I lavoratori del call center di Parco Leonardo, alle porte di Roma, hanno incrociato le braccia. Forniscono ad Apple, tramite la multinazionale francese Teleperformance, i servizi per il pubblico di tutto il territorio italiano e francese. I sindacati di categoria Nisl-Cgil e Felsa-Cisl hanno organizzato insieme agli addetti uno sciopero di otto ore, dalle 8 alle 16, e un presidio fuori la sede per protestare contro il mancato rinnovo del contratto di sei mesi.
La condizione dei lavoratori è particolare. La maggior parte dei dipendenti lavorano con contratto di somministrazione e sono stati assunti da due agenzie interinali Manpower e Obiettivo Lavoro che li hanno formati, ricollocati sul mercato e fatti assumere da Teleperformance. I lavoratori hanno un’età compresa tra i 35 e i 55 anni e sono stati ricollocati sul mercato del lavoro dopo aver perso la loro precedente occupazione e in molti casi proprio in un call center. La novità è che questo è uno dei primi scioperi convocati da lavarotari in somministrazione in Italia.
“Si tratta di contratti part time di 4 ore al giorno con obbligo di altre 4 supplementari pagate al netto senza contributi – spiega il segretario generale della Felsa-Cisl, Marcello Gargiulo – ; gli accordi prevedono che se le 4 ore in più sono richieste tutti i giorni vadano ricontrattate. Noi chiediamo che 2 siano inserite a pieno titolo, l’azienda non ne vuol sapere”. Ma i sindacati denunciano anche pressioni da parte di Teleperformance per impegnare i lavoratori a non fare vertenza.
“Vogliono sottrarre a Manpower e Obiettivo Lavoro i dipendenti ed assumerli direttamente qui per sei mesi. E’ una fregatura, un accordo tombale, un ‘nulla a pretendere’ che chiude ogni possibilità di far valere i diritti. Ed è un accordo fuori legge – spiega Gargiulo – ; si può fare solo in presenza di sindacati o di istituzioni terze, invece l’azienda chiama uno a uno i lavoratori e li fa firmare”.
Lavoratori, precisa il sindacato, che sono già sotto pressione per l’imminente scadenza del contratto: circa 250 accordi scadono fra fine aprile e i primi di maggio. Stamattina i 70 lavoratori a tempo indeterminato hanno varcato i cancelli della azienda, al presidio c’erano un centinaio di persone. “Siamo consapevoli del sacrificio che chiediamo, ma questa vertenza ha bisogno di visibilità” conclude Gargiulo.