Oltre 200 dipendenti di Alphabet, la casa madre di Google, hanno annunciato il 4 gennaio la creazione di un sindacato a livello aziendale. Una novità storica non solo per la società, ma anche per le altre aziende tech. Alphabet Workers Union sarà il nome del sindacato, sostenuto dal Communications Workers of America, che rappresenta i lavoratori delle telecomunicazioni e dell’informazione USA.
“Eleggeremo rappresentanti, prenderemo decisioni in modo democratico, pagheremo le quote associative e assumeremo organizzatori qualificati per garantire che tutti i lavoratori di Google sappiano che possono lavorare in un’azienda che rifletta i loro valori”, ha detto in una nota Dylan Baker, un ingegnere, tra gli ideatori dell’iniziativa.
I lavoratori di Google hanno una seria storia di proteste collettive. Nel 2018 in migliaia firmarono una petizione di protesta contro il Progetto Maven, un contratto con il Dipartimento della Difesa indirizzato a identificare le persone in riprese video catturate dai droni. Alla fine il contratto fu rescisso. Oltre 20.000 lavoratori hanno poi scioperato per la pessima policy sulla discriminazione e sugli abusi sessuali.
Il sindacato non cercherà di ottenere i diritti per negoziare un nuovo contratto di lavoro all’interno della società. L’obiettivo dell’organizzazione è invece farsi sentire sui temi che hanno caratterizzato il dialogo e lo scontro con i vertici di Google negli ultimi anni. “Il motto della nostra società è ‘Non essere un diavolo’. E una forza di lavoro organizzata ci aiuterà a rispettarlo”, si legge in una lettera del sindacato di Google pubblicata sul New York Times. “Per troppo tempo, migliaia di noi a Google hanno visto le loro preoccupazioni in merito al posto di lavoro scartate dai manager. I nostri boss hanno collaborato con governi repressivi, hanno sviluppato tecnologia usata dal Dipartimento della Difesa e hanno tratto profitti dalle pubblicità di gruppi di odio”, prosegue la missiva che fa espresso riferimento al controverso Project Maven per l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per migliorare gli attacchi mirati con droni.
“Il nostro sindacato assicurerà che tutti i dipendenti sappiano a cosa stanno lavorando, e possano svolgere il loro lavoro con un salario giusto, senza paura di abusi, ritorsioni e discriminazioni”, aggiungono gli oltre 225 dipendenti di Google che hanno formato il sindacato. “Alphabet è una società potente, responsabile per una vasta fetta di internet. Ha la responsabilità – prosegue la lettera – nei confronti dei suoi migliaia di dipendenti e dei suoi miliardi di utilizzatori di rendere il mondo un posto migliore”.
La creazione del sindacato mostra come l’attivismo dei dipendenti di Google negli ultimi anni si sia evoluto. Se proteste dei dipendenti della Silicon Valley si sono avute a Amazon, Salesforce e Pinterest, le voci dei lavoratori di Mountain View sono state le più forti. Nel 2018 circa 20.000 dipendenti hanno manifestato, lasciando le loro scrivanie, contro le politiche usate per affrontare le molestie sessuali, con buoneuscite milionarie ai manager accusati. Episodi che hanno segnato i lavoratori spingendoli a rimboccarsi le maniche e agire organizzandosi, anche a costo di scontri accesi con i vertici.
Google comunque potrebbe non riconoscere volontariamente il sindacato, data la sua storia di repressione dell’organizzazione dei lavoratori.
E.G.