Bene un taglio dell’Iva, ma all’interno di una riforma complessiva del fisco. Per Donatella Prampolini, vicepresidente di Confcommercio, è questa la ricetta per rilanciare i consumi. Per la numero due di Confcommercio serve una road map nella quale indicare le priorità sulle quali dirottare le risorse. Ma per farlo, aggiunge, serve una forte coesione di tutte le parti sociali
Prampolini, il premier Conte ha proposto una possibile rimodulazione dell’Iva. Cosa ne pensa?
Il taglio dell’Iva può sicuramente essere una misura da perseguire. Noi abbiamo sempre sostenuto la necessità di non aumentarla. Certamente l’intera discussione non può ruotare unicamente attorno a questo tema. Serve una riforma fiscale complessiva, che riveda l’Irpef e operi un taglio del cuneo fiscale, e che non si concentri, esclusivamente, su un’unica imposta.
Si tratta, tuttavia, di una misura molto onerosa, e le risorse a disposizione non sono molte.
È vero, ed è per questo che non possiamo pensare di dare risorse a pioggia a tutti. È un modo di operare che non porta benefici. Bisogna indicare una strada da seguire, con delle priorità. Tra queste c’è sicuramente anche la riforma del fisco, con al suo interno una rimodulazione dell’Iva.
Quali benefici potrebbe portare un taglio dell’Iva, oltre a una spinta ai consumi?
Potrebbe essere un modo per far emergere forme di lavoro irregolare.
Oltre a una riforma del fisco, quali altri interventi servirebbero per far ripartire il paese?
Bisogna partire dai settori che più di altri hanno sofferto per il covid, come il turismo. Questo già sarebbe un modo per indicare delle priorità. Se noi mettiamo a punto un piano di ampio respiro, che guardi ai prossimi anni, allora possiamo avere qualche chance di rilanciare il turismo, cosi come altri settori, che crea un indotto significativo.
Come si può fare tutto questo?
Serve una forte coesione nel paese, ma anche all’interno delle parti sociali stesse. È un primo passo imprescindibile, per iniziare a pensare in modo sistemico e non per singoli settori o filiere.
Da poco si sono conclusi gli Stati generali. Secondo lei sono stati un momento proficuo o una semplice passerella?
Lo scopriremo solo più avanti se si è trattato di una passerella o no. Il dialogo è sempre importante e non deve essere bocciato a priori. L’importante è capire come il governo recepirà le nostre proposte e quali azioni vorrà attuare. Solo dopo si potrà dare un giudizio.
Oggi sul Corriere della Sera il sindaco di Milano Sala, parlando dello smart working, ha sottolineato come un uso di questa forma di lavoro possa avere conseguenze negative su altri settori economici, come bar e ristoranti (ndr), lo vede un rischio possibile?
Vede il problema non è tanto lo smart working. Se così fosse, assisteremo a un semplice passaggio dei consumi da una categoria all’altra ma, invece, registriamo un calo netto e diffuso, ora anche nel comparto alimentare. Dato 100 il totale dei consumi, sia in casa che fuori, ancora non siamo tornati a pieno regime. C’è ancora timore nelle persone per l’incertezza economica e occupazionale che si prospetta loro davanti.
Tommaso Nutarelli