I nuovi movimenti di protesta anti-corruzione hanno ottenuto risultati ragguardevoli alle elezioni locali e regionali in Spagna, conquistando Barcellona e infrangendo la maggioranza del Partito popolare (Pp) a Madrid. Una battuta d’arresto storica per i partiti tradizionali.
Nella capitale, amministrata per gli ultimi 20 anni dalla formazione politica dell’attuale premier Mariano Rajoy e roccaforte conservatrice, un gruppo sostenuto dal partito anti-austerity Podemos potrebbe conquistare l’amministrazione comunale.
I nuovi gruppi locali ispirati a Podemos, Barcelona En Comu e Ahora Madrid, sono stati formalmente lanciati solo pochi mesi fa, ma hanno già allentato la morsa dei due grandi partiti – Pp e Psoe – che hanno governato in Spagna per quasi quattro decenni.
Nati sulla scia dei movimenti di protesta degli Indignados, che hanno portato in piazza tantissimi persone durante la crisi economica, i nuovi gruppi hanno puntato sulla lotta alla corruzione e alla disoccupazione la loro campagna elettorale. Migliaia di sostenitori di entrambi i partiti si sono riversati sulle strade di Madrid e Barcellona, per festeggiare.
Ahora Madrid, guidata dalla 71enne giudice in pensione Manuela Carmena, si è piazzata seconda nella capitale alle spalle del Partito popolare, al governo, ma potrebbe ancora amministrare la città nel caso formasse un’alleanza con i socialisti, finiti terzi. “Ricorderemo tutto questo come qualcosa di speciale e straordinario”, ha detto ai sostenitori nel centro di Madrid.
Il leader del gruppo a Barcellona, Ada Colau, è una 41enne attivista salita alla ribalta delle cronache per la sua strenua difesa dei cittadini dagli sfratti. “In questa titanica lotta di Davide contro Golia”, ha sottolineato, “abbiamo vinto perché abbiamo fatto cose incredibili con scarse risorse e il potere del popolo”.
Barcelona En Comu ha ottenuto un seggio in più nel consiglio comunale della città catalana rispetto all’avversario meglio piazzato; tornando alla capitale, Carmena ha la possibilità di infliggere un colpo durissimo al Pp – che ha governato Madrid per 23 anni – e al premier Mariano Rajoy in vista delle elezioni generale, previste intorno a novembre.
Colau nel frattempo potrebbe essere attesa da un compito non semplice per formare una coalizione, visti i piccoli partiti rivali che potrebbero far fronte comune per metterle i bastoni tra le ruote. Per i suoi sostenitori, il risultato delle urne è stato comunque accolto alla stregua di un trionfo.
Podemos, alleato del partito al potere greco Syriza, di fatto non si è presentata alle elezioni amministrative, ma si è piazzata al terzo posto in quelle regioni. Pp e Psoe hanno riportato “uno dei peggiori risultati della loro storia”, ha evidenziato il leader di Podemos, Pablo Iglesias, a urne chiuse, “Questa primavera del cambiamento è irreversibile e ci porterà fino a novembre. Raccoglieremo la sfida di vincere le elezioni contro il Partito Popolare”.