essendo gli oneri ad essa collegati assorbiti dalle minori esigenze finanziarie generate a seguito della rimodulazione temporale del numero di personale immesso o da immettere nel teatro operativo per l’intero periodo (1° aprile 2022 – 31 dicembre 2022).
L’articolo 1-bis prevede disposizioni di integrazione dei settori di spesa nei contratti relativi alle missioni internazionali, ampliando il novero dei servizi, relativi alla partecipazione a missioni internazionali, per i cui contratti di fornitura il Ministero della difesa è autorizzato ad avviare fin dall’anno precedente le procedure di affidamento.
L’articolo 1-ter integra il Codice dell’ordinamento militare al fine di autorizzare il Ministero della difesa, nell’ambito delle iniziative aventi finalità di mantenimento della pace e della sicurezza internazionale, all’acquisizione di materiali non d’armamento e alla realizzazione di lavori ed opere ai fini della successiva cessione a titolo gratuito.
La disposizione in esame precisa che le richiamate prestazioni sono funzionali alla successiva cessione a titolo gratuito e hanno luogo nel rispetto delle disposizioni in materia di contratti pubblici e nei limiti delle risorse assegnate.
Segnala, quindi, per quanto attiene agli ambiti di competenza della XI Commissione, che appaiono peraltro piuttosto limitati nel provvedimento in esame, l’articolo 1-quater, che reca disposizioni sulla permanenza in servizio dei maestri direttori della banda della Polizia di Stato e della Guardia di finanza.
Osserva inoltre che l’articolo 2 estende di 6 mesi il periodo massimo disposto a normativa vigente per l’applicabilità delle misure a sostegno del Servizio sanitario della regione Calabria, in scadenza il prossimo 11 novembre 2022. Dalla proroga sono escluse alcune disposizioni già oggetto di modifica da parte di successivi interventi a sostegno del sistema sanitario regionale, come, ad esempio, quelle relative al compenso aggiuntivo in favore dei Commissari degli enti del Servizio sanitario regionale. L’esclusione dalla proroga è compensata infatti dal ripristino dell’intero trattamento economico dei direttori generali degli enti del SSR, con legge regionale n. 28 del 4 agosto 2022.
In particolare, assume rilievo il comma 1-ter, che specifica che il personale non dirigenziale assunto dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) per supportare le attività dei Commissari ad acta per l’attuazione dei Piani di rientro dai disavanzi sanitari regionali – personale assegnato fino al 31 dicembre 2024 a supporto del Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi sanitari della Regione Calabria e di altre strutture inerenti al Servizio sanitario della Regione Calabria – può essere destinato a operare anche presso il Dipartimento tutela della salute, servizi sociali e socio-sanitari della «Azienda per il Governo del servizio sanitario della regione Calabria – Azienda zero».
Fa presente quindi che il comma 1-quater stabilisce che le possibilità di reclutamento e di conferimento di incarichi a termine da parte della Regione Calabria sono finalizzate non solo a garantire la piena operatività della Gestione sanitaria accentrata del relativo Servizio sanitario regionale, ma anche a concorrere all’erogazione dei livelli essenziali di assistenza e ad assicurare il rispetto della direttiva europea sui tempi di pagamento e l’attuazione del piano di rientro dei disavanzi sanitari della Regione Calabria.
L’articolo 3, con una modifica all’articolo 38, comma 1, del decreto-legge n. 152 del 2021, recante disposizioni di adeguamento al PNRR, dispone una proroga al 28 febbraio 2023 – rispetto al termine di scadenza del 15 ottobre scorso – della permanenza in carica dei componenti delle commissioni consultive presso l’AIFA (la Commissione tecnico-scientifica per la valutazione dei farmaci e il Comitato prezzi e rimborso) operanti dalla scadenza in regime di prorogatio. Tale articolo reca inoltre alcune disposizioni a regime in materia di organi dell’AIFA e relative modalità di nomina e funzioni (soppressione delle attuali commissioni consultive, alla scadenza della proroga anzidetta, e istituzione della Commissione scientifica ed economica del farmaco che ne erediterà le funzioni; istituzione dell’organo denominato Presidente dell’AIFA; soppressione della figura del direttore generale dell’AIFA, a decorrere dalla data di efficacia della nomina del primo Presidente dell’AIFA; rinvio a un decreto del Ministro della salute per la disciplina delle modalità di nomina e delle funzioni del Presidente e dei direttori amministrativo e tecnico-scientifico dell’AIFA).
L’articolo 4 infine dispone in merito all’entrata in vigore del decreto-legge.
Si fa notare, infine, che, in base ad una modifica introdotta in sede referente al Senato, il comma 2 dell’articolo 1 del disegno di legge di conversione differisce di ulteriori 12 mesi il termine per l’esercizio, da parte del Governo, di alcune deleghe contenute nella legge 28 aprile 2022, n. 46, in materia di associazioni professionali a carattere sindacale tra militari.
Formula, in conclusione, una proposta di parere favorevole sul provvedimento in esame.
Chiara GRIBAUDO (PD-IDP) preannuncia il voto di astensione del suo gruppo sulla proposta di parere della relatrice, giudicando paradossale realizzare un’ampia riforma del sistema AIFA mediante un provvedimento d’urgenza.
Davide AIELLO (M5S) preannuncia il voto di astensione del suo gruppo sulla proposta di parere della relatrice.
Antonio D’ALESSIO (A-IV-RE) preannuncia il voto di astensione del suo gruppo sulla proposta di parere della relatrice.
Francesco MARI (AVS) preannuncia il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere della relatrice.
La Commissione approva la proposta di parere favorevole della relatrice.
Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025.
C. 643-bis Governo.
(Parere alla V Commissione).
(Seguito dell’esame e rinvio).
La Commissione prosegue l’esame del provvedimento in titolo, rinviato nell’odierna seduta antimeridiana.
Chiara GRIBAUDO (PD-IDP) esprime forti perplessità sull’articolo 56 del provvedimento in esame, in materia di trattamento pensionistico anticipato cosiddetta «opzione donna», giudicando grave che il Governo decida di fare cassa ai danni delle lavoratrici, limitandone l’accesso al trattamento pensionistico anticipato. Fa presente che il suo gruppo su tale questione porterà avanti una battaglia politica con convinzione, mediante la presentazione di specifici emendamenti, giudicando inaccettabile peraltro condizionare tale prestazione previdenziale al fatto di avere o meno dei figli. Esprime quindi forti dubbi sugli articoli 57 e 59 del provvedimento in esame, non rinvenendo in essi alcuna misura seria di contrasto alla povertà, né di tutela effettiva nei confronti di soggetti fragili, come, ad esempio le donne vittime di violenza. Ritiene che la manovra in esame, comprendendo disposizioni quali quelle in tema di voucher e tetto del contante, rechi una vera e propria riforma del lavoro mascherata, che va nella direzione di una sempre maggiore precarizzazione dei rapporti del lavoro, sulla scia di quanto già maturato dai gruppi di maggioranza in tema di salario minimo.
Davide AIELLO (M5S) giudicando le misure in tema di opzione donna inaccettabili, dal momento che determinano una discriminazione nei confronti delle donne, fa presente che su tale versante il suo gruppo condurrà una forte opposizione. Fa notare che il provvedimento in esame determinerà maggiore ingiustizia sociale, riducendo le misure di sostegno ai più poveri e precarizzando ulteriormente il mercato del lavoro, come testimoniato dalle disposizioni in materia di prestazioni di lavoro occasionale. Preannuncia infine la presentazione di proposte emendative volte a garantire più equità e giustizia sociale.
Marta SCHIFONE (FDI) esprime soddisfazione e orgoglio per una manovra che ritiene garantisca crescita economica, mediante il supporto alle imprese, e giustizia sociale, tramite il sostegno ai più fragili.
Evidenzia come, a fronte di un quadro di risorse limitate, il Governo abbia tracciato una linea di priorità ben precise, destinando due terzi delle relative disponibilità finanziarie ad interventi tesi ad affrontare l’emergenza energetica. Condivise le misure in tema di voucher, chieste a gran voce dai settori dell’agricoltura e del turismo, fa notare che molte delle norme del provvedimento – come il taglio del cuneo fiscale, l’ampliamento dell’ambito di operatività della flat tax, l’estensione dell’assegno unico – vanno in direzione di una maggiore tutela dei soggetti più deboli.
Dario CAROTENUTO (M5S) esprime rabbia e delusione per un provvedimento che ritiene leda la dignità dei lavoratori, privandoli di un sostegno necessario di sopravvivenza, come quello garantito dal reddito di cittadinanza, che, a suo avviso, in un mercato del lavoro sempre più difficile, rappresenta l’unica forma di tutela. Fatto notare che certi interventi normativi rischiano di alimentare il malcontento in tutto il territorio nazionale, preannuncia la presentazione di proposte emendative volte ad un miglioramento di un testo valutato come inadeguato.
Tiziana NISINI (LEGA) osserva che il provvedimento in esame riflette una scelta politica chiara del Governo di centrodestra ed esprime una visione basata su una sinergia tra imprese e lavoro, in opposizione all’idea portata avanti da gruppi come M5S e PD, che, al contrario, ritiene alimentino divisioni, tendendo a rappresentare gli imprenditori pregiudizialmente come disonesti. Fa notare che la scelta di destinare gran parte delle risorse alla questione del «caro bollette» testimonia la consapevolezza della grave crisi in atto, dalla quale, a suo avviso, deriva il rischio della chiusura di numerose aziende e la perdita del lavoro di tanti lavoratori. Ritiene poi inaccettabile che alcuni gruppi di opposizione, parlando delle norme in materia di voucher, riferiscano di misure dall’impronta schiavista, ritenendo, piuttosto, che il vero schiavismo è praticato da quelle cooperative che negano lo stipendio ai propri dipendenti, come emerso di recente, ad esempio nel territorio della regione Lazio. Fa notare che l’ampliamento del ricorso al lavoro occasione è stato richiesto con forza dal tessuto economico produttivo, in accordo con le organizzazioni sindacali, al fine di supplire alla mancanza di manodopera in alcuni periodi dell’anno, nell’ambito di certi settori specifici dell’impresa.
Ritiene condivisibile una linea di azione governativa che, abbandonando politiche assistenzialiste, rivendichi la necessità di attuare corrette politiche attive del lavoro, che diano vera dignità ai lavoratori, sbloccando ulteriori possibilità di assunzione attraverso il sostegno alle imprese private, assicurato ad esempio con le norme in tema di flat tax.
Chiara TENERINI (FI-PPE) esprime profonda soddisfazione per un provvedimento che, dopo aver affrontato con efficacia la questione primaria dell’emergenza energetica, si colloca nell’ambito di un percorso di programma più complessivo, a cui si darà attuazione nei prossimi mesi. Ritiene che il testo rechi norme ampiamente condivisibili in tema di previdenza, flat tax, taglio del cuneo fiscale, che rappresentano solo il primo passo di un lungo cammino di riforme, Ritiene quindi grave che alcuni esponenti dell’opposizione parlino di schiavismo con riferimento ad alcune disposizioni in tema di voucher, considerato che il lavoro occasione rappresenta uno strumento flessibile che va incontro alle imprese e ai lavoratori. Quanto alla revisione del reddito di cittadinanza ritiene che essa riporti tale strumento alla sua finalità originaria, che è quella di dare sostegno in vista di una futura occupazione, peraltro senza toglierlo alle persone realmente bisognose, impossibilitate a trovare un’occupazione.
Davide AIELLO (M5S) giudica grave insinuare, come ha fatto la deputata Nisini, che il gruppo M5S tenda a rappresentare il mondo imprenditoriale in termini negativi, come se fosse composto da persone disoneste, contestando con forza tale affermazione. Facendo poi riferimento ad alcune considerazioni svolte dai gruppi di maggioranza rispetto al reddito di cittadinanza, fa notare che tale prestazione è erogata anche nei confronti di coloro che già lavorano, ma non hanno un reddito adeguato. Fa notare, dunque, che la vera questione sia rappresentata dal livello dei salari, che andrebbe aumentato. Ritiene piuttosto che pesanti responsabilità in tema di carenza di politiche attive del lavoro ricadano sulle regioni, in particolare quelle amministrate dal centrodestra, che poco hanno fatto, a suo avviso, in tale ambito, giudicando poi controproducente che ora si decida di fare a meno dei navigator, con il rischio di indebolire ancor di più il sistema dei centri per l’impiego. Chiede in conclusione al presidente di garantire un confronto leale e corretto, invitandolo a stigmatizzare quegli interventi che risultino gravemente lesivi della dignità degli altri gruppi.
Marco SARRACINO (PD-IDP) contesta l’affermazione che i gruppi di opposizione sarebbero ostili al mondo imprenditoriale, come paventato da alcuni esponenti della maggioranza, rivendicando piuttosto il diritto dei gruppi di minoranza di esprimere la propria contrarietà ad un provvedimento che giudica «classista» e suscettibile di generare ingiustizia sociale, come rilevato peraltro, a suo avviso, dalle stesse forze sociali. Ritiene dunque giusto definire inique le norme in tema di voucher, opzione donna, congedo parentale, facendo notare che non viene assunta alcuna iniziativa di contrasto alla povertà, in coerenza con la posizione assunta dai gruppi di maggioranza sul tema del salario minimo, tema sul quale il suo gruppo intende svolgere una convinta battaglia politica.
Lorenzo MALAGOLA (FDI) dichiara di comprendere la rabbia e il senso di confusione provati dai gruppi di opposizione, che testimoniano come il provvedimento in esame rechi in sé una precisa connotazione identitaria, che si ricollega ad un programma di governo chiaro, unitario, in netta antitesi alle formule dei Governi tecnici degli ultimi anni, in cui, a suo avviso, potevano trovare collocazione le opzioni politiche più varie. Rivendica la legittimità degli interventi assunti in materia di riduzione del cuneo fiscale, sostegno alle imprese e alle famiglie, facendo notare che essi rispondono a scelte politiche chiare, volte a dare attuazione a certe priorità. Invita alcuni esponenti dell’opposizione a non strumentalizzare la questione del reddito di cittadinanza, evitando di cavalcare ideologicamente l’onda emotiva di alcuni territori del Sud. Evidenzia come le stesse forze sociali abbiano espresso un giudizio variegato sui contenuti della manovra e non si possa dunque affermare che vi sia uno schieramento compatto di soggetti contrari.
Mauro Antonio Donato LAUS (PD-IDP) chiede delucidazioni circa le modalità di applicazione dell’articolo 59 in materia di revisione del reddito di cittadinanza, non comprendendo quali potrebbero essere gli effetti di un eventuale mancato svolgimento del percorso di formazione e/o riqualificazione professionale, di cui al comma 3, per cause non imputabili al percettore del reddito.
Dario CAROTENUTO (M5S) fa notare che lo strumento del reddito di cittadina è stato introdotto come misura tampone, in mancanza di altri interventi di riforma, al fine di garantire strumenti di sopravvivenza per coloro che sono privi di altre fonti di reddito e al fine di contrastare gli squilibri sociali alimentati da un mercato del lavoro inadeguato.
Francesco MARI (AVS) ritiene che le problematiche derivanti dall’estensione dei voucher derivino, prima ancora che da un loro eventuale abuso, dalla natura stesso di tale strumento flessibile, che, a suo avviso, rischia di rendere il mondo del lavoro più precario e privo di garanzie. Fa notare che nessuno è ostile delle imprese, ma si chiede semplicemente di rispettare alcune forme di tutela dei lavoratori.
Silvio GIOVINE (FDI) ritiene giusto riformare il reddito di cittadinanza che ritiene abbia fallito sotto tutti i profili, avendo peraltro determinato un palese spreco di risorse. Quanto ai voucher, evidenzia come tale strumento possa contribuire a fare emergere il lavoro nero e a regolarizzare i rapporti di lavoro, invitando i gruppi di opposizione a mutare la loro idea negativa espressa sul mondo dell’impresa. In risposta ad alcune considerazioni svolte dal deputato Aiello, evidenzia come alcune regione del Nord amministrate dal centrodestra, tra cui cita la Lombardia e il Veneto, hanno rappresentato un esempio virtuoso in tema di realizzazione di politiche attive sul lavoro.
Emiliano FOSSI (PD-IDP) ritiene il provvedimento in esame abbia una impronta classista che lede i diritti dei più deboli, ponendosi lungo una direzione sbagliata già intrapresa dai gruppi di maggioranza ad esempio in tema di salario minimo.
Antonio D’ALESSIO (A-IV-RE), preannunciando la contrarietà al provvedimento in esame, fa notare, in ogni caso, che il suo gruppo intende valutare con attenzione il contenuto effettivo delle diverse norme che saranno poste in discussione, senza alcuna ostilità ideologica.
Walter RIZZETTO, presidente, in risposta ad alcune richieste di delucidazione formulate dal deputato Laus, osserva che, da una lettura dell’articolo 59, comma 3, del provvedimento in esame, si può desumere con chiarezza come una eventuale impossibilità di svolgere il corso di formazione e/o di riqualificazione professionale obbligatorio, per cause non imputabili al percettore del medesimo beneficio, non possa determinare alcuna decadenza dal beneficio. Richiamando poi alcune considerazioni svolte nel dibattito, evidenzia come la riduzione del cuneo fiscale realizzata nel provvedimento in esame rappresenti un primo importante passo avanti, vicino a quanto richiesto dalla Confindustria, ritenendo altresì essenziale le misure tese ad affrontare il caro energia, senza le quali la sorte di numerose aziende sarebbe in pericolo. Evidenziato che le iniziative assunte nella manovra di bilancio si pongano lungo una linea di riforme che è destinata a trovare attuazione nei mesi futuri, fa notare, richiamando il tema del salario minimo, che su tale argomento non vi è alcuna preclusione dei gruppi di maggioranza, tanto che l’atto di indirizzo approvato in Assemblea evidenzia proprio la necessità di ampliare gli ambiti della contrattazione collettiva, evitando che ci siano settori scoperti ed esposti alla mancanza di tutele. Ritiene, in conclusione, rispondendo ad alcune osservazioni svolte dal deputato Aiello, di aver garantito un confronto serrato ma leale tra i gruppi, facendo notare che in alcuni casi i toni sono stati accesi da entrambe le parti.
Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell’esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 16.