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Commissione Lavoro, pubblico e privato (Dai Resoconti Sommari)

redazione
Aprile19/ 2023

AUDIZIONI INFORMALI
Giovedì 20 aprile 2023.

Audizioni informali nell’ambito dell’esame delle proposte di legge C. 141 Fratoianni, C. 210 Serracchiani, C. 216 Laus, C. 306 Conte, C. 432 Orlando e C. 1053 Richetti, recanti disposizioni in materia di giusta retribuzione e salario minimo.
Audizione di rappresentanti di CISAL, CONF.A.E.L., CONFSAL e CUB.

L’audizione si è svolta dalle 14.20 alle 15.15.

Audizione di rappresentanti di Confindustria.

L’audizione si è svolta dalle 15.15 alle 15.45.

SEDE CONSULTIVA
Mercoledì 19 aprile 2023 — Presidenza della vicepresidente Tiziana NISINI. – Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Claudio Durigon.

La seduta comincia alle 13.30.

Documento di economia e finanza 2023.
Doc. LVII, n. 1, Annesso e Allegati.
(Parere alla V Commissione).
(Seguito dell’esame e conclusione – Parere favorevole).

La Commissione prosegue l’esame del provvedimento, rinviato nella seduta di ieri.

Tiziana NISINIpresidente, ricorda che nella precedente seduta il relatore ha svolto una relazione introduttiva e che nella seduta odierna la Commissione procederà all’espressione del parere di competenza.
Invita, quindi, il relatore a formulare la sua proposta di parere.

Lorenzo MALAGOLA (FDI) formula una proposta di parere favorevole, di cui raccomanda l’approvazione.

Tiziana NISINIpresidente, avverte che i gruppi del PD-IDP e del M5S hanno presentato proprie proposte alternative di parere (vedi allegati 2 e 3) che saranno poste in votazione solo qualora fosse respinta la proposta di parere del relatore.

Valentina BARZOTTI (M5S) illustra la proposta alternativa di parere del suo gruppo, raccomandandone l’approvazione. Preannuncia il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere formulata dal relatore, facendo notare che il DEF 2023 in esame non prevede alcuna crescita, risultando carente sotto il profilo del sostegno ai soggetti più fragili. Giudica vergognosa l’eliminazione del reddito di cittadinanza, aggravata dalla mancanza assoluta di politiche attive sul lavoro e dall’assenza di interventi sul salario minimo.

Mauro Antonio Donato LAUS (PD-IDP) illustra la proposta alternativa di parere del suo gruppo, raccomandandone l’approvazione. Preannuncia il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere formulata dal relatore, facendo notare che il suo gruppo ha una visione di politica economica completamente opposta a quella della maggioranza. Fa notare che il DEF 2023 non reca alcuna previsione a favore dei giovani e delle donne, né reca interventi adeguati per i pubblici dipendenti e per la stabilizzazione dei lavoratori flessibili. Lamenta inoltra la completa mancanza di norme sulla previdenza, non comprendendo, peraltro, per quale ragione la maggioranza non parli più di interventi volti a superare la legge Fornero.

Francesco MARI (AVS) preannuncia il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere formulata dal relatore, ritenendo che il DEF 2023 in esame non rechi interventi adeguati ad affrontare le criticità del Paese.

Aboubakar SOUMAHORO (MISTO) preannuncia il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere formulata dal relatore, facendo notare che il provvedimento in esame, ignorando lavoratori, soggetti fragili e imprese, non prende in considerazione le vere priorità del Paese.

Tiziana NISINIpresidente, nessun altro chiedendo di intervenire, pone in votazione la proposta di parere del relatore, avvertendo che, se questa risulterà approvata, saranno precluse le proposte di parere alternative presentate dai gruppi del PD-IDP e del M5S.

La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

DL 34/2023: Misure urgenti a sostegno delle famiglie e delle imprese per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale, nonché in materia di salute e adempimenti fiscali.
C. 1060 Governo.
(Parere alle Commissioni VI e XII).
(Seguito dell’esame e conclusione – Parere favorevole con osservazione).

La Commissione prosegue l’esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 12 aprile 2023.

Tiziana NISINIpresidente, ricorda che nella precedente seduta il relatore ha svolto una relazione introduttiva e che nella seduta odierna la Commissione procederà all’espressione del parere di competenza.
Invita, quindi, il relatore a formulare la sua proposta di parere.

Andrea VOLPI (FDI), relatore, formula una proposta di parere favorevole con un’osservazione, di cui raccomanda l’approvazione.

Mauro Antonio Donato LAUS (PD-IDP), fatto notare che il suo gruppo si sarebbe astenuto se il provvedimento avesse recato esclusivamente le norme in materia di sostegno alle famiglie e alle imprese – che, comunque, valutato il testo in esame, a suo avviso, appaiono ancora insufficienti – osserva che il suo gruppo non può che esprimere un parere convintamente contrario, tenuto conto che il testo in oggetto reca una parte fortemente critica, laddove prevede un vero e proprio scudo penale per taluni reati tributari.

La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

DL 35/2023: Disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria.
C. 1067 Governo.
(Parere alle Commissioni VIII e IX).
(Seguito dell’esame e conclusione – Parere favorevole).

La Commissione prosegue l’esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 12 aprile 2023.

Marta SCHIFONE (FDI), relatrice, formula una proposta di parere favorevole, di cui raccomanda l’approvazione.

Mauro Antonio Donato LAUS (PD-IDP) preannuncia il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere formulata dalla relatrice, per ragioni di metodo e di merito. Dopo aver evidenziato la completa mancanza di confronto, fa notare che il provvedimento in esame – che definisce un «salto nel vuoto», peraltro compiuto senza tenere in considerazione il parere dell’ANAC – recuperando un progetto precedente, mira esclusivamente ad avvantaggiare i privati, senza risolvere il contenzioso attualmente pendente e omettendo di prevedere limiti in relazione all’aggravio dei costi, in violazione della normativa europea.

La Commissione approva la proposta di parere della relatrice.

Valentina BARZOTTI (M5S), intervenendo sull’ordine dei lavori, ritiene grave che la maggioranza non sia autonoma e debba ricorrere al voto decisivo della Presidenza per approvare i suoi provvedimenti. Ritiene che questo rappresenti un pericoloso precedente.

La seduta termina alle 13.50.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
L’ufficio di presidenza si è riunito dalle 13.50 alle 14.20.

AUDIZIONI INFORMALI
Mercoledì 19 aprile 2023.

Audizione informale di rappresentanti di Confprofessioni, Confapi e Unilavoro PMI, nell’ambito dell’esame delle proposte di legge C. 141 Fratoianni, C. 210 Serracchiani, C. 216 Laus, C. 306 Conte, C. 432 Orlando e C. 1053 Richetti, recanti disposizioni in materia di giusta retribuzione e salario minimo.

L’audizione si è svolta dalle 14.45 alle 15.40.

RISOLUZIONI
Martedì 18 aprile 2023  — Presidenza del presidente della VII Commissione Federico MOLLICONE. – Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali Claudio Durigon.

La seduta comincia alle 15.40.

7-00083 Mollicone: Iniziative normative in favore dei lavoratori del settore dello spettacolo.
(Discussione).

Federico MOLLICONEpresidente, avverte che il gruppo FDI ha chiesto che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche attraverso il sistema di ripresa audiovideo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l’attivazione.
Passando ad illustrare brevemente la risoluzione in titolo, riferisce di averla presentata, con il collega Rizzetto, non come esponente di una parte politica, ma in qualità di presidente della VII Commissione, raccogliendo l’istanza diffusa nel mondo artistico a seguito della sentenza della Corte di cassazione del 29 dicembre 2022 che ha ribaltato il giudizio di tribunali e corti d’appello in merito all’interpretazione e all’applicazione della norma concernente la determinazione della retribuzione pensionabile dei lavoratori dello spettacolo, obbligando questi ultimi alla restituzione di cifre anche ingenti.
Ricorda quindi che la materia del contendere ha riguardato, nello specifico, la determinazione della «quota B», corrispondente agli anni di anzianità contributiva successivi al 1° gennaio 1993, e, in specie, la questione se debba permanere anche per la «quota B» il limite della retribuzione giornaliera pensionabile di cui all’articolo 12, settimo comma, del decreto del Presidente della Repubblica n. 1420 del 1971. Secondo quanto stabilito nelle precedenti pronunce giurisdizionali prima della recente sentenza della Suprema Corte il limite alla retribuzione giornaliera pensionabile opererebbe per la sola «quota A», mentre non sarebbe più in vigore per la «quota B» della pensione, che sarebbe regolata esclusivamente dall’articolo 4, comma 8, del decreto legislativo n. 182 del 1997, provvedimento che ha dato attuazione alla delega contenuta nella legge n. 335 del 1995, in materia di regime pensionistico per i lavoratori dello spettacolo.
Pertanto, il fine specifico della risoluzione è quello di dirimere una questione altamente penalizzante per i lavori dello spettacolo facendo in tal modo assumere al Parlamento il ruolo di acceleratore di soluzioni.
Assicurando la propria disponibilità a possibili miglioramenti di un testo che è molto tecnico, invita i deputati a sottoscrivere la risoluzione o a presentare proposte di modifica.

Mauro Antonio Donato LAUS (PD-IDP) chiede che sia concesso ai gruppi un congruo tempo per valutare con attenzione il contenuto della risoluzione in titolo, atteso che essa è stata presentata su iniziativa dei presidenti delle Commissioni VII e XI e non è stato ancora possibile un confronto tra i gruppi stessi, neanche in via informale, in ordine al merito delle rilevanti questioni in discussione.

Federico MOLLICONEpresidente, associandosi alle considerazioni del deputato Laus, precisa che l’accelerazione della procedura è legata soltanto alla delicatezza e all’urgenza del tema. Invita dunque i componenti delle Commissioni a far pervenire alle Presidenze le loro considerazioni sulla risoluzione in esame.
Quindi, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell’esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.50.

AUDIZIONI INFORMALI
Martedì 18 aprile 2023.

Audizione informale di rappresentanti di CGIL, CISL, UIL e UGL sulle prospettive produttive e occupazionali dello stabilimento Stellantis di Melfi.

L’audizione informale è stata svolta dalle 12.40 alle 13.10.

SEDE CONSULTIVA
Martedì 18 aprile 2023. — Presidenza della vicepresidente Chiara GRIBAUDO. – Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Claudio Durigon.

La seduta comincia alle 13.45.
Documento di economia e finanza 2023.
Doc. LVII, n. 1, Annesso e Allegati.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l’esame del provvedimento.

Lorenzo MALAGOLA (FDI), relatore, osserva che la Commissione è chiamata a esprimere alla V Commissione (Bilancio) il parere di propria competenza sul Documento di economia e finanza 2023, che, insieme con l’annessa relazione, reca un aggiornamento degli obiettivi programmatici di finanza pubblica.
Come indicato nelle premesse, il DEF vede la luce in un quadro economico che resta incerto e non privo di rischi: negli ultimi tempi la morsa della pandemia e del caro energia si è allentata, ma la guerra in Ucraina non conosce tregua, le tensioni geopolitiche restano elevate e il rialzo dei tassi di interesse e il drenaggio di liquidità operato dalle banche centrali hanno fatto affiorare sacche di crisi nel sistema bancario internazionale. Tuttavia, rispetto alle previsioni formulate immediatamente dopo lo scoppio del conflitto, l’andamento degli scambi commerciali è stato più robusto delle attese grazie a molteplici fattori, tra cui la resilienza del mercato del lavoro nelle economie avanzate e l’avvio di una fase di sostituzione della Russia come fornitore di alcune categorie di beni con altri produttori, soprattutto nel settore energetico. In un simile contesto, il DEF rileva come l’economia italiana continui a mostrare notevole resilienza e vitalità.
I nuovi valori, mentre confermano, in termini di indebitamento netto complessivo delle pubbliche amministrazioni, quelli previsti dal precedente quadro programmatico (definito dalla Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza per il 2022), prevedono una variazione rispetto a questi ultimi in termini di indebitamento netto strutturale (saldo nel quale sono escluse dal computo le misure considerabili una tantum dalla Commissione europea e le variazioni imputabili alla congiuntura economica).
La suddetta conferma dei precedenti valori programmati in termini di indebitamento netto complessivo determina il conseguimento di un margine di risorse finanziarie disponibili, in quanto l’attuale quadro tendenziale condurrebbe a valori di indebitamento netto inferiori a quelli già programmati (e ora oggetto di conferma). Per tale scostamento è necessaria l’autorizzazione a maggioranza assoluta da parte di ciascuna Camera.
Tali margini ammontano a 3,4 miliardi di euro per il 2023 e a 4,5 miliardi di euro per il 2024 (tali valori sono comprensivi della conseguente maggiore spesa per interessi passivi), mentre per gli anni successivi l’autorizzazione allo scostamento richiesta alle Camere concerne esclusivamente l’onere per gli interessi passivi derivante dal suddetto impiego di risorse per il 2023 e il 2024.
Riguardo al medesimo impiego delle risorse, il Documento in esame e l’annessa Relazione indicano che: quelle suddette relative al 2023 saranno destinate ad una riduzione del cuneo fiscale e contributivo a carico dei lavoratori dipendenti (in particolare, mediante un intervento di riduzione dei contributi dei lavoratori con redditi medio-bassi), con il duplice scopo di incrementare i redditi reali delle famiglie e di «limitare la rincorsa salari-prezzi, che renderebbe la vampata inflazionistica causata dai prezzi energetici e alimentari più sostenuta nel tempo, trasformandola in strutturale»; le risorse relative al 2024 saranno destinate a interventi di riduzione della pressione fiscale.
Più in particolare, il nuovo quadro programmatico prevede: un incremento del PIL (in termini reali e non nominali) pari all’1,0 per cento nell’anno in corso, all’1,5 per cento nel 2024, all’1,3 per cento nel 2025 e all’1,1 per cento nel 2026 (si ricorda che il suddetto precedente quadro programmatico prevedeva un incremento pari allo 0,6 per cento nell’anno in corso, all’1,9 per cento nel 2024 e all’1,3 per cento nel 2025); un tasso di indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni (in rapporto al PIL) pari al 4,5 per cento per l’anno in corso, al 3,7 per cento per il 2024, al 3,0 per cento per il 2025 e al 2,5 per cento per il 2026 (con conferma, come accennato, dei valori del precedente quadro programmatico, che era relativo agli anni fino al 2025); un tasso di indebitamento netto strutturale delle pubbliche amministrazioni (nel quale, come detto, sono escluse dal computo le misure considerabili una tantum dalla Commissione europea e le variazioni imputabili alla congiuntura economica) pari (sempre in rapporto al PIL) al 4,9 per cento per l’anno in corso, al 4,1 per cento per il 2024, al 3,7 per cento per il 2025 e al 3,2 per cento per il 2026 (la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza per il 2022 prevedeva un valore pari al 4,8 per cento per l’anno in corso, al 4,2 per cento per il 2024 e al 3,6 per cento per il 2025); un tasso di disoccupazione pari al 7,7 per cento per l’anno in corso, al 7,5 per cento per il 2024, al 7,4 per cento per il 2025 e al 7,2 per cento per il 2026 (la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza per il 2022 prevedeva un tasso di disoccupazione pari al 7,9 per cento per l’anno in corso, al 7,6 per cento per il 2024 e al 7,4 per cento per il 2025).
Sull’occupazione, pertanto, i dati del 2022 e del primo trimestre del 2023 sono incoraggianti e registrano il 60,8 per cento di occupati e un aumento delle posizioni a tempo indeterminato; il tasso di disoccupazione è sceso, per l’ottavo anno consecutivo, all’8,1 per cento, e anche quello della disoccupazione giovanile, pur restando decisamente superiore alla media europea, è in netto calo (24 per cento nel 2022, contro il 29,7 dell’anno precedente).
La previsione tendenziale a legislazione vigente evidenzia, nel quadriennio 2023-2026, il proseguimento della crescita dell’occupazione, portando il numero di occupati a fine periodo a 23,9 milioni (da 23,1 milioni del 2022), accompagnata da una più contenuta espansione dell’offerta di lavoro. Il tasso di disoccupazione scenderebbe dall’8,1 per cento nella media del 2022, al 7,7 nell’anno in corso per poi attestarsi al 7,2 per cento a fine periodo.
In relazione alla domanda di lavoro, il Documento, nel sottolineare una fase di ripresa della stessa e un incremento occupazionale, evidenzia che tale fase è stata accompagnata da una crescita del tasso di posti vacanti, che nel quarto trimestre del 2022 è risultato pari al 2,4 per cento, il valore più alto dal 2016. I valori più elevati si riscontrano nelle costruzioni e nell’attività di alloggio e ristorazione.
Per quanto concerne le retribuzioni contrattuali, nel 2022 si è rilevata una crescita dell’1,1 per cento. La debole dinamica delle retribuzioni contrattuali riflette l’elevato numero di contratti in attesa di rinnovo, che coinvolge 6,1 milioni di dipendenti (il 49,6 per cento del totale). Per contro, nel 2022 le retribuzioni lorde per dipendente hanno registrato una crescita del 3,7 per cento.
Si rileva inoltre che, in considerazione della stretta integrazione fra il PNR e l’implementazione del PNRR, il DEF 2023 offre una valutazione aggiornata delle stime dell’impatto macroeconomico complessivo delle misure di spesa del PNRR, che tiene conto delle informazioni al momento disponibili sulle spese effettuate nel triennio 2020-2022 e di ipotesi di natura tecnica in merito alla ripartizione delle spese sui rimanenti anni, nelle more della ridefinizione del Piano in corso. Per quanto riguarda le riforme, la valutazione di impatto macroeconomico è stata effettuata per i seguenti ambiti: istruzione e ricerca, politiche attive del mercato del lavoro, Pubblica Amministrazione (PA), giustizia, concorrenza ed appalti.
Sempre nell’ambito del PNRR, a queste riforme si aggiunge il Piano nazionale per il contrasto al lavoro sommerso che mira, tra l’altro, a favorire l’emersione di lavoratori altrimenti esclusi dai percorsi di qualificazione e riqualificazione necessari all’aggiornamento delle loro competenze ed evitarne una rapida obsolescenza.
Si rileva che il DEF ipotizza che questi e altri interventi determineranno un aumento dei tassi di partecipazione al mercato del lavoro, osservando che sviluppo delle conoscenze e del talento, sostegno alla ricerca e innovazione, rappresentano elementi fondamentali, ma non sufficienti per sviluppo del Paese. Per valorizzare le competenze sono infatti necessarie, secondo quanto indicato nel DEF, adeguate strategie di facilitazione dell’incontro tra l’offerta e le domanda di lavoro.
Il DEF afferma che, nonostante una robusta crescita nel corso del 2022 e all’inizio del 2023, il tasso di occupazione italiano appare ancora insufficiente a garantire la sostenibilità di un sistema di protezione e sicurezza sociale che deve far fronte al costante invecchiamento della popolazione. Nel contesto europeo, l’Italia rimane tuttavia ampiamente in ritardo rispetto alle altre economie del continente, con un divario del tasso di occupazione di oltre dieci punti percentuali rispetto alla media UE e ancora lontano dall’obiettivo nazionale del 73 per cento per la classe 20-64 anni fissato nell’ambito del piano di implementazione del Pilastro Europeo dei Diritti Sociali. Oltre al tasso di occupazione, sono ancora diverse le sfide evidenziate per l’Italia. Nell’ambito delle politiche del lavoro e della formazione, queste attengono in particolare all’elevato tasso di disoccupazione giovanile, al pronunciato divario nei tassi di occupazione tra uomini e donne, alla elevata quota di giovani che non studiano, non lavorano e non sono impegnati in attività formative (i cosiddetti Neet), all’alto tasso di abbandono prematuro degli studi e alla bassa quota di laureati tra i giovani in età tra 25 e 34 anni. Il basso tasso di partecipazione al mercato del lavoro – in particolare in alcune aree del Paese e tra alcuni gruppi sociodemografici – e la ancora insufficiente inclusività del sistema educativo e formativo rendono quantomai necessario un potenziamento del sistema delle politiche attive del mercato del lavoro, la cui capacità di attivazione, intermediazione e sviluppo delle competenze appare ancora inadeguata alla luce delle transizioni in atto nell’economia e nella società. Nel percorso verso il raggiungimento di questo obiettivo entrano in gioco numerose variabili sulle quali il Governo sta intervenendo innanzitutto con il PNRR – che contempla numerose azioni relative al rafforzamento delle politiche attive del lavoro, al potenziamento delle competenze e alla lotta al lavoro sommerso.
In tale contesto, con riferimento agli aspetti di competenza della Commissione lavoro, il Documento in esame osserva che le azioni intraprese nel corso del 2022 e nei primi mesi del 2023 per il miglioramento delle prospettive occupazionali hanno riguardato in particolare l’attuazione e lo sviluppo dei seguenti programmi nazionali:

il Programma nazionale GOL (Programma nazionale per la garanzia di occupabilità dei lavoratori), rivolto ai soggetti privi di occupazione e sostenuto da un piano di investimenti per il rafforzamento dei servizi pubblici per l’impiego, che costituisce uno strumento di erogazione di servizi specifici di politica attiva del lavoro e di progettazione professionale personalizzata, basati sui criteri del conseguimento dei livelli essenziali delle prestazioni, della prossimità degli interventi e dell’integrazione in rete dei servizi territoriali;

il Programma Sistema Duale – relativo ai giovani tra i 15 e i 25 anni e basato in particolare su forme di alternanza tra scuola e lavoro e su contratti di apprendistato –;

il Fondo nuove competenze, rivolto ai lavoratori delle imprese che hanno stipulato intese o accordi collettivi di rimodulazione dell’orario di lavoro, in relazione alle esigenze di formazione derivanti dalle innovazioni negli ambiti del processo di prodotto, dell’organizzazione degli occupati o dei servizi.

Il Governo evidenzia come tali strumenti abbiano contribuito alla diminuzione del tasso di disoccupazione, anche con riferimento a quella giovanile, scesi rispettivamente all’8,1 e al 24 per cento. Il Documento ipotizza che la riforma delle politiche attive del mercato del lavoro e della formazione – diretta in larga parte, come detto, al Programma (GOL) e al Piano nazionale nuove competenze – e altri interventi determineranno non solo un aumento dei tassi di partecipazione al mercato del lavoro, ma anche un impatto rilevante sul PIL, comportando un aumento già nel 2026 (+1,5 per cento), che diverrà ancora maggiore nel lungo periodo (+3,5 per cento rispetto allo scenario di base).
Il DEF sottolinea, inoltre, che, tra gli interventi finalizzati a rendere i sistemi formativi più aderenti alle suddette necessità del mercato del lavoro e a favorire la mobilità dei lavoratori anche nel contesto nazionale, vi è l’adozione del rapporto italiano di referenziazione dei titoli e delle qualifiche al Quadro Europeo – EQF, che rappresenta altresì un intervento complementare al PNRR.
In tema di politiche del lavoro, inoltre, il Documento sottolinea l’intenzione del Governo di procedere alla riforma del Reddito di cittadinanza; secondo il Documento, tale istituto si è mostrato inefficace nel favorire l’attivazione e l’inserimento nel mercato del lavoro dei beneficiari e i relativi criteri di calcolo sono sfavorevoli (in rapporto ad altre famiglie) per le famiglie più numerose e verosimilmente maggiormente bisognose di supporto; la revisione dell’istituto deve essere operata, secondo il Documento, in «una prospettiva di inclusione attiva», di piena integrazione della rete dei servizi per il lavoro, pubblici o privati, con il sistema dei servizi sociali presenti sul territorio, di potenziamento dei servizi erogati e della capacità di presa in carico del beneficiario, nonché di rafforzamento del sistema di verifiche e controlli.
Riguardo all’ambito previdenziale, si fa notare che l’analisi delle tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico italiano è operata dal Documento in esame in base alla legislazione vigente, e quindi tenendo conto degli istituti transitori solo per l’orizzonte di applicazione vigente (ivi compresi gli istituti che non sono stati più oggetto di proroga, ma che possono ancora trovare applicazione in alcuni casi e determinare effetti finanziari).
Tale impostazione è connessa anche alla circostanza che il Documento in esame non reca indicazioni specifiche sui contenuti delle misure che potrebbero essere adottate nel settore pensionistico (anche in relazione alle scadenze, a legislazione vigente, di alcuni istituti). Si ricorda, tuttavia, che nell’elenco, definito dallo stesso Documento, di disegni di legge da qualificare come collegati alle leggi di bilancio figura un disegno di legge recante interventi in materia di disciplina pensionistica.
Il Documento prende in considerazione, per il periodo 2024-2070, sia l’ipotesi di crescita del PIL reale pari all’1 per cento annuo sia l’ipotesi in cui tale tasso di crescita annuo sia pari all’1,1 per cento.
In entrambe le ipotesi, la crescita del rapporto tra spesa per pensioni e PIL accelera fino a raggiungere un picco nel 2036, con un valore pari al 17,4 per cento nella prima ipotesi e al 17,3 per cento nella seconda ipotesi (si ricorda che il rapporto previsto per il 2023 è pari al 15,8 per cento). Tale andamento crescente, rileva il Documento, è in via principale la conseguenza dell’incremento del rapporto tra il numero di pensioni e il numero degli occupati; tale incremento è dovuto all’ingresso in quiescenza delle generazioni del baby boom e al carattere solo parziale della compensazione mediante l’innalzamento dei requisiti minimi di accesso al pensionamento e mediante il contenimento degli importi pensionistici (derivante dalla graduale applicazione del sistema di calcolo contributivo sull’intera vita lavorativa). Dopo il 2040, il suddetto rapporto percentuale decresce progressivamente, in ragione della graduale uscita delle generazioni del baby boom (oltre che sulla base dell’applicazione in via generale del sistema di calcolo contributivo e dell’adeguamento dei requisiti per il trattamento in relazione all’evoluzione della speranza di vita).
Quanto alle risposte di policy alle principali sfide del Paese, nell’ambito delle materie di interesse della Commissione, il DEF, per quanto concerne la riforma della pubblica amministrazione, afferma l’idea di fondo che la pubblica amministrazione, nelle sue varie declinazioni, deve diventare la principale alleata dei cittadini e delle imprese attraverso la semplificazione e la digitalizzazione delle procedure. La formazione del personale rappresenta una leva strategica per la gestione delle risorse umane, nell’ottica di un impegno pluriennale da considerare come un investimento a lungo termine per aumentare produttività e creazione di valore pubblico.
Nel Programma nazionale di riforma 2023, il Governo, dunque, individua tre priorità di azione per proseguire l’azione di modernizzazione ed efficientamento della pubblica amministrazione, anche in risposta alle sfide poste dal PNRR, che ha previsto tale azione quale riforma orizzontale e abilitante.
Le tre direttrici di percorso sono: il miglioramento dei meccanismi di accesso e delle procedure di selezione in modo da favorire il ricambio generazionale; la semplificazione di norme e procedure; la qualificazione delle risorse umane.
A seguito della semplificazione e della digitalizzazione delle procedure di reclutamento del personale per la copertura dei fabbisogni strutturali e le esigenze connesse all’attuazione del PNRR – che rappresenta uno degli aspetti della più ampia riforma della P.A. prevista dal Piano – il Governo stima circa 350.000 ingressi, pari al 10,9 per cento dell’attuale forza lavoro (3,2 milioni di dipendenti pubblici) nel biennio 2022-2023, considerando sia le sostituzioni del turnover che le nuove assunzioni.
Tale modernizzazione delle procedure selettive ha consentito, come riportato nel Documento in esame, una riduzione significativa della durata media dei concorsi, passando da 786 giorni delle procedure bandite nel 2019 a 189 giorni nel 2021 e a 169 giorni nel 2022. Il Governo sottolinea che gli ulteriori interventi programmati mirano a contenere la durata dei concorsi al di sotto dei sei mesi.
Il Documento ricorda che la suddetta semplificazione è stata raggiunta anche grazie ad un imponente investimento nelle infrastrutture digitali necessarie all’organizzazione delle procedure selettive, quali il Portale unico del Reclutamento InPA. Sul punto, il Governo ne prevede lo sviluppo anche come App per incrementarne la diffusione.
La riforma del reclutamento del personale della pubblica amministrazione coinvolge anche la riforma delle competenze e delle carriere poiché le nuove modalità di selezione si inseriscono nell’ambito della riprogettazione del sistema dei profili professionali, di sviluppo delle carriere e di formazione professionale. Poiché con l’adozione del decreto-legge n. 36 del 2022 è stato definito il quadro normativo di rango primario connesso a tale riforma, il Governo annuncia che entro il 30 giugno 2023 saranno adottati anche gli atti di fonte secondaria, le linee guida e gli indirizzi per l’attuazione e sarà altresì definito il modello di governance della riforma.
Si segnalano poi le misure indicate dal Governo per sopperire alla carenza di organico del sistema sanitario. Al riguardo, si fa notare che il Governo è intervenuto anche recentemente con un decreto-legge approvato dal Consiglio dei ministri a fine marzo che contiene diverse disposizioni in materia di personale sanitario, con specifico riguardo al potenziamento dei servizi di emergenza-urgenza, nonché prevedendo incentivi per gratificare il lavoro in pronto soccorso.
Il Documento evidenzia altresì la necessità di prestare particolare attenzione ai gruppi attualmente sottorappresentati nel mercato del lavoro, in particolare giovani e donne.
Quanto all’impegno del Governo per le nuove generazioni, il DEF ricorda che esso si concretizza anche in una serie di disposizioni della legge di bilancio per il 2023, finalizzate a supportare i giovani nei momenti chiave del loro sviluppo, tra cui quella sull’un esonero contributivo al 100 per cento per l’assunzione di giovani sotto i 36 anni.
Il Documento evidenzia che, nell’ambito delle Missioni del PNRR che coinvolgono più o meno direttamente i giovani, oltre a quelle relative all’istruzione e alla ricerca e alla digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, vi è anche la Missione Inclusione e coesione, con gli interventi per il rafforzamento dell’apprendistato duale e il potenziamento del Servizio civile universale, che possono contribuire a ridurre il numero di NEET.
Quanto alla parità di genere, nel DEF si afferma che il Governo è convinto che le politiche per le pari opportunità costituiscano un importante motore di crescita per il Paese, se realizzate tramite azioni integrate, concrete e in linea con le indicazioni europee. Anche nelle premesse delle Raccomandazioni specifiche per Paese (CSR) 2022 della Commissione europea, è richiamata l’opportunità di attuare politiche relative al mercato del lavoro per migliorare le prospettive occupazionali, in particolare delle donne. In questa prospettiva, è stata adottata la Strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026, la prima per l’Italia. Essa è stata concepita con l’obiettivo di sistematizzare un approccio trasversale e integrato volto alla promozione delle pari opportunità e della parità di genere, ponendosi l’obiettivo di far guadagnare all’Italia 5 punti nella classifica del Gender Equality Index dell’EIGE.
In tale prospettiva, il Documento ricorda che uno degli strumenti individuati dal PNRR è il sistema di certificazione della parità di genere per le imprese, divenuto pienamente operativo nel corso del 2022.
Inoltre, il Documento segnala che la Ministra per la famiglia, le pari opportunità e la natalità ha recentemente presentato un progetto di Codice di Autodisciplina per le imprese responsabili verso la maternità, uno strumento di moral suasion che avrebbe l’obiettivo di ridurre il fenomeno delle dimissioni per maternità e di creare un clima di collaborazione sulla maternità tra aziende e dipendenti.
Il Governo fa presente infine che il Consiglio dei ministri, il 23 febbraio 2023, ha approvato il disegno di legge di revisione del sistema degli incentivi alle imprese, che prevede, tra l’altro, la redazione di un codice degli incentivi che contenga disposizioni per il riconoscimento di una premialità alle imprese che valorizzino la quantità e qualità del lavoro femminile, nonché il sostegno alla natalità.
Si ricorda infine che il Documento reca un elenco di disegni di legge che il Governo dichiara collegati alla manovra di bilancio. Al riguardo, si segnala (tralasciando quelli già all’esame delle Camere o comunque già approvati dal Consiglio dei ministri), per le materie di interesse della Commissione, la previsione di:

un disegno di legge recante interventi in materia di disciplina pensionistica;

un disegno di legge recante misure a sostegno delle politiche per il lavoro;

un disegno di legge recante interventi in favore delle politiche di contrasto alla povertà.

Possono inoltre presentare profili di interesse un codice in materia di disabilità, un disegno di legge di rafforzamento del sistema della formazione superiore e della ricerca, un disegno di legge recante misure organiche per la promozione, la valorizzazione e la tutela del Made in Italy, un disegno di legge recante disciplina della professione di guida turistica, un disegno di legge recante rimodulazione delle piante organiche del personale amministrativo degli uffici giudiziari e ridefinizione dei profili professionali, anche con riferimento al Tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie.

Valentina BARZOTTI (M5S) si dichiara sbigottita dalla leggerezza con la quale il Governo decide di eliminare un fondamentale strumento di contrasto alla povertà, rappresentato dal reddito di cittadinanza, senza prevedere alcuna misura alternativa. In proposito, fa notare l’inerzia dell’Esecutivo sul versante delle politiche attive, rilevando che appare largamente inattuato il piano di rafforzamento dei centri per l’impiego, nonostante le risorse stanziate consentirebbero l’assunzione di oltre 11 mila lavoratori. Ritiene dunque grave che, in un mercato del lavoro fortemente problematico, i lavoratori vengano privati di uno strumento di sostegno fondamentale e lasciati in una situazione di profondo disagio sociale. Osserva che tale disagio è ben testimoniato dalle numerose lettere da lei stessa ricevute, tra cui quella di una giovane donna che esprime con drammatico realismo la situazione attuale del mondo del lavoro e le conseguenze nefaste che potrebbero derivare dall’eliminazione del reddito di cittadinanza.

Dario CAROTENUTO (M5S), associandosi alle considerazioni espresse dalla deputata Barzotti, intende anch’egli richiamare – tra i tanti lavoratori che trasmettono alle forze politiche il profondo disagio che stanno vivendo in una fase storica caratterizzata da mancanza di lavoro, bassi salari ed estensione delle fasce di povertà – il caso personale di una giovane che, con la sua lettera, testimonia l’assenza di speranze dei giovani e dei soggetti più fragili, soprattutto del Meridione, dove è forte rischio di rimanere coinvolti nella spirale della criminalità. Ritiene vergognoso che il Presidente del Consiglio ignori tale situazione di disagio sociale, non prendendo in considerazione alcun intervento di contrasto alla povertà.

Mauro Antonio Donato LAUS (PD-IDP) fa notare che nel DEF 2023, nonostante quanto sostenuto dal relatore, non si prevedono interventi concreti a favore di donne e giovani e non si rinviene alcuna visione strategica di programmazione economica. Dopo aver preannunciato che il suo gruppo presenterà una proposta alternativa di parere, fa notare che il quadro programmatico illustrato dal Governo si basa su previsioni del tutto irrealistiche che fanno affidamento sulla completa e rapida – quanto inverosimile – attuazione del PNRR, fondandosi, pertanto, su dato economici privi di fondamento. Evidenzia peraltro che le maggiori risorse che, secondo quanto indicato nel DEF, deriverebbero dalla conferma dei precedenti valori programmatici in termini di indebitamento netto complessivo, non sarebbero sufficienti, a suo avviso, a realizzare le misure di riduzione del cuneo fiscale indicate dal Governo. Fa notare che, oltre che a limitare la rincorsa salari-prezzi, bisognerebbe preoccuparsi della spirale rappresentata dalla crescita dei profitti, così come andrebbero introdotte misure per innalzare i salari dei lavoratori e per intervenire sul tema della rappresentanza delle organizzazioni sindacali, aspetti ignorati nel DEF 2023. Giudicate carenti le misure in ambito sociale, così come quelle in materia di sanità, formazione del personale e trasporto pubblico, prende poi atto con rammarico dell’assenza di interventi in materia previdenziale, non contemplandosi in proposito alcuna misura sulla cosiddetta opzione donna. Si chiede, quindi, come si intenda affrontare il tema del rinnovo dei tanti contratti in scadenza, che, a suo avviso, richiederebbero ben altre risorse finanziarie, non comprendendo, infine, in relazione all’eliminazione del reddito di cittadinanza, l’accanimento del Governo verso i ceti più poveri, che, a suo avviso, testimonia l’assoluta mancanza di una visione strategica di contrasto alla povertà.

Davide AIELLO (M5S), dopo aver preannunciato la presentazione da parte del suo gruppo di un a proposta alternativa di parere, si dichiara amareggiato per il contenuto del DEF 2023 che, a suo avviso, non fa altro che confermare le tendenze già tracciate con l’ultima legge di bilancio, delineando un futuro di recessione. Giudica grave privare i lavoratori del reddito di cittadinanza e, allo stesso tempo, non prevedere alcun serio investimento in materia di politiche attive del lavoro. Fa notare che il potenziamento dei centri per l’impiego previsto in attuazione del PNRR è rimasto in gran parte disatteso, così come è stato smantellato il sistema basato sui navigator, non essendo stati avviati, peraltro, i corsi di formazione previsti dalla normativa vigente, ai quali sarebbe subordinato la concessione del sussidio. Evidenzia come, in materia di contrasto alla povertà, non sia stata prevista alcuna misura alternativa al reddito di cittadinanza, dal momento che si rinvia a provvedimenti futuri dal contenuto vago e incerto, facendo notare, in conclusione, come i giovani preferiscano ormai andare all’estero, in mancanza di fiducia in un Paese che non prevede alcun sostegno.

Chiara GRIBAUDOpresidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell’esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.20.

redazione