L’Intersindacale medica, veterinaria e sanitaria si scaglia contro l’emendamento delle Regioni al decreto milleproroghe in conversione al Senato, definendolo “una rapina a mano armata. Un emendamento senza rationale, senza l`alibi della delega di riforma della pubblica amministrazione, senza pudore, senza vergogna”.
In particolare, l’emendamento prevede che il taglio dei fondi accessori del contratto nazionale dei medici e dei dirigenti sanitari, in atto dal 2011, prosegua per tutto il 2017.
“Le Regioni attaccano le condizioni economiche su cui si fonda la stessa possibilità di attuare quell`articolo 22 del Patto della Salute che fingono di discutere con il Ministro” spiegano i sindacati, sostenendo che le Regioni “per fare cassa” chiedono al Governo di “continuare il saccheggio” dei fondi contrattuali dei medici e dei dirigenti sanitari, non considerando sufficienti i 650 milioni “già sottratti per via legislativa ed esegetica negli ultimi 5 anni.”
“Dai tagli lineari si è passati al taglio specifico per i medici ed i dirigenti sanitari – continuano – che, senza contratto da otto anni, hanno salvato dal tracollo il servizio pubblico malgrado il definanziamento, il peggioramento delle condizioni di lavoro, il vistoso calo degli organici.”
Pertanto, i sindacati della Dirigenza medica e sanitaria chiedono al Governo ed al ministro della salute, Beatrice Lorenzin, “di non piegarsi a questo ricatto, che mette a rischio la stessa riforma dei Lea ed il rinnovo contrattuale” e rivolgendosi in particolare ai medici ed agli altri professionisti sanitari che siedono al Senato ed alla Camera, “di evitare l’ennesimo scippo con beffa alle categorie che lavorano per garantire la tutela della salute dei cittadini.”
“Il Governo faccia le sue scelte – concludono – ma sappia che di fronte a ulteriori atti ostili non sarà possibile ricucire un interlocuzione con importanti categorie professionali che, comunque, non rimarranno inerti ad assistere allo scempio dei loro contratti di lavoro, all’uso incontrollato delle risorse e alla deriva verso la sanità privata.”