Il segretario della Cgil, Maurizio Landini, ha partecipato questa mattina a un’assemblea dei lavoratori di Ansaldo Energia a Genova. Parlando con i giornalisti al termine dell’incontro, ha dichiarato: “La lotta dei lavoratori ha ottenuto un risultato importante, quello della ricapitalizzazione che mette Ansaldo nelle condizioni di andare avanti, con un piano industriale che rilancia sulla qualità dei prodotti. Questa non è solo un’azienda che ha 170 anni di storia, ma un’azienda con competenze e prodotti che non ha nessun’altra e credo sia importante investire”.
“C’è bisogno di politiche industriali – ha aggiunto – perché il mercato non affronta da solo questa situazione. Se pensiamo alle politiche energetiche, al modello di sviluppo che deve cambiare, queste cose non le fa il mercato, anzi il mercato fa disastri. È il momento di avere un indirizzo di politica industriale e finalizzare le risorse pubbliche non a tutte le imprese in generale, ma a quelle imprese che creano lavoro, che tengono la produzione nel nostro Paese e che investono sulla qualità e sull’innovazione”.
In merito alla questione Ilva, invece, Landini reclama che il governo f”accia fino in fondo la sua parte, entri e realizzi i piani industriali. Tutte le maggiori imprese del Paese – ha aggiunto – in molti casi hanno un controllo pubblico ma oggi in molti casi non c’è un coordinamento delle politiche industriali e ci sarebbe bisogno di avere un’agenzia per lo sviluppo. Penso sia venuto anche il momento di smetterla di dare soldi pubblici a tutti ma vanno dati a quelli che fanno gli investimenti e indirizzare anche le scelte che devono essere fatte per far crescere il nostro Paese”.
Contestualmente, Landini ha affrontato il tema del sistema sanitario italiano, oggetto di pesanti tagli nel Def: “La sanità è al collasso, bisogna dire le cose come stanno. Prima della pandemia erano stati fatti molti tagli, 30 o 40 miliardi negli ultimi vent’anni, e anche la proposta di Def prevede nei prossimi tre anni un taglio della spesa sanitaria che non è assolutamente accettabile. Per noi oggi – ha aggiunto il leader della Cgil – investire sulla sanità pubblica è una priorità assoluta, c’è bisogno di investire per le assunzioni e usare i soldi del Pnrr per fare quei servizi sociosanitari che mancano sul territorio. Questo non è un tema che riguarda solo chi lavora nella sanità ma per noi è un punto di mobilitazione, uno dei diritti fondamentali, un elemento prioritario”.
“È una delle ragioni – ha concluso il segretario della Cgil – che ci portano a chiedere a cittadini e lavoratori di scendere in piazza il 6 maggio a Bologna, il 13 a Milano e il 20 a Napoli, per dire che c’è bisogno di investire sulla sanità pubblica e di cambiare le politiche che sono state fatte fino a oggi. Se non avremo risposte penso che questo sarà uno dei temi fondamentali sui quali agire”.
e.m.