“È un grave errore da parte di Confindustria confondere il problema delle regole della contrattazione, della rappresentanza e dell’esigibilità dei contratti con la destrutturazione del contratto nazionale”. Lo denuncia Bruno Vitale segretario nazionale della Fim, per il quale “servirebbero invece, da parte di tutti i soggetti coinvolti in questo processo, meno approssimazione e più coraggio e rapidità nel definire nuove norme vincolanti su questioni così delicate come rappresentanza, rappresentatività e validazione degli accordi”.
“In questo senso – prosegue – diviene sempre più paradossale l’uso del referendum che, di volta in volta, viene invocato oppure è bollato come illegale”.
Quanto accaduto a Mirafiori, per Vitale, “dove pochi hanno votato per il destino di moltissimi (i lavoratori dell’indotto, la città di Torino, il resto di “Fabbrica Italia”), deve farci riflettere sull’importanza della democrazia rappresentativa – patrimonio originario del sindacato generale, che intesta alle organizzazioni sindacali la responsabilità di assumere decisioni su materie e processi complessi”. “Risolvere rapidamente questi nodi – conclude – renderebbe più efficace ed esigibile il contratto nazionale, che ha ancora non solo una funzione solidaristica tra i lavoratori ma anche di argine alla frantumazione della rappresentanza, un valore che oggi anche le imprese dovrebbero apprezzare”. (LF)
Quotidiano online del lavoro e delle relazioni industriali
Direttore responsabile: Massimo Mascini
Vicedirettrice: Nunzia Penelope
Comitato dei Garanti: Mimmo Carrieri,
Innocenzo Cipolletta, Irene Tinagli, Tiziano Treu