“Ilva e Alitalia sono due dei tavoli più complessi ed emergenziali che ci troviamo a gestire”. Così il ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, nel corso di un’informativa alla Camera sulle crisi industriali.
“Nessun ministro dello Sviluppo economico è contento quando di apre un tavolo – ha detto – quello che ci impegna è trovare soluzioni ai tavoli che si aprono”. Patuanelli ha poi affermato che “oltre a quelle più note dei settori siderurgico e automotive, ci sono difficoltà anche per il tessile e la grande distribuzione”.
Nel totale sono 149 i tavoli aperti al Mise in linea, afferma Patuanelli, con i numeri degli ultimi cinque anni. Inoltre i milioni destinati alle aree di crisi industriale, complesse e non complesse, ammontano a 735 milioni.
Nello specifico per Alitalia il ministro ha sostenuto come “ci siano condizioni che mi fanno essere parzialmente ottimista su quello che succederà nelle prossime ore, ma bisogna attendere”.
Patuanelli ha aggiunto di attendere “domani alla scadenza dell’ultima proroga autorizzata ai commissari e concessa al costituendo consorzio con Fs capofila di leggere cosa scriverà ai commissari”. Il ministro ha inoltre lamentato il fatto che “in queste ore si sono susseguite dichiarazioni in un senso e nell’altro. Qualche volta bisognerebbe limitare le esternazioni per non suscitare né allarmismi da un lato né eccessiva positività dall’altro, soprattutto in un momento difficile come questo”.
Mentre per il caso Ilva ha spiegato “che ci sono delle interlocuzioni e un percorso giudiziario, che riteniamo immotivato perché riteniamo non ci sia un diritto di recesso dell’azienda. Stiamo chiedendo all’azienda di retrocedere da questo diritto, che secondo noi non ha, per creare le condizioni per sedersi attorno a un tavolo”. Un tavolo “per affrontare la questione industriale – ha affermato – che dovrebbe essere al centro di ogni ragionamento per tutelare un settore produttivo fondamentale per il Paese, oltre che 11mila persone coinvolte direttamente nello stabilimento di Taranto e le decine di migliaia di persone dell’indotto. Di più in questo momento non ho da dire, perché in queste ore ci sono interlocuzioni in tal senso”.
Altra partita aperta riguarda lo stabilimento Whirpool di Napol, dove, con il venir meno da parte dell’impresa di cedere un ramo d’impresa è stata scongiurata, ha sottolineato il ministro, è stata scongiurata una crisi sociale, anche se la situazione non è del tutto risolta.
Il ministro dello Sviluppo economico ha sottolineato che la maggior parte delle aziende interessate dai tavoli di crisi si trova in Lombardia, Abruzzo, Campania, Lazio e Toscana.
TN