L’intervallo tra uno sciopero e l’altro sale a 20 giorni, raddoppiando così la soglia minima di 10 giorni. È quanto deliberato dal Garante degli scioperi lo scorso 16 marzo, ma reso noto solo ieri. Il nuovo regolamento è volto a tutelare l’utenza del trasporto pubblico locale, penalizzata dall’alta frequenza degli scioperi, e viene definito “provvisorio” perché resterà in vigore fino a quando non verrà raggiunto un nuovo accordo tra le parti.
Il presidente dell’autorità garante, Giuseppe Santoro Passarelli precisa che la delibera non tocca di certo il diritto allo sciopero, ma i sindacati non ci stanno e accusano la commissione di “censura” e “imposizione”. Per Vincenzo Colla, segretario confederale Cgil, e Alessandro Rocchi, Segretario generale della Filt, si tratta infatti di pronunciamenti “non conformi alla figura di garanzia della commissione” e sottolineano come l’Autorità “pensi che un semplice calcolo ragionieristico possa mettere freno ad un complicato argomento di discipline giuridiche e costituzionali”.
I sindacalisti assicurano che la Cgil “difenderà in tutte le sedi il diritto di sciopero cosi come sancito dalla Costituzione e dalla legge 146/90” e si dicono stupiti nel dover constatare che l’attuale Commissione “abbia scelto la strada dell’imposizione. Meglio sarebbe stato sollecitare il nuovo Parlamento ad approvare una legge sulla Rappresentanza sindacale attingendo agli accordi interconfederali già siglati, e magari, mediante preventiva sottoscrizione di un Avviso comune con le parti sociali, già felicemente sperimentata in altri casi di regolamentazione”.