Esattamente un anno fa moriva Paola Vitto. Era direttrice generale di Fondimpresa, la grande organizzazione che Confindustria, Cgil, Cisl e Uil avevano fondato per aiutare la formazione continua dei lavoratori. Un’amica generosa. Dura, inflessibile, voleva da tutti il massimo, ma prima che agli altri, lo chiedeva a se stessa. E non si limitava nel darsi, a tutti, appunto con generosità. Tanti la consideravano spinosa, difficile da trattare, impossibile da sopportare. Ma erano quelli che non la conoscevano bene, che non sapevano , non si erano accorti della sua generosità, dei lati positivi del suo carattere. Era amica de Il diario del lavoro e noi le volevamo bene. La sua scomparsa ha lasciato un vuoto, nei nostri cuori prima che nella nostra agenda. Oggi la ricordiamo con affetto, rivolgendole un sorriso, come abbiamo sempre fatto quando ci capitava di incontrala. Negli anni il nostro sentimento non è sbiadito, e adesso il ricordo rimane fortissimo.
Riportiamo di seguito un ricordo e una poesia che le ha dedicato una sua collaboratrice, Ilaria Grasso.
Voglio ricordare Paola Vitto a un anno dalla sua scomparsa per il suo entusiasmo, la sua forza di carattere e la sua tenacia. Grazie alla sua cultura, il suo pensiero si è reso capace di quell’acume ed empatia che hanno reso inevitabilmente intensa e forte la sua personalità. Mi ha lasciato pochi ricordi ma ricchi di grossi insegnamenti, uno su tutti l’importanza della cultura e di avere passioni da coltivare con costanza. Credo siano queste le cose che l’hanno sostenuta anche e soprattutto nell’ultimo e più difficile tratto della sua vita. E’ stata una fortuna incrociarla, anche se per poco, nel mio percorso. Voglio immaginarla come una supernova che in chissà quale galassia vive e continua a splendere ancora con la tua passione per le cose e con il suo grande entusiasmo per la vita. Mi piace ricordarla perché l’autenticità è uno dei valori più grandi che possiamo produrre, al di là del tempo trascorso assieme o la quantità di dialoghi, qualsiasi sia il ruolo che ricopriamo nelle organizzazioni e nella società.
Ilaria Grasso
Condivido con voi una poesia che ho scritto dopo il suo funerale.
In mezzo alla folla cerchi gli occhi.
Gli occhi azzurri del mare che dicono
bagni Napoli. Non li trovi.
Qualcuno ti dice che ora sono in una cassa.
Sarà davvero così per sempre?
Con la punta delle tue dita incredule
mandi un bacio in direzione della bara
per vedere se è vero
mentre i necrofori scendono i gradini della chiesa.
Il cuscino di fiori trema in superficie come un petto
e in quel momento
la senti ancora vicina, come ancora viva.