È entrata nel merito la trattativa per il rinnovo del contratto nazionale del settore energia – petrolio, dopo un primo confronto avvenuto il 30 luglio scorso. Confindustria Energia e Femca Cisl, Filctem Cgil e Uilcem Uil hanno presentato le rispettive posizioni di fondo che determineranno il proseguimento del negoziato.
Confindustria Energia ha espresso l’esigenza di rinnovare e procedere a modifiche strutturali del contratto che tengano conto del mutato quadro economico di riferimento. In particolare ha proposto di migliorare il sistema classificatorio enfatizzando la valorizzazione dell’apporto individuale, superare l’anacronistico istituto degli scatti di anzianità per valorizzare l’apporto individuale anche nel secondo livello, mantenere all’interno le attività diversificate procedendo a ridisegnare il perimetro contrattuale e differenziare i vari settori interni in ragione della redditività dei business. Ha poi evidenziato i punti nodali sui quali impostare il discorso: relazioni sindacali, sicurezza e ambiente, contrattazione nazionale e di II livello, welfare contrattuale, salario. Sul calcolo del salario Confindustria Energia ritiene che sia necessario basarsi sull’inflazione europea.
La Femca ha espresso l’esigenza di accelerare i tempi di conclusione del rinnovo del contratto. “L’impatto sul settore non è frutto di una crisi congiunturale ma strutturale che può avere effetti molto negativi sull’occupazione”, ha commentato il segretario generale, Sergio Gigli, spiegando che proprio per questo “serve una soluzione contrattuale rapida”. Per la Femca quindi è necessario cominciare a parlare dei costi del contratto, nonostante sia punto di divisione tra i sindacati. Gigli ha poi parlato di partecipazione agli utili, ma anche alle scelte delle imprese da parte dei lavoratori. La Femca chiede anche di rafforzare il welfare contrattuale, rivedere la strategia degli appalti, ripensando gli obiettivi e le motivazioni delle esternalizzazioni.
La Filctem Cgil ha ribadito la necessità di un forte recupero economico, motivato dall’allungamento del contratto passato alla durata triennale e dal fatto che il Governo non ha restituito il fiscal drag. Ha chiesto inoltre di procedere alla realizzazione di un unico contratto, accorpando i settori elettrico, gas-acqua ed energia e petrolio. Tra le altre richieste della Filctem, il rafforzamento del ruolo delle rsu, l’aumento del contributo a carico delle aziende per il fondo pensione, la difesa del lavoro precario, lo sviluppo della contrattazione di II livello.
Per la Uilcem è necessario sviluppare il sistema di relazioni sindacali e rafforzare il contratto in termini di salute e sicurezza sul lavoro e ambiente. Tra le altre richieste anche quelle di raddoppiare il numero dei rlsa e aumentarne la presenza in termini di ore, mantenere e rafforzare il II livello, ridurre la precarietà del lavoro, anche ricorrendo al part-time. Sul salario la Uilcem ritiene che l’indice Ipca rappresenti senz’altro un’ottima base di partenza.
Confindustria Energia condivide l’idea di accorciare i tempi della trattativa, ma ritiene che “ci siano dei nodi da sciogliere” e per questo ha proposto di affrontare non in sequenza ma in parallelo i temi principali. Filctem e Uilcem hanno condiviso la proposta della parte datoriale, non ritenendo necessario partire subito dai costi strutturali del contratto. Il prossimo incontro è stato fissato per il 10 novembre, data in cui le parti sociali si sono prese l’intera giornata di confronto, anche per avere la possibilità, nel caso in cui lo ritenessero necessario, di costituire commissioni ristrette per discutere di alcuni aspetti tecnici o approfondire alcune tematiche specifiche del contratto.
Francesca Romana Nesci
22 ottobre 2009