Una manovra espansiva e una ritrovata fiducia di imprese e consumatori non mettono al sicuro il Natale, sul quale pesano l’inflazione e i costi dell’energia. È questo il pensiero di Donatella Prampolini, vicepresidente di Confcommercio. Con la legge di bilancio bisogna guardare ai bisogni di tutti, anche alle nostre imprese che più di altre hanno risentito della pandemia. Sbagliano nel merito e nel metodo Cgil e Uil a scioperare il 16 dicembre. E la loro volontà di spostare tutti gli 8 miliardi per il fisco sui lavoratori dipendenti racconta un certo egoismo.
Prampolini come sono le prospettive per questo Natale?
Quello di quest’anno sarà un Natele a luci e ombre. C’è nuova fiducia tra i consumatori e le imprese e la manovra espansiva mette il paese sulla buona strada. Rimangono le incertezze legate all’inflazione, che ridurrà il potere di acquisto delle famiglie, e al caro bollette.
Per il prossimo anno quali scenari dobbiamo aspettarci?
Per il 2022, quello che sta emergendo dai tavoli della grande distribuzione, è una situazione di forti rincari. Parliamo del 6-7% per l’alimentare. È vero che stiamo riscontrando un aumento significativo delle materie prime, ma credo che non manchi anche una forte dose speculativa.
Come dovrebbe intervenire il governo?
Il governo dovrebbe fare da scudo contro i giochi speculativi in atto. Il costo dell’energia non solo sarà pesante per le famiglie ma anche per le imprese. Inoltre il nostro paese sconta una politica energetica poco lungimirante negli ultimi decenni. Dicendo no al nucleare, e senza avere fonti primarie da utilizzare, l’Italia è fortemente dipendente da altri paesi. E questo ci pone in una posizione di subordine.
Come sta andando con il super green pass? Avete riscontrato dei problemi?
Dobbiamo temere il virus, non gli strumenti che servono a contrastarlo. Con il green pass teniamo insieme tutela della salute pubblica e tutela dell’economia. E questo le nostre aziende lo hanno capito.
Anche Confcommercio ha firmato il protocollo sullo smart working. Che giudizio gli dà?
È un protocollo “leggero”, che detta delle linee guida. Una bussola che poi rimanda alla contrattazione e gli accordi la definizione di questo strumento. Ci sono ovviamente delle parti da limare, ma l’aspetto positivo è che si guarda al dopo l’emergenza. Se il lavoro agile deve essere veramente smart, allora bisogna renderlo tale anche nell’accesso e nell’uso.
Venendo alla manovra, quale sono le sue valutazioni in merito?
Come detto siamo dinnanzi a una manovra espansiva, che promuoviamo nel suo impianto. Sappiamo benissimo che le risorse non sono infinite, e questo non ci consente di fare tutto quello che vorremmo. Un punto che, tuttavia, riteniamo ancora critico è la riforma degli ammortizzatori sociali. La riforma doveva andare di pari passo con il taglio del cuneo fiscale, e su questo aspetto il tavolo si è interrotto. Rivedere il costo degli ammortizzatori comporta un carico considerevole per le nostre aziende, che più di altre hanno risentito della crisi, senza un’adeguata riduzione del cuneo fiscale. In questo modo sono a rischio le risorse per i tavoli negoziali, e molti rinnovi potranno essere in pericolo.
Cosa ne pensa dello sciopero generale di Cgil e Uil del prossimo 16 dicembre?
Ogni compagine rappresentativa fa le sue valutazioni e lo sciopero è un diritto riconosciuto dalla Costituzione. Detto questo non penso che ora sia lo strumento più utile, vista la situazione economica, sociale e sanitaria del paese. Soprattutto non è uno sciopero giusto nel merito e nel metodo. Nella manovra dobbiamo ottemperare ai bisogni di tutti i soggetti coinvolti. La volontà di spostare tutti gli 8 miliardi del fisco sui lavoratori dipendenti, come vorrebbero Cgil e Uil, nasconde un certo egoismo. Ovviamente più denari per i dipendenti significano anche più risorse immesse nel mercato, ma non possiamo non tenere conto anche delle esigenze delle imprese. Come detto se non interveniamo sul cuneo fiscale molte risorse per i rinnovi contrattuali sono a repentaglio.
Tommaso Nutarelli