Nelle aziende italiane di industria e servizi con almeno 10 dipendenti il costo del lavoro in senso ampio risultava pari a 41.785 euro l’anno per addetto nel 2016. Questa la stima dell’Istat, secondo cui le retribuzioni lorde per dipendente ammontano a 30.237 euro e sono il 72,4% del costo del lavoro. A livello di macro settore, l’Industria mostra i più elevati valori medi delle retribuzioni lorde annue per dipendente (32.805 euro); Servizi e Costruzioni registrano i livelli inferiori, pari rispettivamente a 29.476 e 27.969 euro.
Ad un maggiore dettaglio settoriale, prosegue l’istituto di statistica, le retribuzioni lorde annue per dipendente più elevate si registrano nell’Estrazione di minerali da cave e miniere (53.370 euro) e nelle Attività finanziarie e assicurative (52.666 euro), quelle minime nelle Attività di servizi di alloggio e ristorazione (17.806 euro). I contributi sociali incidono per il 27,3% sul costo del lavoro in senso ampio, in particolare, il peso percentuale delle singole componenti è del 20,9% per i contributi sociali obbligatori per legge, dello 0,4% per quelli volontari e contrattuali e del 3,6% per il Trattamento di Fine Rapporto.
Le spese per la formazione rappresentano soltanto lo 0,2% del costo del lavoro in senso ampio. La retribuzione lorda per ora lavorata è pari a 20,19 euro, con una differenza di oltre sette euro tra le unità economiche con 1.000 e più dipendenti e quelle di piccole dimensioni (10-49 dipendenti). La retribuzione per ora lavorata, conclude l’Istat, è superiore alla media nazionale nel Nord-ovest e nel Centro (rispettivamente +4,5% e +2,1%) mentre nel Nord-est, nel Sud e nelle Isole i valori sono inferiori (-3,3%, -6,1% e -2,8%).