Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Istituto tra gennaio e dicembre sono state 641.261 (+0,9% rispetto allo stesso periodo del 2017), 1.133 delle quali con esito mortale (+10,1%). In aumento anche le patologie di origine professionale denunciate, che sono state 59.585 (+2,5%).
Nella sezione “Open data” del sito Inail sono disponibili i dati analitici delle denunce di infortunio – nel complesso e con esito mortale – e di malattia professionale presentate all’Istituto entro il mese di dicembre. Nella stessa sezione sono pubblicate anche le tabelle del “modello di lettura” con i confronti “di mese” (dicembre 2018 vs dicembre 2017) e “di periodo” (gennaio-dicembre 2018 vs gennaio-dicembre 2017).
“Gli open data pubblicati – spiega l’Inail – sono provvisori e il loro confronto richiede cautele, in particolare rispetto all’andamento degli infortuni con esito mortale, soggetti all’effetto distorsivo di “punte occasionali” e dei tempi di trattazione delle pratiche. Per quantificare il fenomeno, comprensivo anche dei casi accertati positivamente dall’Istituto, sarà, quindi, necessario attendere il consolidamento dei dati dell’intero 2018, con la conclusione dell’iter amministrativo e sanitario relativo a ogni denuncia”.
In occasione della presentazione della Relazione annuale dell’Istituto di metà anno, sarà disponibile, infatti, anche l’informazione sugli esiti della definizione amministrativa dei casi denunciati (riconosciuti, negativi e in istruttoria), non presente nelle rilevazioni mensili.
Nello specifico, i dati rilevati al 31 dicembre di ciascun anno evidenziano a livello nazionale un incremento sia dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati da 539.584 a 542.743 (+0,6%), sia di quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro, che hanno fatto registrare un incremento pari al 2,8%, da 95.849 a 98.518.
Tra gennaio e dicembre del 2018 il numero degli infortuni sul lavoro denunciati è aumentato dell`1,0% nella gestione Industria e servizi (dai 497.220 casi del 2017 ai 502.156 del 2018) e dell`1,4% nel Conto Stato (da 104.393 a 105.898, tre quarti dei quali riguardano studenti delle scuole pubbliche statali). In Agricoltura si registra invece un calo dell`1,8% (da 33.820 a 33.207).
L’analisi territoriale evidenzia un aumento delle denunce di infortunio nel Nord-Ovest (+1,1%), nel Nord-Est (+2,2%) e al Sud (+0,8%), e un calo al Centro (-0,8%) e nelle Isole (-1,0%). Tra le regioni con i maggiori incrementi percentuali si segnalano la Provincia autonoma di Bolzano (+5,4%), il Friuli Venezia Giulia e il Molise (+3,9% per entrambe), mentre i decrementi maggiori sono quelli che sono stati rilevati nella Provincia autonoma di Trento (-6,5%), in Valle d’Aosta (-4,5%) e in Abruzzo (-3,2%).
L’aumento che emerge dal confronto tra il 2017 e il 2018 è legato prevalentemente alla componente maschile, che registra un +1,4% (da 406.689 a 412.300 denunce) rispetto al +0,1% di quella femminile (da 228.744 a 228.961). L’incremento ha interessato soprattutto i lavoratori extracomunitari (+9,3%) e in misura minore quelli comunitari (+1,2%), mentre le denunce di infortunio dei lavoratori italiani, che rappresentano circa l`84% del totale, sono in calo dello 0,2%.
Dall’analisi per classi di età emergono incrementi per la fascia fino a 34 anni (+4,0%) e tra i 55 e i 74 anni (+3,2%). In flessione, invece, le denunce per le fasce 35-44 anni (-3,7%) e 45-54 anni (-0,9%).
Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all`istituto nel 2018 sono state 1.133, 104 in più rispetto alle 1.029 denunciate tra gennaio e dicembre del 2017 (+10,1%) e 39 in meno rispetto ai 1.172 decessi del 2015, che insieme al 2018 si caratterizza per un`inversione di tendenza del trend, comunque decrescente, registrato negli ultimi anni nel nostro Paese, prendendo come riferimento i dati rilevati al 31 dicembre di ciascun anno.
In quasi tutti i mesi del 2018 il numero delle denunce di casi mortali è stato superiore rispetto agli stessi mesi dell`anno precedente: tra questi spicca, in particolare, agosto, con 132 decessi contro i 78 dell`agosto 2017 (quasi il 70% in più), alcuni dei quali causati dai cosiddetti incidenti “plurimi”, espressione che indica gli eventi che causano la morte di almeno due lavoratori.
L`anno scorso, infatti, nel solo mese di agosto si è contato quasi lo stesso numero di vittime (37) in incidenti plurimi dell`intero 2017 (42). Tra gli eventi dello scorso agosto con il bilancio più tragico si ricordano, in particolare, il crollo del ponte Morandi a Genova, con 15 denunce di casi mortali sul lavoro, e i due incidenti stradali avvenuti in Puglia, a Lesina e Foggia, in cui hanno perso la vita 16 braccianti. Nel 2017, invece, il bilancio più pesante era stato quello delle due tragedie avvenute in Abruzzo, a Rigopiano (11 casi mortali denunciati) e Campo Felice (5).
Allargando l`analisi dei dati a tutti i 12 mesi, nel 2018 tra gennaio e dicembre si sono verificati 24 incidenti plurimi, che sono costati la vita a 82 lavoratori, rispetto ai 15 incidenti plurimi del 2017, che hanno causato 42 morti.
Gli ultimi incidenti plurimi, avvenuti tra settembre e dicembre, hanno provocato la morte di due dipendenti dell`Archivio di Stato, vittime di una fuga di gas ad Arezzo, di quattro persone travolte da una frana durante l`esecuzione di alcuni lavori di emergenza a una condotta fognaria danneggiata dal maltempo a Isola di Capo Rizzuto, in Calabria, di sette lavoratori coinvolti in tre incidenti stradali avvenuti nel Lazio e in Lombardia e di quattro operai deceduti in Puglia: due edili precipitati nel vuoto da una piattaforma di elevazione, nel corso di lavori di ristrutturazione di uno stabile a Taranto, e altri due lavoratori morti a causa dell`esplosione di una fabbrica di fuochi d`artificio nel comune di Arnesano, in provincia di Lecce.
A livello nazionale, i dati rilevati al 31 dicembre di ciascun anno evidenziano nel 2018 un incremento rispetto all`anno precedente sia dei casi avvenuti in occasione di lavoro, che sono passati da 746 a 786 (+5,4%), sia soprattutto di quelli occorsi in itinere, con un aumento pari al 22,6% (da 283 a 347). Nel 2018 si è registrato un incremento di 128 casi mortali (da 857 a 985) nella gestione Industria e servizi e un decremento di 14 casi nel Conto Stato (da 31 a 17) e di 10 in Agricoltura (da 141 a 131).
Dall`analisi territoriale emerge un aumento di 47 casi mortali nel Nord-Ovest (da 258 a 305), di 24 nel Nord-Est (da 249 a 273), di tre al Centro (da 211 a 214) e di 35 al Sud (da 223 a 258).
Nelle Isole, invece, le denunce sono state cinque in meno (da 88 a 83). A livello regionale spiccano i 27 casi in più della Campania (da 60 a 87), i 24 in più della Lombardia (da 139 a 163) e del Veneto (da 91 a 115), i 22 in più della Calabria (da 19 a 41), i 15 in più del Piemonte (da 83 a 98) e i nove in più di Liguria e Toscana. Cali significativi si registrano, invece, in Abruzzo (da 54 a 25) e nelle Marche (da 33 a 22).
L`aumento rilevato nel confronto tra il 2017 e il 2018 è legato prevalentemente alla componente maschile, i cui casi mortali denunciati sono stati 102 in più (da 927 a 1.029), mentre quella femminile ha registrato due decessi in più (da 102 a 104).
L`incremento ha interessato sia le denunce dei lavoratori italiani (da 861 a 952), pari all`84% del totale, sia quelle dei lavoratori extracomunitari (da 119 a 130) e comunitari (da 49 a 51).
Dall`analisi per classi di età emerge come una morte su due abbia coinvolto lavoratori di età compresa tra i 50 e i 69 anni, con un incremento tra i due periodi di 85 casi (da 487 a 572). In aumento anche le denunce che hanno riguardato la fascia fino a 19 anni (da 13 a 21) e quella tra i 25 e i 39 anni (da 184 a 218 casi). Sono diminuite, invece, le morti della fascia di età 20-24 anni (da 45 a 41) e di quella 40-49 anni (da 261 a 238).
TN