In Italia la crescita economica “è supportata dai bassi tassi di interesse e dalla domanda estera più forte, ma permangono debolezze strutturali che frenano una ripresa più forte”. Lo ha affermato il Commissario europeo agli Affari economici, Pierre Moscovici, durante la conferenza stampa sulle previsioni economiche invernali.
Le previsioni di crescita del Pil italiano,secondo Moscovici, saranno sostenute “dai bassi tassi d’interesse e da una forte domanda esterna, ma le debolezze strutturali ostacolano una ripresa più forte”.
“I lavori sono in corso” per quanto riguarda il rapporto della Commissione europea sul rispetto della “regola del debito”, atteso per il 22 febbraio, e “come nei rapporti precedenti esamineremo i fattori rilevanti che potrebbero spiegare perché, a prima vista l’Italia non è in conformità con le regole” del Patto di Stabilità Ue.
Moscovici ha ricordato che la Commissione aveva chiesto all’Italia uno sforzo ulteriore di riduzione del deficit strutturale dello 0,2% del Pil, “necessario per assicurare la conformità globale al ‘braccio preventivo’ del Patto di Stabilità nel 2017”.
La risposta inviata a Bruxelles dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan “contiene una serie di impegni da realizzare entro aprile per uno sforzo aggiuntivo strutturale pari allo 0,2% del Pil”, impegni che “sono stati confermati da Padoan la settimana scorsa”. La lettera del ministro italiano, tuttavia, ha continuato Moscovici, “non aveva dettagli sufficienti per poterli integrare nelle Previsioni economiche” pubblicate oggi. Ma le misure aggiuntive “saranno prese in conto non appena avremo dettagli sufficienti e impegni precisi”, ha concluso il commissario.
Per quanto riguarda l’abbandono dell’euro, se non dell’Unione europea stessa, da parte di Paesi come Italia o Francia, significherebbe “impoverimento e ritorno assicurato di una inflazione che peanalizzerebbe la classe media e popolare, con esplosioni di tassi di interesse e debito”, e sui rischi politici in Italia, Moscovici afferma che “sono presenti ovunque in Europa, in molti Stati si chiamano populismi anti europei, e ancor prima che in Italia esistono anche in un Paese che conosco ancora meglio, la Francia, dove c’è chi parla di uscire dall’euro e, perché no, dall’Ue.”
Il commissario europeo ha poi energicamente smentito che l’Ue abbia dato qualsivoglia “ultimatum” all’Italia sui conti pubblici. “E’ assolutamente sbagliato parlare di ultimatum. C’è una discussione positiva con l’Italia, in particolare con il ministro Pier Carlo Padoan. Nessun ultimatum di sorta ma dialogo costruttivo. Ovviamente vogliamo vedere che misure verranno prese”.
“Ovviamente incoraggiamo il governo a prendere il prima possibile i provvedimenti necessari”, ha concluso il commissario.