“Avevamo chiesto un incremento delle risorse per il rinnovo del contratto del personale non dirigente del comparto sicurezza e difesa e quindi, dopo un periodo di stallo, accogliamo con favore la notizia che la trattativa riparte con un incremento retributivo a regime che passa dal 3,78% al 4,26%, che per la Polizia Penitenziaria corrisponde ad un incremento medio lordo di circa 129 euro, ma non basta”. Ad annunciarlo è la Fp Cgil al termine della riunione di questa mattina che di fatto sancisce la riapertura delle procedure negoziali per il rinnovo del contratto di lavoro di circa 500.000 donne e uomini in divisa.
“Abbiamo la necessità di ridefinire la parte normativa del contratto, ferma da oltre 10 anni, e di rivedere la parte economica, garantendo adeguati aumenti salariali a coloro che anche durante la pandemia hanno garantito la tenuta del sistema di sicurezza del Paese, mettendo a rischio la propria vita”, commenta il sindacato.
“Per non dimenticare poi che riteniamo prioritario che questo rinnovo contrattuale arrivi a sancire la possibilità di accesso ai fondi di previdenza complementare anche per il personale di questi comparti, come già avviene per il resto dei lavoratori del pubblico impiego con il fondo Perseo Sirio. Su questo passaggio imprescindibile il Governo deve impegnarsi a reperire ulteriori risorse, partendo dalla prossima legge di bilancio, per garantire l`accesso ai lavoratori dal primo gennaio 2022”.
Per quanto riguarda la parte normativa, invece, spiega il sindacato, “dobbiamo rivedere il sistema delle relazioni sindacali, partendo dalla misurazione della rappresentanza e ampliando le libertà, il ricorso a commissioni paritetiche di controllo sull`applicazione delle norme e rafforzando la contrattazione decentrata. Dobbiamo inoltre garantire al personale la possibilità di fruire di maggiori periodi di formazione e aggiornamento, delle caserme, delle ferie solidali e di assistere i familiari in difficoltà”.
“Come Fns Cisl apprezziamo l`incremento retributivo a regime delle risorse per il rinnovo del contratto del personale non dirigente del comparto sicurezza e difesa “. Lo dichiara in una nota il segretario generale della Federazione nazionale sicurezza Cisl, Massimo Vespia.
“Il ministro Brunetta- precisa Vespia- ha inteso illustrare come le precedenti richieste sindacali abbiano trovato una prima risposta con una iniziale integrazione delle risorse economiche, rispetto a quelle previste dalle singole leggi di bilancio, con una integrazione di 77 milioni di euro ed ulteriori 50 milioni che derivano da un cambio di destinazione di risorse già stanziate per il Settore”.
“Questi interventi del Governo sono serviti – spiega il sindacalisa – a riallineare gli stanziamenti finanziari a quelli del restante Pubblico impiego, a riconoscere l`importanza del Comparto e l`elevato valore che i lavoratori rappresentano nell`ambito dell`intera Pubblica amministrazione”.
Lo stesso ministro della Funzione Pubblica ha poi tracciato una ipotesi di road map per la trattativa che da oggi prende concretamente riavvio; intenzione del Governo è chiudere l`accordo entro il 30 settembre 2021
“Servirà adesso grande attenzione e serietà – conclude Vespia- perché la fase che abbiamo davanti sarà molto impegnativa e vedrà affrontare materie – specialmente quelle della parte normativa – ferme al Contratto che era scaduto nel 2008 e che nell`ultimo rinnovo non vennero considerate per le urgenze sul piano economico dell`epoca”.
TN