I segretari generali dei sindacati di categoria Filctem Cgil, Emilio Miceli, Femca Cisl, Angelo Colombini e Uiltec Uil, Paolo Pirani, in un comunicato stampa unitario esprimono la loro contrarietà nel merito del quesito referendario del 17 aprile contro le trivellazione. Le preoccupazioni dei sindacati riguardano principalmente i posti di lavoro che verrebbero messi a rischio se il referendum dovesse avere esito positivo, rimandando piuttosto alla contrattazione la slavaguardia dell’ambiente “la trasformazione di impianti tradizionali in produzioni bio compatibili o tecnologie innovative o lo sviluppo delle energie rinnovabili e pertanto la sostenibilità delle produzioni, la sicurezza dei lavoratori impegnati all’interno dei siti produttivi e il rapporto con il territorio”.
“ Ribadiamo – dichiarano i sindacati di categoria – la nostra ferma contrarietà ad una iniziativa referendaria che riteniamo inutile e dannosa per il Paese. Inutile perché interviene su una materia già definita dalle normative recentemente approvate dalle Istituzioni competenti e dannosa per le conseguenze che un’eventuale affermazione dei SI comporterebbe sull’occupazione e le professionalità del settore, sulla fiscalità locale e centrale, sull’autonomia energetica del Paese e sui danni ambientali che deriverebbero dall’aumento del traffico navale interno per le conseguenti maggiori importazioni di petrolio via navigazione marittima. Per queste motivazioni – concludono i sindacati – invitiamo ad affrontare il dibattito sulla transizione energetica fuori da posizioni dogmatiche e precostituite, invitando il Governo, le Istituzioni Locali e le aziende del settore ad aprire con urgenza un confronto di merito sulla realizzazione della Strategia Energetica Nazionale per sostenere gli investimenti e la realizzazione delle infrastrutture innovative e delle nuove tecnologie nel settore, favorendo così la crescita e un rinnovato sviluppo del Paese”