“Le decisioni annunciate oggi in Consiglio dei Ministri sulla nuova composizione del Cnel non hanno altro significato che quello di un punitivo ridimensionamento della rappresentanza di lavoratori e imprese nell’unica sede istituzionale prevista dalla Costituzione, oltretutto a vantaggio, in particolare, di rappresentanti di nomina politica, non previsti dall’articolo 99 della Costituzione”. Lo ha dichiarato il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, in una lettera indirizzata al presidente del Consiglio.
Per il sindacalista questo comportamento rivela “il livore con cui il governo reagisce alle denunce delle parti sociali sui costi della politica e sui privilegi della casta, in relazione ai quali la debolezza degli interventi nella manovra ne ha evidenziato tutta l’iniquità”.
Per il leader della Cgil, Susanna Camusso, la decisione del Cdm è “un ulteriore atto di ritorsione contro le parti sociali che non intendono arrendersi alle politiche del governo e alle sue prevaricazioni”. “E’ l’ennesimo uso privatistico di una istituzione costituita attraverso un articolo della Carta costituzionale. E’ sempre più evidente l’illegittimità costituzionale di quello che sta facendo questo governo: faremo sentire e far valere le nostre ragioni durante l’iter di questo provvedimento e, se fosse necessario, anche dopo”, conclude Camusso.
Il Cnel “è un organo di rilevanza costituzionale in cui sono rappresentate le parti sociali. Ma quando si è trattato di ridimensionarne i numeri sono stati tagliati solo questi soggetti. Sarebbe stato più logico, invece, incidere innanzitutto sui rappresentanti di altri settori non indicati dalla Costituzione”, ha commentato il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti.
“Questo disegno cervellotico – spiega Angeletti – era già stato giudicato incostituzionale dalla competente Commissione parlamentare. Ma il Consiglio dei ministri lo ha ugualmente approvato senza tenere conto di questa decisione. L’unica soluzione seria sarebbe quella di prevedere una riduzione dei costi di rappresentanza di questo organo in cui dovrebbero, comunque, essere presenti, in assoluta prevalenza, le parti sociali, altrimenti il Cnel sarebbe snaturato e non più in grado di giustificare la sua esistenza.
(FRN)