“Credo che Arcelor Mittal deve garantire l’accordo che ha fatto. Perché il fatto che, in questo Paese, gli accordi siano tutti carta straccia per le imprese e, a volte, anche per il governo e che siano solo i sindacati a rispettarli mi sembra una cosa fuori di testa, che mette tutto il Paese in un’incertezza totale”. Lo ha detto il leader della Fiom, Francesca Re David, a margine del tavolo sull’ex Ilva, ora Arcelor Mittal, al Mise.
“Arcelor Mittal – ha detto – deve garantire quello che ha firmato nell’accordo, non l’ha firmato così per gentilezza, gli ha dato grandi vantaggi. Se Arcelor Mittal non è in grado di garantire il rispetto dell’accordo Il governo dovrà trovare il modo di garantire che quello che abbiamo firmato nell’accordo, quindi la sicurezza occupazionale. Deve essere garantito il piano ambientale, il piano industriale e il no esuberi”.
Re David ha poi aggiunto: “Non siamo disponibili a trattare nessun elemento che metta in discussione l’elemento fondamentale per quanto ci riguarda che è la salvaguardia dell’occupazione. Se Arcelor Mittal non è in grado di garantire questo, dovrà risponderne da ogni punto di vista e il governo dovrà trovare il modo perché l’acciaio si continui a produrre pulito, garantendo l’occupazione su quel territorio, dei diretti e dell’indotto”, ha spiegato.
La questione che “riguarda più che altro gli equilibri parlamentari all’interno della maggioranza rischia di fornire all`azienda un alibi nel caso in cui l`azienda avesse voluto rivedere i piani. Il cambio di amministratore delegato, di solito, significa che c’è un cambio di strategia”, ha concluso.
È forte la preoccupazione del segretario generale della Fim-Cisl Marco Bentivogli che, ha margine del tavolo convocato oggi al Mise, spiega come “l’a.d. Morselli ha davanti due strade: consolidare la produzione di acciaio a 4 milioni di tonnellate annue, che significa ridurre l’organico di 5 mila persone, o, dopo il pasticcio fatto al Senato sullo scudo legale, fare letteralmente le valigie”.
“Non esistono altri scenari” e i tagli al personale al momento sono “paradossalmente lo scenario migliore. Ma non non permetteremo altri 5 mila esuberi. Non consentiremo di aggiungere a una bomba ambientale una sociale”, ha aggiunto.
Quanto alle dichiarazioni del ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, secondo Bentivogli “affidarsi all`articolo 51 del codice penale è surreale, significa non conoscere bene le norme”.
Il problema, sottolinea, “è che il pasticcio fatto al Senato rischia di dare un alibi all’azienda per andarsene”.
“Dopo 7 anni siamo qui a smentire suggestioni che veramente sono di pazzia, chi deve mettere le cozze, chi i cantieri navali, chi l`agricoltura: non c`è alcuna possibilità che l`agricoltura o i cantieri navali possano sopperire i posti di lavoro di una grande impresa come l`Ilva. Oggi chiederemo al ministro di sapere qual è la posizione del governo, perché non esiste una posizione del governo, uno dice una cosa uno un`altra e continuano”. Lo ha detto il leader della Uilm, Rocco Palombella, a margine del tavolo sull`ex Ilva al Mise.
“Questo è un accordo europeo e va rispettato. Arcelor Mittal – ha aggiunto – è inadempiente perché attualmente ci sono 1400 lavoratori in cig da 26 settimane. Sono inadempienti perché avevano garantito una risalita produttiva a 6 milioni di tonnellate e stanno producendo a 4 milioni di tonnellate”.
TN