Pubblichiamo l’articolo di Silvia Ciucciovino, professoressa di Diritto del lavoro all’Università Roma Tre, Salario minimo, salario dignitoso, salario giusto: temi per un dibattito sul futuro della contrattazione collettiva, in merito all’introduzione di una soglia di retribuzione oraria stabilità per legge nel nostro paese.. Un dibattito che come la stessa Ciuccivino ricorda ha ormai invaso tutte le sedi, scientifiche, sindacali, politiche e istituzionali e i mezzi di informazione.
Semplificando al massimo le posizioni di chi vede necessario introdurre una soglia oraria sotto la quale non poter scendere, da un lato c’è afferma che questa strada vada percorsa con il supporto delle legge, e chi, dall’altro invece, ritiene indispensabile rafforzare il ruolo della contrattazione collettiva.
Oggi, sostiene Ciucciovino nel suo articolo, la stagione che vedeva il contratto collettivo nazionale come unica fonte salariale, e che, anche per il diritto, incarnava appieno l’articolo 36 della Costituzione, che sancisce il diritto di tutti a ricevere una retribuzione che consenta l’accesso a un’esistenza dignitosa, sta venendo meno.
Un vulnus innescato dalla sentenza 28321 della Corte di Cassazione del 10 ottobre scorso, che per la prima volta mette in dubbio la conformità costituzionale dei trattamenti economici presenti nel contratto collettivo nazionale.