La tagliola della commissione Bilancio della Camera è caduta su 1.600 emendamenti al ddl Stabilità, che comincia oggi il suo percorso parlamentare, su circa 3.700 presentati. Al vaglio ne restano quindi 2.100. Gli emendamenti saranno ulteriormente scremati, domani, da ciascun gruppo che dovrà presentare il pacchetto dei propri segnalati.
L’obiettivo è quello di arrivare a lavorare su 500-600 proposte sui temi più sensibili: dalla tassazione dei fondi pensione e del Tfr al calcolo dei minimi per le partite Iva, dai tagli agli enti locali agli sgravi sul cuneo fiscale, agli incentivi per i neoassunti al rafforzamento del bonus bebè per le famiglie meno abbienti. La cosiddetta “local tax” è ancora in bilico, in quanto, fanno notare fonti governative “ci sono dei problemi tecnici. Si sta lavorando ma non è sicuro che si riuscirà a inserirla in legge di Stabilità”. Le stesse fonti confermano che il tema della deducibilità dell’Imu per i capannoni è sul tavolo ma l’aumento (attualmente al 20%) ha dei costi esorbitanti: ben 20 milioni ogni punto percentuale.
Tra le proposte dichiarate inammissibili per assenza o carenza di copertura, ci sono gli emendamenti del Pd che prevedevano un sistema di tassazione separata per il Tfr maturando anticipato in busta paga. Stop anche alla proposta di Stefano Fassina per destinare anche agli statali il Tfr in busta paga e per farlo pagare direttamente dai datori di lavoro nelle imprese sotto i 50 dipendenti.
Per quanto riguarda gli emendamenti che non hanno superato la tagliola della commissione Bilancio per estraneità di materia ci sono anche le norme, già stralciate per la stessa ragione dal testo dalla commissione Bilancio, che autorizzano la spesa di 100 milioni per gli Lsu di Napoli e Palermo. L’emendamento era stato presentato dai deputati Dore Misuraca (Ncd) e Flavio Bonavitacola (Pd).
Stop anche a numerosissime micro-misure: dallo stanziamento di 2 milioni per il settore ittico, 3 milioni per l’Istituto superiore di Sanità in Puglia, 30 milioni nel triennio per i collegamenti di trasporto marittimo veloce nello Stretto di Messina, 20 milioni in due anni per l’artigianato digitale, nonchè la nascita del ‘tutor digitale’.
Sul canone Rai è stato dichiarato inammissibile un emendamento che limitava il pagamento della sola tassa di concessione governativa agli utenti che non richiedono l’installazione di un apposito decoder da parte della concessionaria. Inammissibile, anche l’emendamento della Lega che chiedeva l’applicazione di un “sistema di flat tax”. E stop ancora alla possibilità per Anas di applicare il pedaggio su alcune autostrade e su alcuni raccordi autostradali.
Intanto, l’Unione petrolifera fa i conti sul possibile aumento della benzina nel caso dovesse scattare la “clausola di salvaguardia” sull’innalzamento delle accise: nel solo 2015 le imposte sui carburanti potrebbero aumentare di quasi 8 cent al litro.
Per quanto riguarda la “clausola di salvaguardia”, il ddl Stabilità fa scattare l’aumento delle accise sulla benzina nel caso del mancato via libera di Bruxelles all’estensione del meccanismo del “reverse charge” (l’inversione contabile dell’Iva che punta a ridurre l’evasione fiscale dell’imposta) ai settori delle costruzioni, pulizia, certificati contabili e gas e allo “split payment” generalizzato sugli acquisti della P.A. gravati da Iva.
Con l’emendamento del governo che si è reso necessario per riallineare gli obiettivi di finanza pubblica alle richieste di Bruxelles, l’applicazione del “reverse charge” viene estesa anche alla grande distribuzione. La misura dovrebbe portare dal 2015 alle casse dell’Erario un maggior gettito Iva di 728 milioni (si passa dai 988 milioni inizialmente previsti a 1,7 miliardi di euro) e anche in questo caso la norma è subordinata al rilascio di una deroga da parte della Ue, senza la quale scatta entro il 30 giugno l’innalzamento delle aliquote dell’accisa su benzina e carburanti. In pratica, ha lamentato l’Up, “nel 2015 gli automobilisti italiani si troverebbero con un aggravio fiscale di quasi 2,4 miliardi di euro, senza tenere conto degli ulteriori aumenti già previsti per gli anni successivi, che darebbe il colpo di grazia ad ogni ipotesi di ripresa dei consumi”.
F.P.