Si sone aperti oggi pomeriggio, a Pomezia, i lavori del Congresso Straordinario della Fai Cisl nazionale dal titolo: “Costruire insieme cambiamento e futuro”. Il Segretario confederale della Fai-Cisl ha aperto il congresso sottolineando l’importanza del rinnovo dei contratti del settore alimentare e la necessità di determinare i processi di sviluppo nazionale attraverso la contrattazione.
“I due recenti rinnovi contrattuali dell’industria e della cooperazione alimentare – ha dichiarato Sbarra – porteranno all’economia nazionale non meno di 1,2 miliardi di euro nei prossimi 4 anni”.
“Un dato – ha aggiunto – che basta a comprendere l’importanza della contrattazione nei processi di sviluppo nazionale. I due rinnovi degli alimentaristi, che coinvolgono complessivamente quasi 500 mila lavoratori, sono strategici non solo perché migliorano le condizioni dei lavoratori e la produttività delle aziende, ma anche perché prefigurano un sistema di relazioni industriali che dà protagonismo alle parti sociali nelle dinamiche di crescita generale, in coerenza con il protocollo unitario Cisl-Cgil-Uil. Si realizza – ha continuato Sbarra – non solo una efficace politica contrattuale, ma anche vera politica di coesione, con il contrasto alla deflazione, il rilancio dei consumi, il sostegno alla famiglia. Mediante le leve della contrattazione e della bilateralità non ci accontentiamo più di aspettare o recepire le condizioni del rilancio, ma vogliamo determinarle. Il Governo resti lontano dal salario minimo e Confindustria, con il nuovo Presidente Boccia, colga un’occasione storica e avvii il confronto per giungere alla definizione dell’accordo”.
Inoltre, il segretario confederale, Luigi Sbarra ha commentato il negoziato commerciale ancora in corso tra Unione europea e Stati Uniti. “Sul Ttip servono clausole sociali che garantiscano la dignità del lavoro e il valore dei modelli produttivi locali. La Fai guarda a questa realtà lontana da tare ideologiche – ha aggiunto Sbarra -, ma sarebbe cieco non vederne le minacce. I rischi potranno dirsi scongiurati solo se la Commissione europea saprà inserire clausole che pongano vincoli inamovibili sulla dignità del lavoro e a difesa delle distintività e dei sistemi di produzione locali. Come sindacato dobbiamo esercitare pressioni per spostare il baricentro delle politiche agroalimentari Ue su target sociali. Dobbiamo rimboccarci le maniche come Fai, come Effat, come Etf e come Ces – ha concluso il sindacalista – anche per portare in Europa temi che non possono più essere confinati entro recinti nazionali, a cominciare dal governo del mercato del lavoro agricolo.”