Calo significativo dell`impatto del virus, nei primi nove mesi di quest`anno, sugli infortuni e sui casi mortali sul lavoro. Se nel 2020, infatti, l`incidenza media delle denunce da nuovo Coronavirus sul totale degli infortuni sul lavoro segnalati all`Istituto è stata di una ogni quattro, tra gennaio e settembre è scesa a una su 12. Nello stesso periodo è diminuita anche l`incidenza dei decessi provocati dal virus sul totale dei casi mortali, passata da circa una denuncia su tre nel 2020 a una su cinque quest`anno. Lo ha reso noto l’Inail.
Il 2021, con 33.610 contagi di origine professionale denunciati, pesa al momento il 18,5% sul totale degli infortuni da Covid-19 pervenuti da inizio pandemia. Rispetto ai primi nove mesi del 2020, in particolare, i casi di contagio rilevati tra gennaio e settembre di quest`anno, benché non consolidati, sono in calo del 40%, quelli mortali del 43,4%.
Le infezioni da Covid-19 di origine professionale denunciate all`Istituto dall`inizio della pandemia alla data dello scorso 30 settembre sono 181.636. Rispetto ai 179.992 casi registrati dal monitoraggio del mese precedente, le denunce in più sono 1.644 (+0,9%), di cui 596 riferite a settembre e 331 ad agosto 2021.
Gli altri 717 casi sono per il 57% riferiti agli altri mesi di quest`anno e il restante 43% al 2020. Il consolidamento dei dati permette, infatti, di acquisire informazioni non disponibili nelle rilevazioni e nei mesi precedenti.
I decessi sono 762, 15 in più rispetto al monitoraggio mensile di fine agosto e concentrati soprattutto nel 2020, che raccoglie quasi tre quarti (72,6%) di tutti i casi mortali da contagio segnalati all`Inail alla data dello scorso 30 settembre, con aprile (194 deceduti) e marzo (140) ai primi due posti. Il 2021, con 209 decessi da Covid-19 nei primi nove mesi, pesa invece al momento per il 27,4% sul totale dei casi mortali da nuovo Coronavirus pervenuti all`Istituto da inizio pandemia.
A morire sono soprattutto gli uomini (82,9%) e i lavoratori nella fascia di età 50-64 anni (71,8%), con un`età media dei deceduti di 58,5 anni (57 per le donne, 59 per gli uomini). Allargando l`analisi a tutte le infezioni di origine professionale, l`età media dei contagiati scende a 46 anni per entrambi i sessi, con il 42,5% delle denunce nella fascia 50-64 anni, il 36,6% in quella 35-49 anni, il 18,9% tra gli under 35 e il 2% tra gli over 64, e il rapporto tra i generi si inverte. La quota femminile, infatti, è pari al 68,4% e supera quella maschile in tutte le regioni, con le sole eccezioni della Calabria, della Sicilia e della Campania, dove l`incidenza delle lavoratrici sul complesso dei contagi sul lavoro è, rispettivamente, del 48,5%, 46,0% e 44,3%.
L`86,4% delle denunce riguarda lavoratori italiani, percentuale che sale al 90,7% per i casi mortali. Tra gli stranieri, le comunità più colpite sono quella rumena (con il 20,9% dei lavoratori stranieri contagiati), peruviana (12,6%), albanese (8,1%), moldava (4,6%) ed ecuadoriana (4,1%). Per quanto riguarda i casi mortali, invece, con il 15,5% dei decessi occorsi agli stranieri, la comunità peruviana precede quelle albanese (12,7%) e rumena (8,5%).
A livello territoriale il 42,5% delle denunce è concentrato nel Nord-Ovest (prima la Lombardia con il 25,2%), seguito dal Nord-Est con il 24,6% (Veneto 10,6%), dal Centro con il 15,3% (Lazio 6,7%), dal Sud con il 12,8% (Campania 5,9%) e dalle Isole con il 4,8% (Sicilia 3,2%). Le province con il maggior numero di contagi sul lavoro dall`inizio dell`emergenza sanitaria sono Milano (9,6%), Torino (6,9%), Roma (5,3%), Napoli (4,0%), Brescia, Verona e Varese (2,5% ciascuna), Genova (2,4%) e Bologna (2,3%).
Prendendo in considerazione solo l`ultimo mese di rilevazione, la provincia che ha registrato il maggior numero di infezioni di origine professionale è quella di Roma, seguita da Milano, Napoli, Palermo, Potenza, Catania, Monza e Brianza, Torino e Savona. Le province che hanno fatto segnare i maggiori incrementi percentuali rispetto alla rilevazione di agosto, non per contagi avvenuti nel mese di settembre ma per il consolidamento dei dati in mesi precedenti, sono però quelle di Trapani (+8,6%), Ragusa (+5,5%), Potenza (+4,8%), Agrigento (+4,3%), Siracusa (+4,2%), Vibo Valentia (+3,8%), Bologna e Catania (+3,7% per entrambe).
Con il 37,0% dei decessi denunciati (prima la Lombardia con il 25,3%), al Nord-Ovest spetta anche il primato negativo per numero dei casi mortali. Seguono il Sud con il 25,7% (Campania 12,9%), il Centro con il 17,9% (Lazio 10,6%), il Nord-Est con il 12,7% (Emilia Romagna 6,4%) e le Isole con il 6,7% (Sicilia 5,6%). Nel confronto con il dato complessivo dei contagi sul lavoro segnalati all`Inail dall`inizio della pandemia, per i casi mortali si osserva una quota più elevata al Sud (25,7% contro il 12,8% riscontrato nelle denunce totali) e un`incidenza inferiore nel Nord-Est (12,7% rispetto al 24,6%). Le province con più decessi sono Roma e Napoli (con il 7,7% ciascuna), Milano (6,7%), Bergamo (6,6%), Brescia e Torino (4,1% ciascuna), Cremona (2,5%), Genova (2,4%), Bari e Caserta (2,2% ciascuna), Palermo e Parma (2,1% ciascuna).
Quasi tutti i contagi sul lavoro e la netta maggioranza dei decessi (rispettivamente 96,9% e 88,0%) riguardano l`Industria e servizi, con gli altri casi distribuiti nelle gestioni assicurative per Conto dello Stato (amministrazioni centrali dello Stato, scuole e università statali), Agricoltura e Navigazione. Sono circa tremila, in particolare, le denunce di infezioni di origine professionale di insegnanti, professori e ricercatori di scuole di ogni ordine e grado e di università statali e private, riconducibili sia alla gestione dei dipendenti del Conto dello Stato sia al settore Istruzione della gestione Industria e servizi.
Tra le attività produttive coinvolte dalla pandemia, il settore della sanità e assistenza sociale – che comprende ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche e policlinici universitari, residenze per anziani e disabili – si conferma al primo posto, con il 65,1% delle denunce e il 22,7% dei decessi codificati, seguito dall`amministrazione pubblica (attività degli organismi preposti alla sanità – Asl – e amministratori regionali, provinciali e comunali), con il 9,2% delle infezioni e il 10,5% dei casi mortali.
Gli altri settori più colpiti sono il noleggio e servizi di supporto alle imprese (vigilanza, pulizia e call center), il trasporto e magazzinaggio, il manifatturiero (addetti alla lavorazione di prodotti chimici e farmaceutici, stampa, industria alimentare), le attività dei servizi di alloggio e ristorazione, il commercio all`ingrosso e al dettaglio, le altre attività di servizi (pompe funebri, lavanderia, riparazione di computer e di beni alla persona, parrucchieri, centri benessereà), e le attività professionali, scientifiche e tecniche (consulenti del lavoro, della logistica aziendale, di direzione aziendale).
Concentrando l`attenzione sui casi mortali denunciati in ciascun settore, spiccano in particolare le percentuali del trasporto e magazzinaggio e del manifatturiero, rispettivamente al secondo e al terzo posto con il 13,1% e l`11,6% dei decessi, e quelle del commercio all`ingrosso e al dettaglio (10,1%) e delle costruzioni (7%).
Rispetto al 2020, nei primi nove mesi del 2021 si riscontrano, però, alcune differenze nell`evoluzione dei contagi in vari settori produttivi. La sanità e assistenza sociale è stata caratterizzata da un numero di infortuni da Covid-19 in costante discesa, registrando nel mese di giugno il suo livello minimo, con circa 60 infortuni (erano 400 a giugno 2020), per poi risalire lievemente nei due mesi successivi e rallentare di nuovo a settembre, benché i dati siano ancora provvisori.
A partire dallo scorso febbraio l`incidenza della sanità e assistenza sociale sul totale dei casi si è ridotta, ma l`ultimo trimestre mostra segnali di ripresa. Altri comparti produttivi, come il trasporto e magazzinaggio, gli alberghi e ristoranti e il commercio, quest`anno hanno invece registrato incidenze di contagi professionali in crescita rispetto al 2020, con l`eccezione del mese di settembre, che è caratterizzato da un calo.
Dall`analisi per professione dell`infortunato emerge che oltre un quarto dei decessi (26,3%) riguarda il personale sanitario e socio-assistenziale. La categoria dei tecnici della salute, in particolare, è quella più colpita dai contagi, con il 37,4% delle denunce complessive, l`82,7% delle quali relative a infermieri, e il 9,8% dei casi mortali codificati (il 67,1% infermieri).
Seguono gli operatori socio-sanitari con il 18,2% delle denunce (e il 3,9% dei decessi), i medici con l`8,5% (5,2% dei decessi), gli operatori socio-assistenziali con il 6,9% (2,5% dei decessi) e il personale non qualificato nei servizi sanitari (ausiliario, portantino, barelliere) con il 4,7% (3,3% dei decessi).
Tra le altre professioni coinvolte spiccano gli impiegati amministrativi, con il 4,6% delle denunce e il 10,2% dei casi mortali, gli addetti ai servizi di pulizia (2,3% dei contagi e 2,1% dei decessi), i conduttori di veicoli (1,3% dei contagi e 8,0% dei decessi) e gli addetti ai servizi di sicurezza, vigilanza e custodia (0,9% dei contagi e 2,7% dei decessi).
Anche rispetto alla professione dei lavoratori contagiati si osserva in generale un calo significativo delle denunce a partire da febbraio di quest`anno, con incidenze in riduzione per alcune categorie, tra le quali le professioni sanitarie che nell`ultimo trimestre mostrano, però, segnali di ripresa delle infezioni.
Altre professioni, con il ritorno alle attività, hanno visto invece aumentare l`incidenza dei casi di contagio rispetto allo scorso anno. È il caso, per esempio, degli impiegati addetti alla segreteria e agli affari generali, degli impiegati addetti al controllo di documenti e allo smistamento e recapito della posta e degli insegnanti di scuola primaria.
TN