Walter Galbusera – Segretario generale Uil Lombardia
(il testo del Patto in Documentazione)
Il patto sottoscritto tra Regione, sindacati e imprenditori impegna le parti a regole e procedure per informazioni, consultazioni e confronti veri e propri nell’ambito di obiettivi strategicamente condivisi finalizzati allo ‘sviluppo dell’economia, del lavoro, della qualità e della coesione sociale in Lombardia’ su cui saranno ricercate tutte le possibili convergenze nel merito. E’ ragionevolmente prevedibile fin d’ora un ampio consenso su infrastrutture e trasporto e un serrato ma costruttivo dibattito sui temi della sanità e dell’assistenza, mentre più difficile si prospetta un’intesa se il buono scuola, accettato da tutti in via di principio, fosse riproposto in termini di esclusivo (e verosimilmente incostituzionale) finanziamento alla scuola privata. E’ auspicabile che i diversi soggetti del patto, mantenendo autonomia e prerogative che sono loro proprie, assumano atteggiamenti positivi per definire obiettivi comuni che debbono poi essere coerentemente realizzati. Può darsi che ciò non sia sempre possibile ma questo non sarà certo ragione di crisi del patto. Al di là di ogni disputa etimologica tra partnership e concertazione, se l’intesa tra istituzioni e parti sociali fosse imposta come obbligo (e non come obiettivo) saremmo di fronte ad un fenomeno consociativo. In questo caso avrebbe sì qualche fondamento l’accusa (che francamente ci fa sorridere) di progettare il ripristino della disciolta Camera dei fasci e delle corporazioni.
E’ importante invece sottolineare tra gli obiettivi strategici condivisi il capitolo per l’attuazione del federalismo. Implicitamente si configura un vastissimo schieramento che, in vista del referendum costituzionale confermativo del sette ottobre, giudica in termini positivi le riforme già approvate dal precedente Parlamento pur ritenendole non ancora sufficienti e per questo avanza la proposta di istituire il Senato delle Regioni. Si è manifestata una felice anomalia nel laboratorio lombardo, che può contribuire a rendere più vivo il dibattito politico nazionale, finora un po’ anemico, tra il fronte del ‘sì’ e quello del ‘no’. Una convergenza sui contenuti, al di là degli schieramenti, ma anche un atto politico di alto profilo che sottolinea l’indipendenza e l’autonomia di tutti i soggetti coinvolti. Anche in questo, al di là della differenza dei temi trattati, sta la qualità superiore delle relazioni tra forze sociali e Regione rispetto alle esperienze di Milano. Questa intesa, può d’altra parte, favorire una ripresa del confronto in Comune che su queste tematiche può tornare ad essere, se tutti garantiranno volontà politica e coerenza di comportamenti, un fondamentale centro di riferimento per l’intero Paese.