Secondo il direttore generale di Confindustria, Marcella Panucci, per l`Italia è in atto “una revisione al rialzo delle stime di aumento del Pil” e “l’uscita dell`economia dalla doppia recessione sta accelerando: dal 2013 il Pil è cresciuto del 3,6%, la velocità si è rafforzata fino a raggiungere il +0,4% medio negli ultimi tre trimestri”.
Nonostante ciò, precisa Panucci nel corso di un’audizione sulla manovra in Senato, “il livello del Pil è ancora del 6,4% sotto il massimo pre-crisi (I trimestre 2008). Al passo attuale il recupero dell`attività perduta si concluderebbe nel 2021”.
“La crescita dell`economia italiana – ha sottolineato – rimane ancora inferiore a quella degli altri paesi Ue e il differenziale rispetto al resto dell`Euroarea, sebbene si stia restringendo, rimane elevato”.
“L`industria – ha aggiunto Panucci – sta guidando la risalita del Pil. Tuttavia, va ricordato che la durata e la profondità della crisi economica hanno eroso significativamente la base industriale del Paese, provocandone un ridimensionamento in termini di numero di imprese e di addetti”.
La risalita della produzione industriale, iniziata nell`autunno del 2014, ha detto il direttore generale di Confindustria, “ha portato a un recupero dell`8,6%, ma la distanza rispetto al picco del 2008 rimane enorme: -18,4%. Se continuasse a salire alla velocità attuale solo nel 2022 tornerebbe ai livelli del 2008”.
Inoltre, per Confindustria alcune misure fiscali contenute nella manovra “rappresentano un passo indietro rispetto all’attuazione della riforma fiscale” mentre altre “rischiano di introdurre complessità operative a carico delle imprese”. In particolare, “all’obbligo generalizzato di fatturazione elettronica tra imprese” segnalando “l’opportunità che il processo di implementazione del nuovo obbligo sia accompagnato da un serio coinvolgimento delle associazioni di categoria, per analizzare preventivamente gli impatti sugli operatori e scongiurare il rischio che si generino ulteriori e più gravi criticità rispetto a quelle riscontrate con il nuovo Spesometro”.
Più in generale, secondo Confindustria, “il disegno di revisione degli adempimenti Iva è insufficiente” perché la fatturazione elettronica “dovrebbe far venir meno l’utilità dei meccanismi di reverse charge (domestico) e split payment che, conseguentemente, potrebbero essere eliminati”.
Nell’immediato, poi, “è urgente ripristinare un termine congruo per l’esercizio della detrazione IVA in modo da restituire alle imprese un tempo adeguato per ricevere, controllare e registrare le fatture, senza mettere a rischio l’esercizio stesso del diritto di detrazione”.
Inoltre Confindustria gudica “distorsivo e miope” l’intervento che esclude dalla base di calcolo degli interessi passivi deducibili i dividendi distribuiti da società controllate estere.
“Si tratta di un correttivo introdotto, appena due anni fa” ha rilevato Panucci “con il preciso obiettivo di non penalizzare gli investimenti in società estere rispetto a quelli in società italiane. Queste continue modifiche della normativa fiscale minano la fiducia degli investitori, specie quando, come nel caso in esame, si interviene in modo retroattivo, incuranti dell’affidabilità nel sistema riposta dalle imprese.”
E.G.