Un nuovo, si “auspica” ultimo, provvedimento di sostegni per i danni causati dalla pandemia “di prossima attuazione e immediata attuazione” e, grazie al Recovery Plan ma non solo, uno “shock positivo di investimenti pubblici” e “senza precedenti” da 237 miliardi complessivi. Sono le due gambe della “strategia di uscita dalla crisi” definite dal Documento di Economia e Finanza approvato dal Consiglio dei ministri insieme ad uno scostamento di bilancio da 40 miliardi che sarà impiegato principalmente per finanziare il nuovo decreto.
Due gambe che si reggono sulle necessarie “modifiche al sentiero di rientro dell’indebitamento netto, che riflettono la più lunga durata della crisi pandemica rispetto alle ipotesi della Nadef 2020”. Per sostenere lo “sforzo di investimento e rigenerazione del Paese” il “nuovo governo ritiene opportuno posporre il traguardo del 3% di deficit/Pil, al 2025”, si legge nel testo.
Una strategia secondo cui la politica economica deve rimanere “espansiva nel 2022, per poi muovere verso la neutralità nel 2023 e intraprendere un graduale cammino di consolidamento fiscale e persistente riduzione del rapporto debito/Pil dal 2024 in poi”. E che vede così le cifre macroeconomiche partire da un rimbalzo del Pil stimato nel 2021 a +4,5% (era +6% la crescita stimata nella Nadef 2020), per poi passare nel 2022 a +4,8%, assestarsi su un +2,6% nel 2023, quando supererà i livelli pre-crisi pandemica, e un +1,8% nel 2024. Tassi di incremento, sottolinea Palazzo Chigi, “mai sperimentati nell`ultimo decennio”.
Il rapporto deficit/Pil, dopo l’ultimo scostamento da 40 miliardi, si dovrebbe attestare all`11,8% nel 2021 “un livello molto elevato dovuto alle misure di sostegno all`economia e alla caduta del Pil”. Il debito arriverà a sforare il 160% del Pil quest’anno (159,8%) per poi diminuire al 156,3% nel 2022, al 155% nel 2023 e al 152,7% nel 2024.
Lo shock descritto dal ministro dell’economia Daniele Franco nella premessa al Def prenderà la forma di “un grande programma di investimenti che, se ben disegnati e attuati, costituiranno un decisivo fattore di crescita dell’economia italiana”. Si tratta, appunto, di 237 miliardi a partire dal 222 miliardi di fondi Ue e nazionali che compongono il Pnrr cui si aggiungeranno circa 15 miliardi netti provenienti dalle altre componenti del Ngeu.
Per quanto riguarda l’occupazione, il quadro programmatico dell’esecutivo Draghi stima che salirà al 9,6% nel 2021 dal 9,3% dell’anno scorso, ma poi, secondo le previsioni del Def, inizierà un percorso di riduzione per scendere al 9,2% nel 2022, all’8,5% nel 2023 e all’8% nel 2024.
Per accompagnare gli investimenti, spiega ancora Franco nel Def, arriveranno anche la semplificazione per le opere pubbliche, la riforma della Pubblica Amministrazione, della giustizia e della concorrenza necessarie per attuare il piano. Tra le riforme, capitolo cruciale e parallelo al Pnrr, anche quella del fisco che nella seconda metà del 2021 “sarà oggetto di un’articolata revisione” per affrontare il “complesso del prelievo, a partire dall’imposizione personale”.
Entro la fine del mese dunque arriveranno il dl Sostegni bis e verrà completato il Recovery Plan (affrontando anche finalmente la questione della governance). Per il provvedimento, ha scritto Franco nella premessa al Def, il governo “darà la priorità alla celerità degli interventi, pur salvaguardandone l’equità e l’efficacia”. Si garantisce che gli aiuti alle aziende e ai lavoratori colpiti dalle restrizioni causate dalla pandemia verranno assicurato.
Si conferma che i “sostegni ai titolari di Partite Iva e alle imprese impattate dalla crisi da Covid-19” sono “più di metà degli impegni previsti sul 2021. Saranno inoltre adottate misure per aiutare le imprese a coprire i costi fissi, sia sgravio di imposta che la copertura della quota fissa delle bollette e di parte dei canoni di locazione tramite crediti d’imposta.
Si lavorerà sulla liquidità: “per sostenere l’erogazione del credito alle piccole e medie imprese la scadenza del regime di garanzia dello Stato sui prestiti sarà prorogata dal 30 giugno a fine anno. Anche la moratoria sui crediti delle PMI sarà estesa nel tempo”.
Nel provvedimento, prosegue il Def, “saranno inoltre reintrodotti rinvii ed esenzioni si imposta già attuati con precedenti provvedimenti nel corso del 2020. Sarà altresì innalzato il limite alle compensazioni di imposta”. Si prorogherà l’indennità a favore dei lavoratori stagionali e si introdurrano nuove misure a favore dei giovani, ad esempio uno sgravio fiscale sull’accensione di nuovi mutui per l’acquisto della prima casa.
Messa nera su bianco infine l’intenzione di creare un fondo ad hoc per i progetti paralleli al Recovery Plan con un orizzonte decennale. Si è parlato in questi giorni di una somma che si aggira attorno a 30 miliardi complessivi e che sarà destinata a ‘salvare’ i progetti che per tempistica o criteri potrebbero non entrare tra quelli a cui darà il via libera Bruxelles.
TN