Hanno preso il via questa mattina alle 9 le audizioni informali da parte delle IX Commissione al Senato e X Commissione alla Camera dei rappresentanti delle organizzazioni sindacali in merito alla produzione automobilistica Stellantis in Italia. Una giornata che si apre non senza polemiche dopo il diniego a presentarsi del presidente di Stellantis, John Elkann, in quanto – spiega in una lettera al al presidente della Commissione Attività Produttive della Camera, Alberto Luigi Gusmeroli – “non abbiamo nulla da aggiungere rispetto a quanto già illustrato dall’Ad” lo scorso 11 ottobre, ma ribadisce “la disponibilità a un dialogo franco e rispettoso”.
“Stellantis – sottolinea Elkann – prosegue le interlocuzioni con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy nell`ambito del tavolo di confronto istituito presso il dicastero, in attesa della convocazione ufficiale presso la Presidenza del Consiglio”, come previsto dalle mozioni approvate dalla Camera dei deputati il 16 ottobre. “La ringrazio per l`attenzione che Lei ed i suoi Onorevoli colleghi state dedicando al settore dell`automotive ed alle sue evoluzioni in Italia, in Europa e nel mondo”, conclude Elkann.
Gusmeroli, però, assicura che rinnoverà la richiesta di audizione del presidente di Stellantis. Ricordando l’audizione di Tavares, il presidente della commissione Attività produttive ha sottolineato che “i parlamentari hanno potuto interloquire” con l’azienda. “Un’interlocuzione sicuramente utile per tutti – ha spiegato – il gruppo ha dato tanto negli anni all’Italia, ma ha ricevuto tanto dall’Italia e, quindi, anche per queste ragioni credo che sia utile interloquire con tutte le forze parlamentari”.
Ma per i sindacati il confronto non si arresta. “È un momento delicato per il settore manifatturiero, in particolare per l’automotive che sta affrontando la transizione verso l’elettrico con tempi decisi dalla politica”, afferma Roberto Di Maulo, segretario generale della Fismic Confsal, nel corso dell’audizione . “È stata la commissione europea a dettare i tempi – ha detto – serve una politica di sostegno all’occupazione in quanto abbiamo esaurito gli ammortizzatori sociali, specialmente nella componentistica. Serve un intervento straordinario a sostegno dell’automotive”.
Il segretario generale della Fiom-Cgil, Michele De Palma, ricorda che i tre sindacati Fim, Fiom e Uilm, che rappresentano più del 98%, “sono uniti in una serie di proposte concrete per provare a salvare il sistema industriale del Paese. Non c’è abbastanza consapevolezza rispetto a quello che sta succedendo”. Secondo De Palma “è necessario aumentare le risorse” per l’automotive e “non ridurle” e “avviare un pacchetto straordinario di interventi”, sottolineando che le risorse pubbliche ci devono essere “per chi decide di non delocalizzare e licenziare. Se l’effetto domino non lo fermiamo con un intervento straordinario – ha spiegato – ci troveremo a gestire migliaia di licenziamenti”.
Il numero uno della Fiom ha inoltre ricordato che “il settore automotive è strategico. Un Paese che non ha un settore auto non è un Paese industriale. Il settore opera in un regime di monopolio” e “quest’anno rischiamo di produrre 300-400mila veicoli” rispetto a una capacità di 2 milioni.
Toni allarmanti anche quelli del segretario generale della Fim-Cisl, Ferdinando Uliano, che preconizza nessun “grosso cambiamento” nel 2025, “non ci sarà un’inversione di tendenza rispetto ai volumi” prodotti dal gruppo Stellantis. Servirà, pertanto, una “dotazione specifica” per finanziare gli ammortizzatori sociali perché “stanno finendo, tranne a Pomigliano e Atessa”. E “se finiscono, l’azienda ci porterà i licenziamenti”.
Uliano ha parlato di “scelta sciagurata” del Governo in merito al taglio di risorse per il fondo automotive. Ha ribadito che per Stellantis è necessario un accordo che “deve trovare una sua concretezza” perché “la situazione è in peggioramento. Abbiamo sollecitato un intervento della presidenza del consiglio, quella è la sede per un confronto. L’accordo dei sviluppo deve riguardare Stellantis, ma anche le aziende della componentistica. Bisogna rivedere il piano industriale di Stellantis”.
Il leader della Fim ha poi affermato che il piano industriale di Stellantis “effettivamente c’è”, ma “non è sufficiente. Servono interventi che ad oggi non riscontriamo da parte di Stellantis”. Per la Fim “diventa fondamentale che quell’accordo che noi stavamo tentando di costruire in sede ministeriale trovi una sua concretezza, perché diversamente la situazione che noi vediamo è di continuo peggioramento”.
Infine, Uliano ha ribadito la necessità di un accordo di sviluppo per il settore auto, che dovrebbe riguardare in primo luogo Stellantis, ma anche le aziende della componentistica. “Deve prevedere una serie di impegni per quanto riguarda Stellantis – ha aggiunto – per rivedere quel piano che oggi non consente di dare tranquillità e prospettiva a un settore per noi importante. Bisogna invertire la tendenza al disimpegno di Stellantis”.
L’attacco di Gianluca Ficco della Uilm, invece, si concentra sul percorso della transizione elettrica nel settore auto che è stato “mal congegnato e mal applicato e questo sta mettendo in crisi tutta l’industria europea”. Ficco ha ricordato che il sindacato ha chiesto un tavolo alla presidenza del consiglio perché “il tavolo al Mimit è stato non solo improduttivo, ma addirittura controproducente. Il ministro ci ha invitati a fare un lavoro tecnico, con proposte condivise all’unanimità. Dopo mesi di lavoro dovevamo essere convocati per passare alla negoziazione vera e propria, ma la convocazione non c’è mai stata. Dobbiamo riprendere il confronto con il Governo e con Stellantis per mettere fine alle sterili polemiche e per provare davvero a salvare il settore automotive. Chiediamo la convocazione di un tavolo presso la presidenza del consiglio”.
Secondo la Uilm è necessario “modificare la politica europea di elettrificazione. Il problema non è tanto la data finale del 2035, mail percorso autolesionista che già a partire dal prossimo anno impone di vendere quantità di vetture elettriche irrealistiche per cui il mercato non è pronto. Inoltre, il Governo, in sinergia con le Regioni interessate, dovrebbe realizzare una politica industriale che metta l`Italia in grado di competere alla pari per lo meno con gli altri Paesi europei, mentre oggi paradossalmente propone nella legge di stabilità un taglio di 4,6 miliardi al fondo automotive ereditato dal precedente esecutivo”.
A Stellantis, ha concluso Ficco, “chiediamo di accelerare i lanci delle nuove vetture, mostrare responsabilità sociale verso l`indotto, valorizzare le competenze dei centri di ricerca italiani e assegnare modelli non solo elettrici, ma anche ibridi e di larga diffusione. Bisogna riprendere quei progetti che sono stati interrotti, sospesi o rinviati, a iniziare dagli investimenti su Termoli”.
Intanto il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, su indicazione del ministro Adolfo Urso, ha convocato il Tavolo Stellantis per giovedì 14 novembre a Palazzo Piacentini. Sono stati invitati a partecipare i rappresentanti dell’azienda, delle Regioni sede di stabilimenti produttivi, delle organizzazioni sindacali e dell’Anfia (Associazione Nazionale Filiera Italiana Automotive).
e.m.