L’agenzia di rating Crif rileva che alla fine del primo trimestre del 2016 il tasso di default delle imprese italiane non finanziarie si è attestato al 4,6%, in riduzione rispetto al 6% registrato a giugno 2015. Il dato è il frutto di una fisiologica tendenza alla normalizzazione del tasso di default, dopo anni di recessione caratterizzati dalla contrazione della domanda aggregata e dalla crescita delle segnalazioni di sofferenze e incagli da parte del sistema bancario. In generale, l’andamento dell’ultimo anno mostra un miglioramento generalizzato per tutti i settori analizzati, la prospettiva per il 2017 è stabile.
“L’aspetto meno positivo di questo dato tuttavia è la conferma che il trend di miglioramento è frutto più dell’effetto selettivo della crisi che di una solida ripresa economica”, ha spiegato Paolo Bono, associate del dipartimento Corporate Ratings di Crif Ratings. “La severa recessione che ha segnato l’economia italiana dal 2008 a oggi ha provocato l’espulsione dal mercato delle aziende meno efficienti e un parziale spostamento della domanda verso le imprese più resilienti”. Il dettaglio settoriale dimostra come il calo dei tassi di default tra il 2Q15 e il 1Q16 sia stato generalizzato coinvolgendo, in maniera più o meno intensa, tutti i settori.
L’outlook per il 2017 è stabile. “Dopo anni di forte volatilità, il tasso di default si assesterà nel corso del 2017 attorno al 4,7%, alla luce di uno scenario caratterizzato da una razionalizzazione del sistema produttivo, molto più che da una sistemica e solida ripresa economica”, ha affermato Roberta Mantovani, rating specialist del dipartimento Corporate Ratings di Crif Ratings.