“Oggi il governo ha dato una risposta ridicola all’interrogazione presentata dal Pd a proposito dei lavoratori che, cessata la mobilità, hanno diritto di accedere alla pensione. La nostra preoccupazione deriva dal fatto che il numero di posti disponibili, 10mila, sia del tutto insufficiente a coprire le esigenze, stante l’attuale situazione di grave crisi che fa stimare a fonti sindacali e imprenditoriali una quantità di richieste superiore alle 40mila unità”. Lo dice Cesare Damiano, capogruppo Pd in commissione Lavoro, primo firmatario della interrogazione.
“Va ricordato che, nel corso del dibattito in Assemblea – prosegue Damiano – il governo aveva accolto un nostro ordine del giorno che impegnava l’esecutivo a monitorare la situazione, al fine di valutare l’opportunità di adottare ulteriori iniziative normative volte a derogare al limite di 10mila soggetti beneficiari. La risposta surreale del sottosegretario al Lavoro Luca Bellotti, oggi in commissione, è consistita in una generica concessione del prolungamento del sostegno al reddito in caso di mancato accesso al pensionamento, da adottarsi con un ipotetico decreto del ministro del Lavoro, ma nei limiti delle risorse disponibili”. “Una vera presa in giro – prosegue – a danno dei lavoratori. Per quanto riguarda il monitoraggio, l’Inps starebbe ancora provvedendo a predisporre la graduatoria dei lavorati interessati e, secondo il ministero del Lavoro, i potenziali destinatari di queste disposizioni nell’anno 2011 sarebbero complessivamente 1200. Un insulto al buon senso che sottolinea, ancora una volta, la distanza abissale tra il Paese reale e questo governo, considerato il fatto che ormai da tre anni la cassa integrazione viaggia alla velocità di un miliardo e 200milioni di ore ogni 12 mesi e che la crisi, la disoccupazione e i processi di mobilità sono in crescita esponenziale. Il rischio è che ci troveremo, fra pochi mesi, di fronte a drammatici problemi occupazionali senza che il governo abbia pensato un intervento preventivo. Come Pd continueremo la nostra battaglia per tutelare i lavorati”. (LF)
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