Bruno Vitali – segretario nazionale Fim-Cisl
L’avvio del negoziato sindacale sull’integrazione tra Wind ed Infostrada porta al pettine i nodi irrisolti di una discussione, tra categorie e confederazioni, circa la rappresentanza e la tutela sindacale nelle imprese di telecomunicazioni. I problemi legati all’integrazione tra le due realtà evidenziano i limiti, le ambiguità e le contraddizioni che, negli ultimi anni, hanno covato in casa sindacale. Diverse sono le categorie che attualmente contano iscritti nel settore TLC, in particolare metalmeccanici e telefonici. La necessità di ordinare e rafforzare la rappresentanza è evidente. Tuttavia, davanti alla prospettiva suggerita dalla Fim (e condivisa da Fiom e Uilm) di dar vita al sindacato dell’industria le tre confederazioni hanno nicchiato, celando in realtà il tentativo di evitare l’aggregazione di importanti ‘masse critiche’ troppo influenti su politiche ed organigrammi interni alle organizzazioni.
Un calcolo di corto respiro, che danneggia l’esercizio della rappresentanza di lavoratori che si muovono in confini merceologici sempre più mobili e sfumati. Inoltre, nella catena del valore delle imprese ormai la fornitura di servizi rappresenta un elemento decisivo, al pari della produzione intellettuale e manuale. In questo senso l’avere un approccio coerente dell’intero ‘ciclo produttivo’ (ricerca, progettazione, produzione, installazione, manutenzione, erogazione di servizi) rende più forti nella rappresentanza, può evitare la progressiva marginalità del sindacato confederale nel mercato del lavoro che cambia, può pesare maggiormente sulle scelte d’impresa.
Ma torniamo a Wind-Infostrada. Oggi in Italia ci sono due contratti nazionali che regolano, nei campi di applicazione, le norme per i lavoratori delle imprese di Tlc. Il metalmeccanico (che recita: ‘Il presente contratto si applica alle imprese di: …produzione di apparecchi e complessi per la telefonia e le telecomunicazioni, di gestioni di reti e di servizi di telefonia,…’) e quello delle telecomunicazioni. I due contratti nella sostanza si equivalgono, essendo il secondo mutuato dal primo. Tuttavia nella categoria dei telefonici il contratto concede molta più flessibilità ‘a prescindere’. Il motivo sta nella diversa esperienza di contrattazione aziendale e di rappresentanza (la storia conta…) che, nei telefonici, è di gran lunga minore e più debole.
Le due aziende in questione hanno dimensioni e localizzazioni sostanzialmente analoghe, ma in Wind il sindacato è debolmente rappresentato attraverso una trentina di Rsa nominati da poco dai sindacati; in Infostrada invece sono consolidate le Rsu elette da tutti i dipendenti e la sindacalizzazione alle tre sigle ammonta al 25% circa del totale. Sempre in Infostrada è in vigore un contratto aziendale integrativo con commissioni bilaterali che gestiscono gli aspetti della formazione, della professionalità, degli orari e del premio di risultato. Proprio l’esercizio di una negoziazione di tipo partecipativo ha significato, per Infostrada, un elemento ulteriore di differenziazione e di competitività rispetto ai concorrenti. Non è fuori luogo qui affermare che il sindacato ha giocato come variabile positiva, come risorsa che ha fatto la differenza nel modo di lavorare e nel clima interno all’impresa. Un patrimonio che non va sprecato ma rilanciato.
Con queste motivazioni i metalmeccanici confermano la loro tradizione di rappresentanza dell’insieme dei lavoratori dell’informatica, dell’elettronica e delle Tlc ed intendono ‘esportare’ questo stile il più possibile. Le intenzioni, dichiarate da Wind, di armonizzare tutti secondo la normativa delle Tlc alza indubbiamente la tensione e porta allo scontro frontale con Fim, Fiom e Uilm e con i dipendenti di Infostrada. Non risolve il dilemma della tutela ma, al contrario, fa pendere la bilancia a favore dell’impresa perché pretende una controparte sindacale parcellizzata nella rappresentanza e di debole tradizione contrattuale. Stando così le cose le prossime settimane saranno caratterizzate da un conflitto sindacale inedito in aziende di Tlc. Il contrario di ciò che serve per superare le difficoltà che sono all’orizzonte del settore, il contrario della partecipazione.