Secondo i numeri del 2014 del Rapporto Paying Taxes 2016, che si riferisce all’anno fiscale 2014 ed è elaborato dalla Banca Mondiale e Pwc, l’Italia non si colloca nelle prime posizioni.
Il combinato disposto tra carico fiscale sulle imprese (al 64,8% dei profitti commerciali), tempo medio annuale per gli adempimenti tributari (269 ore) e numero di pagamenti annuali al fisco (14) colloca l’Italia al 137esimo posto su 189 economie esaminate dal rapporto.
“Ma guardando le tendenze di medio periodo – ha sottolineato il direttore generale delle Finanze Fabrizia Lapecorella – si nota uno sforzo del Paese per divenire più attraente sia dal lato del fisco e sia dal lato delle semplificazioni.”
“Dal 2004 al 2014 – prosegue – il carico fiscale è sceso dal 76,8% al 64,8% e il tempo impiegato per gli adempimenti tributari si è ridotto da 340 a 269 ore. Un miglioramento significativo che ancora non incorpora gli effetti delle riforme degli ultimi due anni.”
Nel dettaglio, Lapercorella ha spiegato, nel corso della presentazione del Rapporto, i provvedimenti del Governo: Ace (auto alla crescita economica), deduzione del costo del lavoro dall’imponibile Irap, credito di imposta per i contribuenti Irap senza dipendenti, credito di imposta per attività di ricerca e sviluppo, Patent box, sgravi fiscali contributivi per le assunzioni a tempo indeterminato, bonus 40% sugli ammortamenti, riduzione dell’Ires e proroga degli sgravi contributivi compongono un menù che nei prossimi anni contribuiranno a ridurre ulteriormente il Total Tax Rate.
Poi il capitolo semplificazioni, tra gli assi portanti i provvedimenti sulla fatturazione elettronica e split payment, che insieme agli sgravi contributivi, contribuiranno a ridurre il tempo da dedicare agli adempimenti fiscali.
Più in generale, secondo il direttore generale delle Finanze, si tratta di un percorso destinato a rendere più “friendly” l’ambiente economico in modo da accrescere l’attrattività del Paese verso i capitali, non solo domestici, ma anche esteri.
“Vi è da aggiungere – ha sottolineato Fabrizio Acerbis, managing partner di PwC – che la pressione fiscale e gli adempimenti tributari non esauriscono i temi intorno alla fiscalità: la stabilità delle norme, la certezza interpretativa, i tempi del contenzioso, influiscono direttamente sulla competitività dei singoli Paesi. Un sistema fatto di norme stabili e chiaramente interpretabili ha effetti immediati sulla capacità competitiva.”