Forse finalmente avremo, in tempi più o meno brevi, l’accordo tra Confindustria e Cgil, Cisl e Uil sulle relazioni industriali e la contrattazione. Le congiunzioni favorevoli ci dovrebbero essere tutte, e non è escluso che già nel prossimo incontro, che potrebbe avvenire la prossima settimana, si arrivi alla firma di un protocollo d’intesa. I vertici di Confindustria affermano di volere a tutti i costi questo documento comune e sembra – continuiamo con i “sembra” perché tutto è avvolto in un riserbo strettissimo- sembra che sia arrivato il via libera da una riunione ad alto livello, martedi 7 novembre, dedicata proprio a questo argomento. Del resto, sono passati tredici mesi da quando Vincenzo Boccia lanciò l’idea del “patto della fabbrica”; in questo lungo lasso di tempo, i contatti sono rimasti sotto traccia, si sono interrotti, poi sono ripresi, ma senza mai un grande slancio. Adesso è stata espressa questa volontà di chiudere e lo scambio di documenti tra i sindacati e Viale dell’Astronomia, per arrivare a un testo condiviso, si è fatto più frequente e intenso.
I contenuti di questo accordo che sarebbe ormai in dirittura d’arrivo sono naturalmente top secret, se ne sa pochissimo. Uno degli argomenti dovrebbe essere quello, molto caro alla Confindustria, della perimetrazione dei contratti. Gli industriali lamentano azioni di scorreria di artigiani e commercianti nei loro recinti e vorrebbero in qualche maniera limitare tali escursioni. Questo perché i contratti di artigiani e commercianti sarebbero più appetibili di quelli dell’industria, prevedendo una serie di facilitazioni. Un tema spinoso che potrebbe essere lenito, anche se non risolto, specificando meglio, come dovrebbe fare questo accordo, la dizione specifica di azienda artigiana, azienda commerciale, e anche piccola azienda. Un chiarimento nel tentativo di evitare fraintendimenti che porterebbero aziende di un settore ad applicare il contratto di un altro settore e a quel punto anche a iscriversi a organizzazioni diverse da quelle di appartenenza. Un terreno scivoloso, perché gli interessi sono forti e le resistenze lo sono altrettanto.
L’altro argomento principe dell’intesa dovrebbe essere quello di un modello di contratto da applicare a tutti i settori. Anche questa non è scelta facile, specialmente per la Confindustria, profondamente spaccata in due tronconi che si sono rivelati inconciliabili. Boccia sa bene che favorire un partito porterebbe all’irrigidimento dell’altra fazione (perché di fazioni si tratta, tanto è vero che escono allo scoperto per l’elezione del vertice di Confindustria, almeno lo hanno fatto nelle due ultime tornate). Anche nel sindacato peraltro esistono due partiti, chi crede che un modello unico sia indispensabile, chi ritiene che le categorie siano così differenti che è meglio lasciare a ciascun settore la libertà di scegliersi il modello che preferisce.
La scelta effettuata dalle parti, dunque, sarebbe quella di non scegliere, lasciare per lo più mano libera alle diverse categorie. Il modello Federmeccanica sembrava essere vincente tra gli industriali, ma alla fine la scelta sarebbe stata quella appunto di non indicare un modello unico. Del resto, la stagione contrattuale appena passata è stata svolta senza alcun preciso modello di riferimento, e i risultati sono stati apprezzabili.
Cosa altro ci sia in questo accordo non è dato sapere. Ci sarà qualcosa sulla rappresentanza, sulla base di quanto previsto dal Testo Unico di ormai qualche anno fa, sul quale le parti sono ovviamente d’accordo, avendolo firmato, anche se non è stato ancora applicato per una serie di ritardi motivati da varie altre ragioni, che non dipendono da disaccordi di carattere politico. Al di là di quanto scritto sul Testo unico, le parti sono d’accordo anche per stabilire regole per contare la rappresentatività non solo delle organizzazioni sindacali, ma anche di quelle datoriali. Ma, appunto, su questo sono tutti d’accordo.
Come sono d’accordo anche sull’opportunità di una legge sul tema della rappresentanza che impegni tutti. Come dimostra l’assenso della Cisl, tradizionalmente contraria a un intervento legislativo su materie proprie delle parti sociali, ma decisa anch’essa ad andare avanti per questa strada. In merito però è sorto un nuovo problema, perché se una legge risolverebbe molti problemi, soprattutto farebbe piazza pulita dei contratti pirata, vera piaga della contrattazione, è stato osservato come tutto il castello legato a questa legge potrebbe essere annullato dall’applicazione dell’articolo 8 della legge del 2011, in base al quale un accordo tra le parti puo’ derogare a un contratto nazionale e perfino a una legge. A cosa serve, si è osservato, fare una legge se poi questa viene messa in mora, annullata, da un accordo tra le parti? I contratti pirata continuerebbero a esistere e a intasare gli archivi del Cnel, che, come ha denunciato recentemente il suo presidente Tiziano Treu, conta oggi oltre 800 contratti nazionali, dei quali per di più solo 300 (che sarebbero comunque già troppi) ‘’regolari’’. Si potrebbe eliminare l’articolo 8, ma non è facile, specie in campagna elettorale. Un problema in più, di cui proprio non si sentiva il bisogno.
Parte in questi giorni una nuova rubrica su Il diario del lavoro. Marco Cianca, per anni grande giornalista del Corriere della Sera, di cui è stato capo della redazione romana, firmerà per noi una serie di brevi articoli di analisi e commento dei fatti del giorno, vicini al lavoro, ma anche a questo distanti, anche se forse solo apparentemente. Una rubrica intitolata “Il guardiano del faro”, perché Marco Cianca è per noi come il guardiano di un faro: che guarda lontano, ha tutto il mare davanti, e riesce così a cogliere il sapore delle novità e il senso profondo di quanto accade attorno a noi. Un piccolo aiuto per capire dove va questo pazzo mondo che abitiamo.
Il guardiano del faro
Marco Cianca, ad un secolo di distanza, commenta la Rivoluzione d’Ottobre.
Contrattazione
Questa settimana è stata sottoscritta l’ipotesi di accordo per le piccole e medie imprese tessili e chimiche, che costituisce il primo passo verso un accorpamento dei settori della moda e del chimico, in un’ottica di ottimizzazione dei due comparti. Riparte, presso l’Aran, la trattativa per il rinnovo del contratto del pubblico impiego, che interessa 240mila lavoratori, con i sindacati della funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil. Sempre presso l’Aran si è aperto il tavolo per il rinnovo del contratto per il comparto Istruzione e Ricerca. Le associazioni di categoria Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil hanno proclamato 8 ore di sciopero per il settore gomma-plastica, confermando il blocco delle flessibilità organizzative e del lavoro straordinario. È stato approvato il piano di riorganizzazione per il rilancio dell’azienda farmaceutica Alfasigma. La trattativa ha portato ad una riduzione del numero degli esuberi da 456 a 300 nelle sedi di Milano, Pomezia, Alanno e Bologna, e alla cancellazione di tutte le esternalizzazioni previste.
Analisi
Maurizio Ricci analizza i dati dell’Ocse sul rapporto tra invecchiamento e busta paga, evidenziando come, tra il 1980 e il 2010, i lavoratori over 60 siano riusciti ad avere un aumento cumulativo del reddito superiore del 13%, rispetto a quello di un lavoratore di trent’anni più giovane. Percentuale che in Italia sale al 20%.
Giuliano Cazzola, nel sessantesimo anniversario della morte di Giuseppe di Vittorio, ricorda quando la Cgil e il suo leader si opposero a Togliatti e al Pci, in occasione dei fatti di Polonia e Ungheria del 1956, ribadendo una concezione autonoma e moderna del sindacato.
Lo storico Edmondo Montali, nel suo intervento al convegno organizzato dalla Cgil il 3 novembre a Cerignola per commemorare Di Vittorio, traccia la vicenda umana, politica e sindacale dello storico leader della Confederazione.
La nota
Fernando Liuzzi ha seguito una nuova puntata della vicenda Ilva, andata in scena giovedì 9 al Ministero dello sviluppo economico. Con la presentazione del piano industriale elaborato dalla cordata guidata da ArcelorMittal, il negoziato con i sindacati dei metalmeccanici è entrato nel vivo.
Interviste
Il direttore del Diario, Massimo Mascini, ha intervistato il segretario confederale della Cisl Gigi Petteni, a proposito della possibile prossima conclusione del confronto aperto con la Confindustria sulle relazioni industriali e i contratti.
I blog del Diario
Roberto Polillo affronta il tema del degrado di alcune zone periferiche della Capitale. Un argomento, quello della “grande bruttezza” capitolina, che non dovrebbe più sorprendere, data la mancanza di una politica per la città.
Aldo Amoretti, partendo da un’affermazione del presidente dell’Inps Tito Boeri, analizza il variegato universo delle pensioni, soffermandosi su lavoratori precoci, donne e professioni usuranti.
Diario della crisi
I sindacati di categoria Slc Cgil, Uilcom Uil e UGL Telecomunicazioni hanno annunciato che per il prossimo 29 novembre è stata fissata l’udienza al Tribunale di Roma per la denuncia, nei confronti di Sky, per attività antisindacale, a seguito dell’attuazione di licenziamenti collettivi e trasferimenti individuali. I lavoratori dello stabilimento dell’Ilva di Genova hanno occupato la fabbrica e bloccato la produzione per protestare contro gli esuberi previsti dal piano industriale. I dipendenti della sede Candy di Brugherio (MB) hanno proclamato lo stato di agitazione, che durerà fino alla ripresa del tavolo negoziale per la gestione degli scioperi. I sindacati del comparto scuola hanno promosso, per il 15 e 16 novembre, assemblee in tutta Italia per rivendicare “il diritto a un contratto di lavoro dignitoso e difendere la libertà di insegnamento”. I lavoratori dell’artigianato della Lombardia hanno organizzato iniziative di protesta contro il mancato rinnovo della parte economica del contratto regionale di lavoro, scaduto nel dicembre 2014.
Documentazione
Nella sezione dedicata potrete trovare i dati Istat sul commercio al dettaglio, la nota mensile sull’andamento dell’economia italiana e i dati sulla produzione industriale È possibile, inoltre visualizzare il testo dell’audizione di Rete Imprese Italia, il documento della Cisl sulla legge di bilancio, il rapporto Svimez 2017 sull’economia del Mezzogiorno e il rapporto 2017 di Anci-Caritas-Migrantes sulla protezione internazionale in Italia. Inoltre i dati dell’Ufficio Studi di Confcommercio sul ruolo delle nuove professioni nel terziario di mercato e i dati su consumi e prezzi. Ed infine il testo di ipotesi di accordo dell’azienda Alfasigma e quello per le Pmi tessili e chimiche.