Alla gara per Versalis “italiani non si sono presentati”. Lo ha ricordato l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, rispondendo nel corso di un’audizione alla Camera ad una domanda sulle critiche alla possibile cessione al fondo SK. “Alla gara si sono presentati in sei, dopo che abbiamo messo i nostri paletti sono rimasti in tre e SK ha fatto l’offerta migliore” ha spiegato “italiani non si sono presentati”.
Descalzi ha poi ricordato che Per la cessione di Versalis al fondo SK “il negoziato durerà ancora tre o quattro settimane”. Se non si dovesse chiudere la parte ambientale o SK non fosse in grado si assicurare garanzie finanziarie “torneremo e faremo un’altra gara”. Con il fondo SK, ha ribadito, si potrebbe realizzare il piano di sviluppo di Versalis perchè “la chimica o si fa bene o non si fa. E se non si fa bene io un miliardo e mezzo nella chimica non lo metto”. E dunque, se Versalis non si dovesse vendere “si tiene, ma e’ chiaro che la svilupperemo meno di quanto abbiamo fatto. Abbiamo fatto 2 mld investimenti in questi anni e nei prossimi anni la società ha bisogno di fare questi investimenti”.
Ma l’Ad del Cane a sei zampe ha parlato anche dell’attivita’ estrattiva e di ricerca dell’ Eni in Italia, (tema quanto mai caldo alla luce delle polemiche in Basilicata e Puglia) ricordando che gli occupati dell’upstream sono 4.500, piu altri 12 mila nell’indotto. L’attività upstream di Eni in Italia, ha detto, “oggi è praticamente 100mila barili di gas nel ravennate e il resto 52mila barili olio in Val d’Agri. Il 98% delle piattaforme offshore sono a gas e il 92% sono nel ravennate. Per quanto riguarda l’occupazione abbiamo in Italia circa 21mila persone direttamente in Eni e 46mila persone dell’indotto, circa 68mila persone che girano attorno alle attività Eni sparse uniformemente in tutto il Paese. Di queste persone, l’upstream occupa 4.500 persone di cui 12.000 nell’indotto”.
Descalzi ha spiegato anche che l’Italia “è il secondo paese in termini di investimenti. Dal 2009 al 2015 abbiamo consuntivato 17,2 miliardi di euro di spesa in Italia, il 36% di questa spesa sono stati messi in safety e ambiente e bonifiche. Nei prossimi 4 anni spenderemo in Italia 8,4 mld con una spesa ambientale che passa dal 36% al 40%. Di questi 2 miliardi sono per le bonifiche”.